Nel nostro piccolo

[di Sara Stefanini]
 
La ricerca di Atlantide colpisce le corde più profonde del cuore per il senso della malinconica perdita di una cosa meravigliosa, una perfezione felice che un tempo apparteneva al genere umano. E così risveglia quella speranza che quasi tutti noi portiamo dentro: la speranza tante volte accarezzata e tante volte delusa che certamente chissà dove, chissà quando, possa esistere una terra di pace e di abbondanza, di bellezza e di giustizia, dove noi, da quelle povere creature che siamo, potremmo essere felici..."
Lyon Sprague de Camp (scrittore statunitense)
 
Da molto tempo che Daniela Tieni e io volevamo sviluppare un progetto insieme; da molto tempo Atlantis era nascosto nelle nostre teste, ma ancora non si chiamava Atlantis e ancora non sapeva che forma prendere.
 
Poi, un giorno, ascoltando la trasmissione Caterpillar di Radio 2 Rai, sono venuta a conoscenza dell'esistenza di MOAS, Migrant Offshore Aid Station, e dell'attività che svolge. Alla trasmissione partecipava Regina, co-fondatrice di MOAS, della quale mi colpirono il coraggio, il mettersi in prima linea per salvare le persone che tentano di attraversare il Mediterraneo, fuggendo dalla povertà, dalla guerra, dalla violenza, dalla fame. 
  
Persone, non "migranti". Perché siamo tutti persone e siamo tutti migranti. Io stessa sono migrante: mi sono spostata molte e molte volte, alla ricerca di una possibilità di lavoro (per quanto possa sembrare strano, la Svizzera non è una mecca per un'aspirante illustratrice) o all'inseguimento di un sogno. E non escludo di rifarlo. Quelli che chiamiamo "migranti" sono persone e troppo spesso ce ne dimentichiamo. E collocando tutte queste persone sotto un unico nome, le trasformiamo - quanto inconsapevolmente? - in una massa minacciosa con un'unica destinazione: casa nostra.  Così, nella testa di Daniela e nella mia è nato Atlantis,  un progetto teso a riportare l'attenzione sulle persone, lavorando sui confini, in questo caso immaginari, di una terra controversa e mitica, come quella di Atlantide.
 
Quasi un anno fa ormai, qualche mese dopo aver appreso dell'esistenza di MOAS, il corpo del piccolo Aylan viene fotografato su una spiaggia e poche settimane dopo un'altra barca affonda inghiottendo nel mare altri dieci bambini. Nessuno è rimasto indifferente. Qualcuno ha deciso che si dovesse fare qualcosa. Così è nato Atlantis.
 
Dopo aver scritto il progetto e aver contattato MOAS, avuta la conferma del loro interesse e del loro supporto, abbiamo cominciato a lavorare, a stilare una lista degli illustratori con i quali avremmo voluto collaborare, organizzare, scrivere mail… tantissime mail.
 
Abbiamo puntato a illustratori già affermati, se non celebri, e avere risposte positive da tutti è stato davvero gratificante. Ognuno di loro ha sposato il progetto con entusiasmo e questo ci ha dato una spinta per continuare anche nei momenti più complessi della gestione del lavoro.
 
Importante è stata anche l'adesione di Tiburtini carattere tipografico, che ha voluto essere partner del progetto, facendosi carico della stampa del libro.
L'equipaggio è formato da illustratori, scrittori, tipografi, traduttori: tutte persone sensibili a un problema che sembra distante ma che, al contrario, riguarda tutti. E che sono state disposte - per solidarietà - a fare una cosa che nessuno ama fare: lavorare gratis. 
 
Atlantide è un luogo remoto. Una leggenda che, attraverso i secoli, è arrivata fino a noi, affascinando filosofi, avventurieri, registi, scrittori. Una terra scomparsa, brutale e intrisa di ambizione e morte, ma anche un mito di ricchezza e di libertà. L'abbiamo scelta come tema e destinazione del nostro viaggio perché chi, in passato come oggi, attraversa un braccio di mare spesso - se non sempre - pensa di essere diretto verso una terra mitica, alla quale attiribuisce caratteri e connotati che non le appartengono. Una terra che probabilmente, una volta raggiunta, si rivelerà diversa, inattesa e spesso crudele. 
 
 
La fragile speranza che guida i passi delle persone che migrano ha guidato anche le nostre mani di disegnatori. È nata così una Atlantide composita, fatta delle idee e dei pensieri di ventisei persone diverse, fra le quali  uno scrittore è riuscito a tessere un fil rouge , facendone una trama.
 
 
Atlantis è diventato un art book e lo si può acquistare sul sito it.ulule.com/atlantis-7/. L’intero ricavato della vendite del libro sarà offerto a MOAS, che lo impiegherà per le proprie attività istituzionali di assistenza alle persone che migrano. Nel nostro piccolo, ogni contributo è importante per la riuscita della campagna.
 
 
Ma è arrivato il momento di presentarvi i membri dell'equipaggio, ciascuno con il suo bravo link di ordinanza:
 
ARTISTI 
 
DIREZIONE ARTISTICA E GRAFICA
Sara Stefanini e Daniela Tieni
 
COVER ARTIST
 
PREFAZIONE
 
VIDEO
 
TRADUZIONE
Sara Trofa (prefazione)
 
Speriamo dunque che questo progetto possa toccarvi non solo per il messaggio che porta, ma per l'amore con il quale è stato fatto. LLe vendita stanno procedendo molto bene e resta ancora qualche giorno per acquistare una copia del libro o sostenere il progetto acquistando altri oggetti correlati. Non è difficile: potete farlo - ve lo ricordo ancora - sul sito it.ulule.com/atlantis-7/.
 
[Le illustrazioni qui riprodotte sono, dall'alto in basso, di Melissa Castrillon, Riccardo Guasco, Jun Cen e Alessandra de Cristofaro].