E, in premio, una mela

Giovanni diPaolo, Creazione e Cacciata
dal Paradisoterrestre
, 1445, Metropolitan
Museum ofArt, New York.

Al concorsodi Associazione Tapirulan, che quest'annopropone ai partecipanti di illustrare il concetto di Eden,devo la scoperta di una incomparabile rappresentazione del paradisoterrestre, in cui mi sono imbattuta cercando in rete notizie sultema.
L'autore è un a me finora sconosciutissimo ErastusSalisbury Field, nato nel 1805 nel  Massachusetts,e sempre nel Massachusetts defunto nel 1900, che, con rigoreprotestante, diede del paradiso una versione al contempoimmaginifica e pignolescamente letterale.


Erastus Salisbury Field,The Garden of Eden, 1860,  Museum of FineArts, Boston.



E. S. Field, 1840. Dagherrotipo coloratodall'artista.


Una visione fra il lisergico e lo svizzero che mi appare, nelcomplesso, abbastanza esilarante. Erastus dipingeva in prevalenzaritratti, paesaggi e quadri a soggetto storico. Il suo non dovevaessere un ambiente allegro, a giudicare dall'umore dei personaggiritratti.
E anche il suo volto non sembra suggerireuna personalità, come dire, lieve. Quanto alla sua monumentalerappresentazione della Repubblica Americana, a metà fra l'Angkor Wate Dubai City, viene il sospetto che possa essere stata immaginata nelcorso di qualche esperienza di paradiso artificiale.
Erastus aparte, non so se esista tema più frequentato, nella storia dell'arte, delParadiso Terrestre.

Erastus Salisbury Field,Joseph Moore His Family, 1839,  Museum of FineArts, Boston.



ErastusSalisbury Field, Historical Monument of the AmericanRepublic,
1867-1888, Springfield Museum ofFine Arts.


Nell'iconografia occidentale, a partire dalla Bibbia, questosignifica sostanzialmente Adamo ed Eva: dapprima beati a perder tempoin mezzo a una lussureggiante verzura, circondati da rivi cilestrini,fiori e animali; quindi nei pressi del fatidico albero della vita,spesso immortalati in compagnia del celebre serpente e dell'ancor piùcelebre mela, a rosseggiare beffarda su un ramo, con Eva nell'atto didesiderarla, coglierla o offrirla. E, infine, a far la parte di coppiapiù sciagurata della storia, cacciata in malo modo dalla localitàvacanze più ambita del Creato, per di più coperta di contumelie emaledizioni da un Padreterno molto ambiguo e decisamente sadico.

Masolino, Tentazione di Adamo edEva,
1424-25, Cappella Brancacci,Firenze.
Masaccio,Cacciata dei progenitori,
1426-28,Cappella Brancacci,Firenze.






L'Eden, termine dell'ebraico che staper giardino (mentre paradisoviene dal sanscrito paradesha, "paese supremo",da cui il greco paràdeisos), non è, come è noto,unicamente appannaggio dei cristiani: esistono Eden per diverse culture ereligioni. Per esempio, per i musulmani è la Janna,per i guerrieri nordici il Valhalla, per gliinduisti gli svarga. Tutti posti con caratteristicheabbastanza simili, poiché l'immaginazione nel dar forma al luogo cherappresenta il compimento di ogni umano e possibile desiderio sembracadere in un singolare (e significativo) stato di paralisi, con le dovuteeccezioni.

LucasCranach il Vecchio, Adamo ed Eva nel giardinodell'Eden, 1530,
Kunsthistorisches Museum,Vienna.



Il concetto di Paradiso varia tuttavia non solospostandosi nello spazio, ma anche nel tempo. Basti osservare come,dalle origini a oggi, sia mutato il semplice concetto di giardino,luogo attraverso cui l'umanità nel tempo ha realizzato, nella maniera sevogliamo più ingenua, ma anche più diretta, la propria idea di Eden. Unconcetto che, nel corso della storia e secondo uno schema imprevedibiledi corsi e ricorsi, si è concretizzato in una serie fantasiosissima emagnifica di creazioni vegetali e architettoniche del più vario tipo,che vanno da un estremo all'altro: da luoghi del tutto artificiali,contrassegnati da ordine, simmetria e geometria, intese come qualitàdella perfezione divina, a domini della wildernesspiù incontaminata, metafora della misteriosa forza divina che lapervade.

Lucas Cranach ilVecchio, Adamo ed Eva,
1533, Bode Museum,Berlino.
Lucas Cranach il Vecchio, Adamo edEva,
1538 - 1539, Národní galerie,Praga.





