I bambini leggono/ 3. Quei segnetti lì

I bambini molto piccolinon leggono le parole. Leggono le emozioni di chi hanno di fronte,leggono la situazione in cui si trovano, io sospetto che legganoanche il loro futuro.
Le storie e i libri possono dareai bambini la forza di mettere insieme tutte le letture che fanno,ma che non sempre capiscono, anzi: il più delle volte ne vengonosovrastati, sopraffatti. E spaventati.
Un esempio.
2008. Mia figlia ha due anni e nove mesi. Io, invece, ho un nuovocliente che mi porta via da casa per due giorni interi ogni settimana,e che per il primo mese mi assorbe totalmente. È primavera: mia mogliela soffre parecchio, anche lei è meno presente. E nostra figlia dicolpo non fa più la cacca.

Sta anche cinquegiorni senza farla ma, quando la fa, è molle. Quindi, di concertocon il pediatra si decide (genitori, brutta razza) che la causa èschiettamente psicologica.
Contromisure: io opto per unafrenata. Da quel cliente comincio ad andare di meno. Mia moglie si tiraun po’ su. Ma di cacca niente, neanche l’odore.
Destinovuole che, proprio in quei giorni agitati, trovi in libreria Nel paese deimostri selvaggi, di Maurice Sendak.

Lo porto a casa,attendo un momento propizio e lo leggo a mia figlia.
Di solito,il primo paio di letture di un libro procede in un silenzio attento,che poi esplode in mille domande da parte della mia ascoltatrice.
Ma questa volta il silenzio prosegue, e a me viene di continuare aleggere.
Quindi lo faccio ancora, e quando, dopo l’ottavalettura, smetto, lei è ancora silente.
Il giorno dopo,richiede ancora la lettura del libro.
Silenzio.
Poi dice: "Max si sentiva solo, dai mostri."
Dopodieci minuti di strano broncio, mi prende per mano e mi porta inbagno, dove fa la cacca.
Il giorno dopo vuole farla nellavasca. Ne fa un bel po’ e poi, con una strana aria tra l’allegro e ilpensieroso che non le ho più visto, con la cacca disegna Max e la suabarchetta su tutta la bianca superficie.

Ora: è stato meritodel libro? La bambina ha capito i nostri sforzi e il libro l'ha aiutataa dare forma al suo sentirsi trascurata? Non me lo sono chiesto permolto: la cosa importante era che avesse trovato un modo per venire acapo del suo disagio.
Mi chiedo mille cose, però, da quellavolta, quando voglio portare un libro in regalo a qualche amica/o dimia figlia, per il compleanno o per altre occasioni. È diventato perme un bell'impegno e mi ci dedico volentieri, perché ci sono bambiniaperti al mondo dei libri, bambini che è bello sorprendere con un libroparticolare, altri invece che in casa, di libri, vedono solo quelliche porto io.

Ho spesso qualche imbarazzo, inlibreria. Allora cerco di ricordarmi che i buoni libri sono soprattuttolibri. Storie, cose che in qualche universo succedono, non che dettinouna morale. I buoni libri non sono dei riassunti di storie stranote osceneggiature adattate, non uniscono nello stesso pacco storie, puzzle,parti da colorare, cartoline del concorso, foto del film e via andare. Nonsono i sempreverdi albi da colorare, che pure hanno salvato legioni diparenti a ogni festa comandata e non.

Quando mi concentro,mi riesce facile ricordare che tra le pagine di un libro illustrato cisi deve sentire a proprio agio, non aggrediti da immagini affastellatesenza ordine e logica. Per un bambino che non sa leggere, poi, ho benpresente che anche le parole sono figure interessanti: "Ehi, papà tirafuori le mie storie preferite, da quei segnetti lì." E con un po' diattenzione (mia) a quegli stessi segnetti, posso accorgermi di quando lefrasi non finiscono, girano a vuoto oppure che se Cenerentola in quellastoria compila la sua lista di cose da fare per il matrimonio, beh, èmeglio lasciare quell'oggetto lì dov'è.

I buoni libri per bambinie ragazzi li conoscono bene nelle librerie specializzate in libriper bambini e ragazzi, dove è possibile chiedere consiglio, magaristudiarsi più libri di uno stesso editore per capire perché moltospesso sono costosi e nudi: senza le figurine, senza uno stracciodi bambola e neanche mezzo robottino in regalo. Io penso che qualchebuon libro, soprattutto in età prescolare, aiuti i bambini a leggerela vita, oltre che a sentire l’amore di chi glielo legge.
 Poi, quando impareranno a decifrare anche i segnetti,sembrerà loro di aver sempre letto. Son soddisfazioni per unapersona che si sta costruendo, no?

E, primadi chiudere, una precisazione. Nel corso della sua storia, Nel paese dei mostriselvaggi ha avuto riscontri incredibilia livello terapeutico, ben più seri di una timida cacca,come racconta anche Selma G. Lanes, nel primo dei due volumi The art of Maurice Sendak,nel capitolo dedicato ai mostri selvaggi, A controversialtriumph. Ha aiutato bambini autistici a parlare e ad esprimereemozioni, oltre a sciogliere gravi e disparati grovigli in bambini ditutto il mondo. Da loro, spesso Sendak ha ricevuto lettere che chiedevanonotizie su questo strano paese. Come quella di un ragazzino di otto anniche scrisse: "Quanto costa andare nel paese dei mostri selvaggi? Senon è troppo caro, io e mia sorella vorremo andarci, la prossimaestate."
Qui potete gustarvi una particolare lettura dellibro, diventata ormai tradizione negli Stati Uniti d’America: