Albi e ebook: pensieri a voce alta

La Biblioteca dei Ragazzi diRozzano

[diValentina Colombo]

Qualche tempo fa, Giuseppe Bartorilla, bibliotecariopresso la Biblioteca diRozzano, ha invitato i Topipittori a Digital Readers:Leggere-Promuovere-Ragazzi-Futuro. Le letterature per bambini e ragazziai tempi del web 2.0. Era il 5 ottobre, e insiemea me c'erano Gisele Rhein (responsabile della biblioteca per Bambini eragazzi Berlin-Spandau), Caterina Ramonda (blogger e bibliotecaria nonchèredattrice di Le letture di Biblioragazzi),Francesco Langella (Direttore della Biblioteca Internazionale per Ragazzi"De Amicis" di Genova), Riccardo Cangini (autore divideogiochi), Barbara Servidori (Hamelin Associazione Culturale), GabriellaMarinaccio e Emanuela Semenzato (RAF - Biblioteca Rionale S. Ambrogiodi Milano) e Stefano Parise (Presidente AIB) in qualità di coordinatore. Giuntoalla sua terza edizione, questo convegno accoglie bibliotecari,editori, lettori e ragazzi, esperti di videogiochi e programmatori, perparlare di nuove tecnologie, ebook, biblioteche e apprendimento.
Quella che segue è una sintesi del mio intervento a DR3 con alcuneriflessioni in più scaturite negli ultimi mesi.

L'ebook è arrivato anche in Italia. Rappresenta una porzionedi mercato nettamente minore rispetto ai paesi europei e agli StatiUniti, ma si nota una chiara tendenza alla crescita sia della domandasia dell'offerta. Cresce anche il mercato dei dispositivi di lettura,e-readers e notebook. L'infrastruttura della rete internet, invece, nelnostro paese è, purtroppo, ancora arretrata in termini di coperturae di velocità di trasmissione, rispetto ad altri paesi come Francia,Germania, Olanda. Anche l'acceso alle reti wireless vede l'Italia inuna posizione di retroguardia rispetto, per esempio, a Giappone e StatiUniti, dove le reti e la connessione sono a disposizione dei cittadinia prezzi inferiori e vasta è la copertura anche gratuita e nei luoghipubblici.
Questi fattori, uniti alla scarsità dei lettori inItalia e alla crisi economica, hanno determinato un ritardo sostanzialedel nostro paese nell'acquisire mezzi e competenze e nello svilupparestrategie efficaci sul mercato dei libri elettronici.

I grandi editori, da circa due anni, hannoiniziato la grande corsa al digitale, sia adottando piattaforme esterne(iTunes, Amazon) sia dotandosi di proprie piattaforme di vendita (Edigita,per esempio).
Ma mentre per la narrativa il passaggiotecnico dal formato cartaceo a quello digitale si risolve in manieraquasi automatica (anche se non così scontata), per i libri illustrati laquestione è più complessa. Ancora di più se si parla di albi illustrati(o picture-book): una tipologia di libro destinato prevalentemente (manon esclusivamente) al pubblico infantile e giovanile e dove l'attenzioneai materiali e all'oggetto fisico sono due aspetti fondamentali.

Anche noi stiamo studiando il nostro ingresso almercato digitale. Non farlo sarebbe ignorare un fenomeno sociale,culturale e di mercato tra i più interessanti degli ultimi anni.
Il problema che stiamo affrontando è: cosa vuol dire fare e-bookper bambini? Come sono fatti? Come facciamo per farli?
Siamoandati a “spiare” quello che gli editori americani hanno realizzatonel campo dei picture books digitali (per ora chiamiamoli così). Alcunisono ormai conosciutissimi, ma vale la pena rivederli:

