Uno "Stupido libro!" per un lettore attivo

[di Lisa Topi]
 
Stupido libro! è il terzo titolo di Sergio Ruzzier pubblicato da Topipittori, dopo Una lettera per Leo e Due topi.

I motivi per cui Ruzzier a noi piace tanto sono così numerosi che a elencarli si cadrebbe in un’autocelebrazione poco elegante. Tra gli aspetti più affascinanti del suo lavoro c’è la capacità di raccontare attraverso molteplici piani narrativi, per cui i lettori, bambini e adulti, difficilmente riporteranno le stesse impressioni dalla lettura dei suoi libri. Dietro la limpida semplicità delle storie e delle immagini si celano numerosi riferimenti simbolici e iconografici, raffinati dettagli (provate a soffermarvi sui pavimenti delle sue case), umorismo, personalità nella caratterizzazione dei personaggi, complicità tra testo, sotto-testo e figure. Le illustrazioni e le storie di Ruzzier lasciano spazio all’intervento del lettore, che diventa un lettore nabokovianamente attivo.
 


La copertina italiana, nell'immagine sopra, è opera di Anna Martinucci.
 
Stupido libro! è stato pubblicato originariamente da Chronicle Books negli Stati Uniti con il titolo This is not a picture book. È interessante notare che negli USA il fatto che l’anatroccolo prenda a calci il libro gridandogli “stupido” (sebbene subito dopo gli chieda scusa e lo abbracci) ha prodotto una polemica talmente lontana - ci auguriamo - al sentire del pubblico italiano che, ancora all’oscuro di questo dibattito, decidemmo di usare la parola “stupido” nel titolo.
In difesa della libertà e dell’autonomia dei bambini - senza contare il fatto che l’ironia è una figura retorica che spesso i bambini possiedono in dosi maggiori rispetto agli adulti - il blog Nerdy Book Club ha pubblicato un articolo di Sergio Ruzzier riguardo alla tendenza di editori, librai e adulti in generale, a imporre categorie fuorvianti e forzate ai libri per bambini, che ne pregiudicano la lettura. Rievocando un episodio della sua infanzia, dopo la reazione contrariata di un libraio di fronte alla scelta di un libro che non era adatto alla sua età, Ruzzier si chiede: come si può indirizzare un lettore solo in base alla sua età, senza conoscerne i gusti o senza sapere che cosa gli va di leggere in quel momento? Nessuno direbbe: può suggerirmi un libro per un quarantanovenne? Perché con i bambini è diverso? In meno di tre giorni l’articolo ha avuto più di tremila condivisioni, molte delle quali in Italia. 
 
 
Insomma, divergenze dei due sistemi editoriali a parte, troviamo che il lavoro di Ruzzier, non possa passare inosservato in Italia, per il suo carattere intelligente e innovativo. Lasciamo, dunque, che siano frammenti delle recensioni delle principali riviste statunitensi a presentarvi la storia di Stupido libro!, a partire dal New York Times:  
 
Questo libro tenero e profondo si apre mostrando un anatroccolo sull’orlo di un momento stupefacente, quello in cui gruppi di lettere si trasformano da nonsense in parole. Brontola l’anatroccolo, dopo aver trovato un libro senza le figure. Ma le pagine bianche esplodono di belle immagini: dacché si accorge di conoscerle, le parole lo portano lontano e poi di nuovo a casa. Ruzzier rende un delicato omaggio al potere delle parole e delle immagini. [...]  
© 2016 The New York Times, Maria Russo.
 
 
Segue la recensione “stellata” di Publishers weekly
 
Questo non è un libro sui libri; è un libro sull’apprendimento della lettura. [...] Nei suoi luminosi acquerelli, Ruzzier ritrae l’anatroccolo e l’insetto mentre attraversano uno strano paesaggio multicolore, nel quale le parole sconosciute sono rappresentate da macchine stravaganti, forme bizzarre e creature informi. Quando l’anatroccolo incontra una parola che conosce (“ape”, “fiore”), l’immagine riconoscibile appare in mezzo a quelle misteriose. Quel paesaggio in evoluzione non è altro che la lettura [...], che lo ricondurrà verso il caldo approdo del suo letto. La storia di Ruzzier è una delicata prova di empatia verso i bambini che si trovano di fronte a un compito così vasto come la lettura. [...]
© 2016 Publishers Weekly, PWxyz LLC. 
 
Julie Danielson, su Kirkus Review, compie un’attenta analisi delle illustrazioni di Stupido libro!, che è particolarmente esemplificativa dell’unicità dello stile di Ruzzier. Uno stile in cui le immagini possono essere fortemente iconiche oppure quasi astratte, mentali, reinventando continuamente i propri modelli culturali e figurativi.  
 
 


La persistenza della memoria, Salvador Dalí.
 


Dettaglio da Stupido libro!
 
Dettaglio dal Trittico delle Tentazioni di sant'Antonio, Hieronymus Bosch.
 
Ruzzier non complica mai la scena. La doppia pagina della “furia” non fa che mostrare l’anatroccolo e l’insetto su una barca, cavalcando onde impetuose: l’anatroccolo sta leggendo (ovviamente), e l’insetto sembra un po’ preoccupato. Sulla pagina spiccano le onde verdi di Ruzzier. Non serve nient’altro. Questi momenti vuoti consentono di soffermarsi sulle pennellate, una cosa che mi piace molto fare con gli albi illustrati. Attraverso l’illustrazione, Ruzzier fa sì che la storia abbia spazio sufficiente per respirare e consente all’occhio di riposarsi. È così che ci ritroviamo a fissare le nuvole all’acquerello, persi nei loro colori e meditando sulla loro consistenza
 
 


La grande onda di Kanagawa, Hokusai.
 
E sì, sono onde verdi. I colori di Ruzzier offrono sempre grandi sorprese. Il verde diventa rosa nella pagina seguente, dove le acque si sono calmate. Non sono colori che attribuiremmo tipicamente all’acqua, ma Ruzzier gioca con la luce, con le nuvole e le ombre in modo da creare inattese ma sempre efficaci connessioni con i colori, accentuando le emozioni nella storia. 
© 2016 Kirkus, Julie Danielson.
 
 
L’articolo di Julie Danielson inizia osservando come il complesso insieme di elementi che compongono la poetica di Ruzzier, cui si è fatto accenno in apertura al post, non tradisce mai la coerenza con l’universo infantile:
 
Spesso qui su Kirkus ho citato [...] la riflessione di Martha Parravano su A Family of Readers: The Book Lover’s Guide to Children’s and Young Adult Literature secondo cui gli albi illustrati funzionano meglio quando si mettono “dalla parte dei bambini”. Non tutti gli albi presentano un mondo centrato sui bambini. Molti di essi guardano sopra le teste dei bambini strizzando l’occhiolino agli adulti, il che a volte può funzionare (se avviene con moderazione e anche a seconda del libro) ma spesso va a scapito della storia, che inganna i bambini. Esther Averill una volta ha definito un buon albo illustrato quello che consente di compiere “un’incantevole, genuina intrusione nel mondo di un bambino”.
 
Una delle cose che mi piacciono dei libri di questo autore-illustratore è che sono completamente dalla parte dei bambini. Ruzzier porta il lettore in mondi pieni di umorismo e tenerezza, sempre con il suo stile.  (È impossibile confondere una sua tavola con quella di qualcun altro). Sono storie che parlano direttamente ai bambini, catapultandoli in un mondo che riflette genuinamente il loro modo di pensare. 
© 2016 Kirkus, Julie Danielson.
 
Schizzo preparatorio di Stupido libro! pubblicato dal blog Seven impossible things before breakfast.
 
I risguardi fanno parte delle sorprese che riserva l’albo: tutte le recensioni di Stupido libro! ne parlano. Senza togliere gusto alla scoperta, rivelerò solo alcuni indizi tratti dall'intervista di Sergio Ruzzier al blog Watch. Connect. Read
 
L’idea dei risguardi non l’ho avuta fin dall’inizio. È stato mentre lavoravo alla maquette originale: parlando con la mia editor, Victoria Rock, e la grafica, Sara Gillingham, ci è venuto in mente di utilizzare i risguardi per valorizzare l’idea che sta alla base della storia e renderla più interattiva. In effetti, funziona meravigliosamente nelle letture a scuola: prima di iniziare a leggere il libro, chiedo a un bambino o -meglio ancora- a un insegnante o a un bibliotecario di leggere i risguardi iniziali ad alta voce […]. Potete immaginare le risate dei ragazzi di fronte agli sforzi disastrosi degli adulti […]. 

© 2016 MrSchuReads, John Shumacher.
 
Ben diverso è l'effetto provocato nella classe dalla lettura a voce alta dei risguardi finali, un modo perfetto per chiudere l'incontro con Stupido libro!
Schizzo preparatorio di Stupido libro! pubblicato dal blog Seven impossible things before breakfast.
 
E a chiudere questa rassegna condividiamo l'auspicio di Robin Smith su The Horn Book:
 
Marta Parravano nel post Twenty Yawns racconta il sistema con cui la giuria della Caldecott Medal analizza i libri in concorso, immagine per immagine, alla ricerca di ogni minimo dettaglio che possa guastare la qualità complessiva. Più passa il tempo dall’anno in cui feci parte della giuria, più io leggo come farebbe un bambino e non un membro della giuria. Il fatto è che così è molto più divertente. Mi perdo in ogni doppia pagina provando le stesse emozioni che provano l’anatroccolo e l’insetto e mi meraviglio di come le frasi di tre parole e le intense illustrazioni riescono a catturare la mia attenzione per minuti. Ora che ci faccio caso, quando l’anatroccolo si rende conto che conosce qualche parola, Ruzzier forma delle frasi di tre parole, poi di quattro, sette e, alla fine, diciotto, con ellissi che rendono le pagine meno minacciose!
Cosa ne dite? Ci sarà qualcuno nella giuria che caldeggerà questa grandiosa intuizione? Io lo spero.
© 2016 The Horn Book, Robin Smith.