Un elefante per i bambini italiani

Oggi parliamo ancora di L'elefante, il racconto di Aleksandr Ivanovic Kuprin, tradotto e adattato da Francesca Brunetti e Natalia Lapiccirella, di cui qualche settimana fa su questo blog ha scritto Riccardo Guasco che l'ha magnificamente illustrato. Oggi lo presentano dal loro punto di vista le curatrici e traduttrici, Francesca e Natalia. Vi ricordiamo che sabato 29 ottobre L'elefante sarà presentato alla libreria MarcoPolo, a Venezia, in campo Santa Margherita, alle ore 20. Ne parleranno coi librai Riccardo Guasco, Paolo Canton e Ale Giorgini. Per l'occasione abbiamo realizzato un timbro che accompagnerà le dediche personalizzate di Riccardo.

[di Francesca Brunetti e Natalia Lapiccirella]

A più di cento anni dalla sua pubblicazione in Russia, arriva per la prima volta in Italia L’elefante di Aleksandr Ivanovic Kuprin (1870-1938). Autore molto prolifico, Kuprin ci ha lasciato romanzi, racconti, schizzi, bozzetti, articoli giornalistici, fiabe e racconti per bambini, saldamente ancorati al suo tempo e alla sua terra, dove è letto e molto amato ancora oggi.

L’elefante è un racconto fantastico, ancora molto attuale. Una bambina si ammala gravemente, smette di mangiare, si spegne lentamente e sembra che non abbia più voglia di vivere. L’unico desiderio che la tiene ancorata alla vita è la vicinanza, il desiderio di un contatto con un animale. Non un animale qualsiasi, ma un enorme e ingombrante elefante. Il padre fa di tutto per assecondare i desideri della piccola, spingendosi fino al circo cittadino dove convince il domatore a condurre in casa il pachiderma. Una volta in casa, l’elefante apre le porte dell’affettività alla piccola e lenisce la sua solitudine. La sua compagnia si rivelerà determinante e permetterà alla bambina di ricominciare a vivere.

L'elefante di Aleksandr Ivanovic Kuprin, illustrazioni di Riccardo Guasco, Topipittori 2016.

È vero, gli elefanti non abitano le nostre case, ma i cani, i gatti e gli altri animali domestici non rivestono forse un ruolo importante per i bambini con cui instaurano un rapporto di scambio, di cura reciproca? E questo, come tanti altri racconti per bambini, non rappresenta forse una metafora di una relazione feconda, ricca di conseguenze nella vita dei più piccoli?

Accanto alla bellezza della storia vi è poi un elemento per noi di grande soddisfazione per la pubblicazione italiana de L’elefante. Si tratta di un racconto molto noto e letto in Russia, da generazioni di adulti e dai bambini di oggi. È pubblicato in tante edizioni diverse, come altre opere per bambini di Kuprin. In estate a San Pietroburgo sono rimasta meravigliata nel notare la gran quantità di “elefanti” nelle librerie (di cui nelle immagini vedete alcune copertine). È talmente popolare in Russia questo racconto che ne esiste anche una versione animata del 1969.

Quindi l’averlo tradotto e riadattato in italiano aggiunge qualcosa di nuovo alla produzione editoriale italiana, ancora oggi non particolarmente ricca di testi di letteratura russa dedicati all’infanzia. Una letteratura che vanta una lunga e variegata tradizione di opere per i bambini, ancora inedite.

C’è infine una ragione puramente sentimentale per cui amiamo questo testo. La vorremmo menzionare perché si tratta di una storia nella storia.

Ho iniziato a tradurre i racconti per bambini di Kuprin quando è nata la mia prima figlia, ventidue anni fa. Tradurre Kuprin, aiutata a correggere le traduzioni da una vicina di casa moscovita, rappresentava a quel tempo per me un lusso: un momento di svago, di scoperta, ma soprattutto di libertà e di piacere. Ricordo che anche allora, come oggi, quel racconto mi colpì molto. Tanto che lo detti a un’amica insegnante affinché lo leggesse in classe. Cosa che fece, con un riscontro positivo dei bambini.

A.I. Kuprin, Slon i drugie istorij, 2014.

A.I. Kuprin, Slon,  Amfora, 2011.

A.I. Kuprin, Slon, Detskaja literatura,  2014.

Poi, la routine lavorativa, altri impegni, la nascita di un’altra figlia fecero in modo che mettessi da parte la pratica della traduzione e con essa Kuprin. Finché un giorno, nel 2012, durante un trasloco all’interno della mia casa riapparvero i racconti kupriniani e con loro L’elefante. Lo feci leggere a Natalia, amica, lettrice vorace e editor di una casa editrice fiorentina, che lo apprezzò molto. Ma al tempo stesso era persuasa che il testo così com’era non sarebbe potuto arrivare ai bambini di oggi. Insieme decidemmo di farne il testo per un album illustrato.

A. Kuprin, Slon,  Chudoznik Gennadij Spirin, Moskva : Ripol Klassik, 2013.

L’elefante nella sua versione originale è un racconto di dieci pagine ambientato all’inizio del secolo scorso in una città della Russia. Denso di rimandi visivi, ci è sembrato quasi naturale alleggerirlo, ridurlo, limarlo facendo parlare soprattutto le immagini, le illustrazioni che avrebbero dovuto essere potenti, fortissime nell’evocare una storia ad alto valore simbolico.

Così abbiamo inviato la riduzione, come viene ora pubblicata, a Topipittori, consapevoli dell’impegno e della ricerca dell’editore nel campo della grafica e dell’illustrazione. Se il riscontro è stato immediato, la realizzazione del libro ha richiesto tre anni! Un tempo incredibilmente lungo per noi, ansiose di vedere realizzato il progetto.

A.I. Kuprin, Slon, Detskaja literatura, 1975.

Quando, lo scorso anno, abbiamo visto per la prima volta le tavole di Riccardo Guasco, siamo rimaste favorevolmente colpite dal suo lavoro, che ci sembra innovativo per il taglio, dal gusto primo novecentesco, e in totale discontinuità con le versioni in circolazione in Russia, decisamente più didascaliche.

L’elefante fu pubblicato nel 1907. Un periodo straordinariamente ricco e fecondo nella cultura di questo paese. Lo dimostrano la varietà e la raffinatezza delle illustrazioni dei libri per bambini del primo novecento (Biblin, Mitrokin, Narbut) e del periodo immediatamente successivo alla Rivoluzione di Ottobre. Una tradizione di cui si è perso quasi traccia nella odierna letteratura russa per l’infanzia.

Riccardo Guasco con le sue tavole colorate, le immagini stilizzate a tutta pagina, valorizza e amplifica il significato di un racconto denso di contenuti che ancora oggi merita di essere letto e al tempo stesso sembra strizzare l’occhio a quegli anni irripetibili.

Kuprin nella stanza dei bambini della casa di Gatcina, 1913.

Kuprin a cavallo con la figlia Ksenija, 1911.

Kuprin insieme a Giacomino (Giacomo Cireni ) e alla cagnetta ammaestrata Dikki, 1912.

Foto tratte da: N.N. Fonjakova, Kuprin v Peterburge – Leningrade,  Leningrad : Leninsdat, 1986.