C'era un ramo

Giovanna Zoboli, Francesca Zoboli, 2007
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Una starna codalunga di 35 cm, circa un etto di peso, può arrivare a percorrere in un anno circa 50 mila chilometri. In questo c'è qualcosa di miracoloso e sorprendente che rende la migrazione degli uccelli uno dei fenomeni naturali che più affascinano l'uomo. Restiamo a bocca aperta per la capacità di orientamento di questi piccoli animali, per le distanze che percorrono, per la loro resistenza in volo. Ma anche perché in questi movimenti ciclici riconosciamo qualcosa che ci appartiene nel profondo: il nomadismo, lo spostamento per necessità materiali, il bisogno di adattarsi al ritmo delle stagioni, l'istinto a partire, l'emozione del ritorno. Giovanna Zoboli e sua sorella Francesca - artista, decoratrice, grafica, al suo felice esordio come illustratrice per ragazzi - attraverso la storia di un uccello migratore costruiscono un racconto pieno di poesia e stupore, sul viaggio e sulle stagioni, sulle grandi domande della vita e sull'inquietudine che ci spinge a esplorare, navigare, scoprire.
Nella prima tavola l'uccellino è nel suo nido, circondato dal grigio dell'inverno e dal bianco della neve. L'animale non capisce cosa stia succedendo, ma sente il bisogno di partire, di volare in alto verso le stelle, per trovare risposta alle sue domande. La migrazione diventa un viaggio alla scoperta del senso della vita, un percorso di crescita necessario e inevitabile che spinge l'uccellino ai confini dell'universo conosciuto, fra buchi neri, pianeti inesplorati e tempeste cosmiche. Finché nella penultima tavola l'animale fa ritorno al suo ramo. Ora lo sfondo è verde, come a primavera, e nel nido c'è un uovo bianco: dopo il viaggio si scopre la felicità al punto di partenza, dove tutto è uguale e, allo stesso tempo, diverso. Diverso perché sono cambiati gli occhi di colui che osserva, e che infine (nell'ultima tavola) è pronto a includere nel suo sguardo anche gli altri rami, con i loro nidi, gli uccelli e le uova. Un albo essenziale e misurato, nella scrittura come nell'uso del colore e nella composizione della pagina, ma allo stesso tempo un albo capace di emozionare il lettore perché narra una storia a più livelli, che è metafora dell'esistenza e del nostro viaggio attraverso la vita.

Un viaggio senza fine, Mara Pace, Andersen, giugno 2007.