Alta scuola

[di Giulia Mirandola]

Scuola Peio Viva è una scuola autogestita pluriclasse fondata in Val di Peio nel 2011. Io e Michele Trentini abbiamo deciso di raccontare questa realtà attraverso due tipologie di documenti: un film e un booklet, intitolati Alta scuola e Alta scuola. Storia di un'utopia concreta. Alta scuola sarà proiettato il 3 e il 7 maggio al 64° Trento Film Festival (sezione “Orizzonti vicini”), dove saranno disponibili le prime copie della pubblicazione edita da Cierre. Per questa occasione il blog Topipittori, che aveva ospitato in precedenza alcuni articoli dedicati a Scuola Peio Viva, ci ha invitati a raccontare come sono nati il film e la pubblicazione Alta scuola.

A Peio, paese situato a 1585 metri di altitudine, la scuola elementare pluriclasse che contava ventidue alunni, nel 2011 è stata soppressa per volere della Provincia Autonoma di Trento, che ha previsto per i bambini dei diversi centri abitati della Val di Peio un moderno plesso scolastico collocato nel fondovalle. Alcune famiglie, convinte che la scuola in paese svolgesse un ruolo importante per l'intera comunità, hanno optato per l'istruzione parentale, prevista dalla Costituzione Italiana, dando vita a Scuola Peio Viva. Al piano terra di una casa privata, i genitori e alcuni insegnanti volontari, a titolo gratuito, fanno scuola assieme a nove bambini, dalla prima alla quinta classe. A Scuola Peio Viva non si danno voti.

Gli abitanti di Peio sono soprannominati “rodièle”. Rodièle letteralmente significa “ruote piccole, rotelline”. Rodièle è anche il nome di un giornalino scolastico realizzato dal 2007 al 2011 dagli alunni della scuola elementare Bevilacqua di Peio. La storia di questo progetto di documentazione inizia dalla scoperta dell'esistenza di queste scritture bambine e dal desiderio di approfondire, oltre a ciò, l'ambiente umano, scolastico e naturale in cui è venuta emergendo e maturando un'utopia concreta: la fondazione di una scuola autogestita, Scuola Peio Viva.

I primi contatti da parte mia con la scuola di Peio risalgono alla primavera 2010. Essi avevano lo scopo di osservare da vicino la realtà di una delle ultime pluriclassi del Trentino e di realizzare una serie di interviste al maestro Alberto Delpero, che vi insegnava con continuità da otto anni, in seguito pubblicate sulla rivista Hamelin. Storie figure pedagogia. La situazione della scuola di Peio, dopo la primavera 2010, è andata rapidamente cambiando e alla fine dell'anno scolastico 2010-2011 la scuola elementare Bevilacqua è stata chiusa per volontà della Provincia Autonoma di Trento. I bambini sono stati invitati a iscriversi nel nuovo polo scolastico creato nel fondovalle, in località Cogolo. In merito al trasferimento dell'istruzione elementare in un luogo distante dal paese, i genitori si stavano posizionando su scelte di segno diverso, chi a favore, chi contrario. L'estate 2011 ha visto la piccola comunità di bambini e adulti protagonista di riunioni difficili e influenti sui vissuti di ciascuno. Si trattava di una fase complicata, ma molto vitale, dinamica, che dava spazio a qualcosa di originale, senza precedenti, sia per le persone piccole, sia per quelle grandi, sia per il paese di Peio nella sua globalità: una scuola futura, ancora viva, sul posto, autogestita, parentale, pluriclasse, si profilava all'orizzonte.

La partecipazione diretta di Michele Trentini, già contattato nei mesi precedenti per invitarlo a progettare insieme un documentario, ha inizio dentro le riunioni estive che hanno tenuto a battesimo Scuola Peio Viva. I mutamenti nominati hanno avuto effetti incisivi e inattesi, sul breve e sul lungo periodo. La telecamera ha cercato di coglierne alcuni nel corso del loro manifestarsi; di narrarli come una storia che tocca i bambini e gli adulti; di sospenderli dal commento specialistico o dal giudizio; di estrapolarli dalla cronaca giornalistica e dalla strumentalizzazione politica, che pure lambiscono la vicenda; di comporli in un quadro che possa il più possibile avvicinare, con immagini, parole e suoni, alla complessa e vivace compagine che si è venuta a determinare grazie all'esistenza di certe persone, in un certo tempo, in un certo spazio.

Dal momento in cui viene fondata Scuola Peio Viva, il cuore del nostro interesse pulsa attorno a un soggetto inedito nel mondo della scuola trentina e non solo: la scuola di montagna, parentale, pluriclasse, autogestita. Non una, ma cento piccole rodièle si sono messe in moto dopo la chiusura della scuola vecchia, hanno agito da anticorpi contro lo stato di emergenza, hanno reso fertili le circa sessanta ore di riprese e registrazioni su cui si sono basati la regia e il montaggio di Michele Trentini. Alta scuola è una storia che si è schiusa mentre qualcosa andava in briciole e qualcosa nasceva.

La possibilità di accompagnare la produzione del film con una pubblicazione è nata mentre Michele Trentini era impegnato nella fase di montaggio. Mi è parso subito un terreno promettente, ho molta fiducia nell'editoria e per qualche mese, con Michele, abbiamo formulato ipotesi su chi avremmo desiderato coinvolgere, nonostante non fosse chiaro ancora il nome dell'editore. All'inizio del 2016 Cierre Edizioni ha confermato di voler pubblicare Alta scuola nella collana “Borderline”, che include altri lavori di Michele Trentini. Alta scuola. Storia di un'utopia concreta è stata concepita per continuare a indagare cosa rappresenti Scuola Peio Viva e per invitare un nucleo di osservatori e osservatrici, provenienti dal mondo della scuola, della ricerca sul paesaggio, della poesia, dell'editoria per ragazzi, ad analizzare Alta scuola secondo il proprio filtro. Ci vogliono molti occhi e parole diverse per rileggere questa storia.

Ciò che scrivono alcuni testimoni diretti – il maestro Alberto Delpero; io e Michele Trentini; la scrittrice Giusi Quarenghi; l'insegnante di matematica Fulvio Iachelini – è intrecciato a ciò che pensa chi ha conosciuto Scuola Peio Viva a distanza. Insieme, abbiamo tentato di spingere l'analisi più in là di quanto riescano a fare le memorie. Fa parte degli effetti positivi di Scuola Peio Viva riuscire oggi a dialogare su questo argomento con il maestro elementare Franco Lorenzoni, che sprona a continuare ad esplorare i pensieri dei bambini e delle bambine di Peio; con il geografo Mauro Varotto, che studia la vicenda di Peio sotto la lente di tre modelli di geografia; con la scrittrice ed editrice Giovanna Zoboli, che si accorge della vulnerabilità degli adulti e pone la questione di cosa sia una comunità. In due punti del libro compaiono alcune illustrazioni inedite di Marina Girardi, che insieme a Rocco Lombardi ha portato a Scuola Peio Viva il linguaggio del fumetto.

Da aprile Alta scuola è anche una pagina fb attraverso cui comunichiamo direttamente con le persone interessate a questo progetto. Alta scuola è in programma il 3 maggio (replica il 7 maggio) al 64° Trento Film Festival, sezione "Orizzonti vicini", Cinema Modena, ore 19.15.

Le fotografie di questo post illustrano alcuni momenti della vita a Scuola Peio Viva, che ha visto ospiti anche scrittrici, illustratrici e fumettisti, tra cui Giusi Quarenghi, riconoscibile in una di queste foto.