Imparare a pensare con le mani

Allla Bologna Children's Book Fair 2017, fra le numerose cose interessanti accadute c'è stato l'annuncio della nascita dell'’Associazione Ts’ai Lun 105, nata dalla passione per i libri di Loredana Farina. Durante l'incontro di presentazione, Loredana ha spiegato che una delle attività della neonata associazione sarà l'assegnazione di borse di studio per promuovere la progettazione di libri-gioco. Tutto questo ci è parso così promettente che abbiamo chiesto a Loredana, curatrice per noi del bellissimo saggio La casa delle Meraviglie, sulla Emme Edizioni di Rosellina Archinto, di raccontarlo sul nostro blog. La ringraziamo per averlo fatto.

[di Loredana Farina]

Mi occupo di libri per bambini e ragazzi da più di cinquant’anni. Mi sembra un bel record che quest’anno è stato festeggiato da un gruppo di amici alla Fiera di Bologna con una festa a sorpresa. Bellissima.

Questa passione per la carta stampata – che a volte ha rischiato di condizionare la mia vita privata – anche in vecchiaia continua a farmi compagnia.

Ho imparato il mestiere di far libri presso un editore che non esiste più da anni. Proprio un bel mestiere, che allora si faceva con forbici, cow gum e tipometro. Preistoria!

Nel 1977, poi, ho cofondato La Coccinella, della quale sono stata direttore editoriale fino al 1990. È da allora che i libri-gioco mi sono rimasti attaccati alle dita come il domopak. Ancora oggi La Coccinella pubblica solo libri-gioco.

I libri-gioco - termine che si è diffuso solo dalla fine del secolo scorso -  sono eterodossi rispetto ai libri tradizionali stampati su carta, e farli (cioè progettarli e realizzarli) comporta competenze più complesse che abbracciano aspetti anche tecnici.

Come tutti i libri sul mercato, i libri-gioco si fanno con le macchine. Conoscere i passaggi tecnici e pratici che trasformano il progetto di un libro di cartone in un prodotto finito è stato per me un percorso molto interessante.

Quante ne ho imparate di cose: ho imparato a pensare con le mani e a prevedere i passaggi successivi del fare.

Mi viene chiesto spesso di dare una definizione dei libri-gioco, ai quali ho dedicato molta attenzione anche dopo aver smesso di fare l’editore, ma tuttora mi risulta difficile definirli. Ci ho provato qui.

Nel 1987, Bruno Munari scrisse la presentazione al catalogo de La Coccinella, presentazione che mi sembra ancora calzante:

Una volta i libri erano di solo testo, con qualche illustrazione in bianco e nero, e la comunicazione avveniva solo attraverso la letteratura; anche le poche illustrazioni non erano progettate per completare la comunicazione verbale, ma solo come ornamento aggiunto. Il libro non era considerato come oggetto comunicante in sé, ma come supporto per la letteratura. Oggi invece si è finalmente scoperto che l’immagine comunica, anche il colore, le forme, il tipo di carta o cartone, la grandezza dei caratteri tipografici o la forma stessa delle lettere, e comunica anche tutta la tecnologia editoriale e cioè le fustellature, gli spessori, la rilegatura…

Oggi siamo finalmente nella “comunicazione visiva” e non solo visiva ma anche tattile, termica, plurisensoriale. Cosa fa un bambino che prende in braccio un gatto? Compie un’azione che interessa tutti i suoi sensi: sente la morbidezza del pelo, sente il peso, vede il colore del gatto, sente il calore, sente la voce, l’odore… In natura queste comunicazioni sono sempre state plurisensoriali. È evidente che un bambino di fronte a un libro che gli occupa uno solo dei suoi recettori sensoriali, sia meno interessato che di fronte a un libro da toccare, manipolare, guardare, trasformare, e anche leggere quanto basta per completare l’informazione globale. Quelli della Coccinella hanno avuto il coraggio di impostare una vera casa editrice solo di libri di comunicazione visiva e tattile, hanno inventato un nuovo modo di fare libri per bambini, e non hanno bisogno di essere incoraggiati o aiutati dato che questi libri hanno grande successo anche all’estero.

 Libri/giocattolo, libri a sorprese visive, libri che si trasformano, libri nei quali puoi infilare le dita, libri adatti ai bambini, finalmente!

Negli ultimi anni constato con rammarico che, soprattutto in Italia, la ricerca sui libri-gioco e sulle loro possibilità di racconto si è molto appiattita e si preferisce ripetere gli stessi schemi formali e importare dall’estero cose già fatte. Che peccato.

È per questo che ho pensato di fondare una associazione che si chiama Associazione Ts’ai Lun 105 che ha lo scopo di incentivare presso i giovani l’interesse nei confronti di come si fanno i libri-gioco.

Questa associazione finanzia borse di studio annuali che prevedono principalmente un soggiorno in cartotecnica per familiarizzare alla produzione dei libri, alle fustellatrici, piegatrici, pulitrici, foratrici, raccoglitrici, spiralatrici e a tutte quelle macchine semplici ed automatizzate che fanno ormai parte del paesaggio quotidiano di chi produce libri permettendo di risolvere quasi ogni problema. Se vi interessa, potete scaricare il bando qui.

Mi piacerebbe che la conoscenza dei processi produttivi dei libri-gioco si diffondesse e migliorasse anche la capacità progettuale. Ho fiducia che la scoperta delle tecniche di produzione possa far nascere molte scintille creative per progettare nuovi libri-gioco o per farsi venire nuove idee in altri ambiti editoriali.