Alicein Wonderland, ebook che ha fatto il giro del mondo, èforse uno dei più riusciti. Sia perché qualitativamente ben fatto,sia perché è il primo a sfruttare in modo abbastanza coerente ilconcetto di interattività, ciò che permette di modificare, agiresul libro digitale. Molti considerano questa la vera rivoluzionedell'ebook: si possono arricchire i contenuti presenti, si interagisce,si animano il testo e le illustrazioni. Da tempo si è arrivati alconcetto, fantascientifico fino a pochi anni fa, di realtà aumentata(augmented reality, o AR), che ha moltissimi puntidi contatto con il terreno per eccellenza della finzione, che è illibro. In comune hanno la capacità di creare un universo alternativo,o arricchito, aumentarne le dimensioni di esperienza, vera o finta chesia. Ecco possiamo dire che al libro cartaceo, con l'avvento degliereaders, stia succedendo la stessa cosa: il nuovo supporto sfondai confini fisici dei libro tradizionale per una fruizione, appunto,arricchita. E non per niente si parla più di "enhanced ebook" chenon di "digital picture book".

Guardiamo adesempio anche a I tre porcellini, un libro pop-up periPad:

L'operazionecompiuta qui è interessante dal punto di vista tecnico. Sfruttandoil concetto del libro pop-up (chiaramente non riproducibile facendosaltar fuori dallo schermo i personaggi, almeno per ora), gli autorihanno pensato di dotare di una modalità “raggi X” le pagine.

Alcunepagine dei libri pop-up di D. Carter, da Brainpickings.


All'interazione (far girare le rotelline e vedere cosa succede aipersonaggi), si aggiunge la possibilità di “smontare” virtualmenteil libro e scoprirne i meccanismi di funzionamento. Si parte, insomma,dalla cartotecnica e la si ricodifica in ambito digitale. Per farlo,nella realtà, un bambino dovrebbe distruggere il libro. Qui, invece,può leggerlo e rileggerlo, studiarselo e pensarci su.

In Heartand the Bottle di Oliver Jeffers, giochi e storia sonostati mescolati in modo molto vario. La voce narrante accompagna(o meno, si può scegliere) il lettore lungo le pagine. Anche qui illibro fisico, l'albo, fa da modello: la lettura a voce alta fa partedella fruizione delle storie dalla notte dei tempi. Narrazione fattada cantori, mamme e papà, dalla nostra stessa voce.

Insomma, l'ebook sta appropriandosi dei linguaggi del picture bookper ricostruirne l'esperienza in ambito digitale. E proprio qui sta ilpunto. 

The fantastic Flyingbooks of Mr. Morris Lessmore, vincitore dell'Oscar 2012 comeMiglior Cortometraggio di animazione, realizzato inizialmente come ebookda MoonbootStudios, è un ultimo caso interessante.

Quello che è statoconcepito come libro digitale ha assunto vita propria, si è staccatodalla parola, dal “book”, per diventare corto d'animazione, tanto davincere un Oscar. Splendidamente animato, un successo planetario. Unavicenda che si è evoluta in maniera quasi inaspettata.
LaRizzoli ha di recente acquisito i diritti dell'edizione cartacea e hapubblicato il libro. Che tipo di operazione editoriale e di senso èstata compiuta? Nel mercato USA si tende allo sfruttamento di tuttii diritti relativi a una opera di ingegno, e in fin dei conti a volerben guardare questa non è una novità. L'esempio più semplice sono ilibri tratti dai film Disney, con i quali anche io sono cresciuta. Main questo caso, nel pieno del dibattito su ebook e libri cartacei,con il partito pro e contro gli uni o gli altri, con i fedeli deldigitale che annunciano la morte sicura del libro di carta, ecco chesi sente la necessità di trasferire questo cortometraggio, questoenhanced ebook, proprio su carta, come se mancasse qualcosa alla sua"vita".

Storyboard, ©2011, MoonbootStudios

Non possosapere se la logica è quella che espongo, ma ne sono abbastanzaconvinta. Volenti o nolenti, il libro in questo caso ha dimostrato ancorauna volta il suo essere indispensabile. E diverso. Indispensabile, perchéè il mezzo più universale, immediato, per il suo arrivare nelle case,nelle mani di bambini che non hanno un e-reader ma che così possonoavere accesso alla storia. Diverso perché, se è difficile spiegare achi non se ne occupa la differenza tra un picture book e la sua possibileapp, o l'ebook, in questo caso il fatto che il processo creativo siainverso aiuta ad analizzare la questione. Sfido chiunque a dire cheleggere il libro di carta di Mr. Morris è la stessa cosa che leggerlosu ipad. Semplicemente, è diverso. Non meno bello,con immagini meno accattivanti, con una storia più debole. Diverso.