Che il paradiso anche quandoselvaggio, sia comunque sempre artificiale, in quanto costruzionesquisitamente umana, è acquisizione dell'epoca moderna. E a questadesacralizzazione, o forse, meglio, laicizzazione e umanizzazione,contribuì certamente Charles Baudelaire con i suoi LesParadis artificiels, in cui il termineparadiso è assunto a metafora degli effetti delledroghe sulla pische umana: smettendo con ciò di indicare la dimensionedivina, espressione di Alterità, per passare a dimensione psichica,interiore, stato d'animo (e tuttavia, sempre per la serie di corsi ericorsi della storia, vale la pena riflettere che le droghe sono state perun'intera generazione strumento di riappropriazione della dimensione delsacro).

Lucas Cranach il Vecchio, Adamo edEva,1526,
Courtauld Institute of Art Gallery,Londra.
Lucas Cranach ilVecchio, Adamo ed Eva,
Royal Museum of FineArts, Anversa.







Lucas Cranach il Giovane, Adamo edEva, 1537,
Gemäldegalerie Alte Meister,Dresda.
Hugo vander Goes, The Temptation, 1470,
Kunsthistorisches Museum, Vienna.





Se oggi fate una ricerca su Google digitandole parole Eden o Paradise,vi appariranno una sfilza di agenzie di viaggio, voli lowcost, villaggi vacanze, località esotiche, spiagge,resort, buffet a base di pescioni e frutti tropicali,palmizi, singorine in costume da bagno, centri benessere. Senza contare lecentinaia di paradisi della scarpa, della sposa, della pesca, della cacciae del bebè.
L'artista che maggiormente si dedicò ad Adamoed Eva nel giardino dell'Eden, fu probabilmente Lucas Cranach il Vecchio,che su tale soggetto dipinse una quantità di tele impressionante. Vieneil sospetto che la sua fosse una vera e propria fissazione.

Hieronymus Bosch, Il Giardino delleDelizie, 1480-1490,
Museo del Prado,Madrid.



HieronymusBosch, Il Giardino delle Delizie,1480-1490,
dettagli, Museo del Prado,Madrid.


Quello che, invece, maggiormente si è avvicinatoalla rappresentazione più esaustiva del concetto diparadiso è Hyeronimus Bosch, con il suo famoso Giardinodelle Delizie: un'opera che antologicamenteriassume praticamente tutto quello che l'umanità ha immaginato aproposito di Paradiso: da Adamo ed Eva, ai paradisi artificiali, daparadiso del sesso e della scarpa a parco dei divertimenti, un orrorefra Disneyland e i desueti, ma intramontabili baracconi dei vecchi Lunapark, sebbene nella trasfigurazione di un genio.


HieronymusBosch, Il Giardino delle Delizie,
1480-1490, dettaglio, Museo del Prado,Madrid.

Dunque,gli illustratori che parteciperanno al concorso indetto da Tapirulanper la realizzazione dell'annuale calendario, che quest'anno ha cometema, appunto, l'Eden, non avranno che l'imbarazzo della scelta. Epotranno avvantaggiarsi di una quantità di suggestioni e spunti davveroinfiniti.
La ragione vera, per cui ho scritto questo post,a parte il fatto che il concorso di Tapirulan, di cui trovate quitutti i riferimenti e le informazioni utili (termine ultimo perinviare gli elaborati, 18 ottobre), mi sembrauna egregia iniziativa, sempre meglio organizzata e interessante(e in questa edizione, con tante novità), è che ho letto chegli organizzatori quest'anno come premio al vincitore assoluto,oltre a un assegno di 2000,00 euro, doneranno una mela.

HieronymusBosch, Il Giardino delle Delizie,
1480-1490, dettaglio, Museo del Prado,Madrid.

Sì,una mela. Un dono molto appropriato e spiritoso. Un bell'invito atrasgredire il proprio personale paradiso. Se io fossi illustratore, loraccoglierei, in fondo pensando che ogni paradiso nasce per essere traditoo abbandonato. E se basta una mela per lasciarsi alle spalle un paradiso,vale la pena farlo subito: non credo esistano posti più noiosi, tremendi,rumorosi, sovraffollati, demenziali, mal frequentati di un paradiso,ovunque esso si trovi, come dimostrano il capolavoro di Bosch e i sitidelle agenzie turistiche. (gz)

Notiziaper i nostri cari lettori: con luglio, i post settimanali si sonoridotti a due, il martedì e il giovedì. E col primo agosto, il blogchiuderà per ripartire a settembre.



HieronymusBosch, Il Giardino delle Delizie,1480-1490,
dettagli, Museo del Prado,Madrid.