Avetevisto bene: è un vasino dotato di supporto perl'Ipad.

Tecnicamente,l'ipad (che per ora la fa da padrone in quanto a qualità) permette ormaiuna risoluzione altissima di immagine, e di pari passo, programmatorie sviluppatori possono creare quasi qualsiasi effetto ci passi per lamente, con risultati eccellenti. Ma nel passaggio da cartaceo a digitale,e viceversa, cambia totalmente l'esperienza di lettura. Dire che gliebook forniscono una lettura interattiva mentre la lettura del libro è,potremmo dire, frontale, è per i picture book quanto di più lontanodalla realtà.

Pagineda B. Munari, Nella nebbia di Milano,Corraini.

Bibliotecari,editori, insegnanti, genitori sanno che leggere un libro insieme,sfogliare le pagine, risfogliarle ancora, toccarle e persino annusarle,strapparle, usurarle e disegnarci sopra sono tutti elementi chefanno parte della lettura. E dal punto di vista dell'editore, carta,formato, copertina, font del testo sono elementi strutturali che vannonecessariamente di pari passo con la creazione del libro e con ilcontenuto che ospitano, influendo direttamente sulla struttura dellanarrazione. Superfluo citare Bruno Munari, o recentemente KatsumiKomagata, tra coloro che hanno fatto della fisicità del libro e dellostudio del rapporto fra supporto e narrazione il punto di forza dellaloro creazione di picture books. Superfluo dire che leggere Nellanebbia di Milano sfogliando le pagine trasparenti, addentrandosiconcretamente nella nebbia e scoprendo, nell'atto dello sfogliarele pagine, ciò che nasconde, non è in assoluto una esperienza dilettura paragonabile a quella del corrispondente, se mai ci fosse,ebook.

Pagineda A cloud di K. Komagata, Onestroke.

Non tuttodeve diventare per forza ebook. E anzi, forse la definizione di ebook,o enhaced ebook, così giovane, già ci sta stretta. Perché nondi “libro” stiamo parlando, e nemmeno semplicemente si trattadi libro “e-”, cioè elettronico. La questione va molto al dilà della resa in altro formato e coinvolge tutti gli aspetti delfare i libri, e del leggerli.

Su questo,è stato per me illuminante un articolo scritto da Craig Modsul suo blog.
Mod constata, nonparlando dei picture books ma in generale del libro illustrato, che viè una differenza sostanziale tra contenuti indipendenti dalla forma econtenuti che invece si completano, definiscono e vengono fruiti dallettore grazie anche alla forma in cui sono presentati. In sostanza,la qualità della forma determina la qualità del contenuto. Passare aldigitale vuol dire riuscire a fornire lo stesso contenuto su un supportodiverso senza che ci sia uno scadimento della qualità della lettura e dellibro.

Topipittori ha in catalogo circa 100titoli, ma non tutti possono essere trasferiti in digitale. Comeeditori, dobbiamo fare un salto di mentalità, per adattarci auna situazione per la quale non c'è una preparazione tecnica néprogettuale. Siamo abituati e siamo competenti sul libro di carta. Eccoperché una buona sinergia tra editore e programmatori, sviluppatori egrafici è essenziale (come già dichiarato da Giulia Orecchia su questo blog).

Difronte a questi problemi di approccio, elaborazione e progettazione degliebook, in un mercato in crescita, ma ancora giovane, la questione è tuttaaperta. Il dialogo tra le forme digitali e cartacee è ricchissimo e dallemille potenzialità. La sperimentazione è d'obbligo, ma deve svolgersinon perdendo di vista la qualità specifica del libro elettronico equelle dell'albo nell'ottica di una convivenza e compresenza di cartaceoe digitale che permetta, per esempio, la scelta e la pluralità nellalettura. E di finirla con le apocalittiche affermazioni sulla mortedei libri. Perché dover scegliere quando possiamo avere entrambele cose, e leggere storie in tanti modi diversi?