Gli occhi servono per vederci fuori

Qualche tempo fa, a Breno, insieme a Elena Turetti, di cui da poco abbiamo parlato qui, abbiamo conosciuto Marco Milzani e Dario Rodondi. Marco e Dario ci hanno parlato di un progetto editoriale nato 12 anni fa: la rivista bimestrale Zeus!, realizzata dalla cooperativa sociale Il Cardo, di Edolo, e interamente scritta e disegnata da persone disabili. Zeus! è un oggetto sorprendente: ogni numero è diverso dagli altri, sia per temi trattati sia per scelta iconografica (c’è un’unica rubrica fissa dall’inizio, quella, meravigliosa, dell’Oroscopo di Michela Ivanov). Ma soprattutto Zeus! è sorprendente per il modo in cui presenta e racconta la disabilità ai lettori, attraverso le parole di chi la vive. Un modo di pensare, riflettere, scrivere fuori dagli schemi e dalle griglie interpretative di cui disponiamo, e a cui, pur con tutto il parlare che si fa di diversità, non siamo abituati. Abbiamo chiesto a Marco e a Dario di rispondere ad alcune domande su Zeus! e sul lavoro di chi la fa. E per questo li ringraziamo.

Di cosa si occupa la cooperativa sociale Il Cardo e in che tipo di interventi è specializzata?
La cooperativa è nata 30 anni fa e da allora abbiamo cercato primariamente di soddisfare, sempre meglio, i bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie fornendo molti servizi. Al contempo abbiamo messo a disposizione dell’intera comunità dell’alta Valle Camonica il frutto della nostra competenza educativa occupandoci anche dei bambini e dei ragazzi e ora anche di ambiente e solidarietà verso le persone che stanno migrando da altri continenti e si trovano qui senza nulla.
Con che disabilità lavorate?
Soprattutto disabilità intellettiva, ma nei servizi convivono persone con disabilità diverse e noi lo riteniamo un valore aggiunto. Per i ragazzi autistici minori di 18 anni abbiamo contribuito insieme ad altre realtà della Valle alla nascita di un centro specialistico con il quale collaboriamo.

Quando è nata Zeus! e con quali funzione?
Il numero zero della rivista è uscito nel gennaio del 2005 in comunità alloggio, un po’ come una fanzine con un budget ridottissimo, per diventare poi negli anni una rivista vera e propria e coinvolgere tutti i servizi alla disabilità della cooperativa.
Rispetto alla sua funzione invece tutto parte dalla relazione, dal dialogo tra educatore-utente, dove la creazione del testo o del segno è un arricchimento per entrambi, un modo per approfondire i rapporti e la conoscenza reciproca. Da ogni dialogo, superate la superficialità iniziale, esce il punto di vista dell’utente e da lì in poi nasce il testo. Scrivere su Zeus!  è un  modo per rafforzare la consapevolezza della propria esistenza, rielaborare, comprendere meglio ciò che si è e ciò che si fa.
Poteva restare uno strumento interno ma abbiamo creduto che quelle parole potessero avere un valore anche per gli altri; che il testo o il segno stampato potesse vivere indipendentemente dalla disabilità di chi lo ha scritto.
Quante persone ci sono in redazione, chi sono e che compiti svolgono?
La redazione fissa a oggi è composta dal direttore, dalla grafica, dal caporedattore e da quattro educatori che lavorano in servizi diversi e sono il tramite con i redattori-utenti che scrivono sulla rivista. Ogni tanto la redazione è aperta ai fan o a collaboratori esterni. La redazione si ritrova al completo almeno una volta al mese per verificare il lavoro svolto, organizzare la lavorazione del numero successivo.

Chi sono i vostri collaboratori e che rapporto hanno con Zeus!?
I collaboratori sono di solito lettori, fans della rivista, che mettono a disposizione la loro professionalità o una loro attitudine per promuovere la rivista e diffonderla. Negli ultimi anni, anche grazie alle idee e all’entusiasmo dei lettori, ci siamo approcciati anche ad altri linguaggi che hanno visto la rivista trasformata in reading o in uno spettacolo teatrale, in una trasmissione radio o in una web serie.
Qual è la relazione fra Zeus! e la funzione sociale della cooperativa?
Il punto di vista della rivista, e quindi della cooperativa che la edita, è chiaro: far emergere l'identità e non la patologia dei suoi redattori-utenti; il loro pensiero e non la presa in carico o la cura che gli operatori danno loro. Si dà dignità alla persona così com’è. Zeus! è una sorta di manifesto della nostra cooperativa, vuole essere la sua filosofia.

Come scegliete i temi di ogni numero e chi li stabilisce?
La scelta dei temi è stata sempre dettata da un’intuizione o un'urgenza presente in qualche articolo o dialogo dei nostri redattori: seguire un’idea ci ha portato spesso a far lavorare anche gli altri redattori su uno stesso tema. La morte, la religione, i colori, il sesso, i numeri, gli scarti, la chirurgia estetica, per fare qualche esempio. Un tempo i temi nascevano da numero a numero, ora si pianificano all’inizio dell’anno perché sempre di più la fase di progettazione del singolo numero è diventata indispensabile. Ci lasciamo però sempre aperta una porta per una sorpresa o per un’idea che possa entrare all’ultimo.

Avete anche numeri speciali?
Sì, il più recente è Cronaca Zeus!, il numero uscito durante le festività natalizie. La redazione ha creato una versione deluxe omaggio al noto settimanale Cronaca Vera, che i meno giovani ricordano bene almeno per le copertine pruriginose, e che, ancora oggi, è il settimanale più venduto nelle carceri italiane, padre putativo dei molti programmi di cronaca strillata della nostra tv. Qui in Cronaca Zeus! l’effetto è strepitoso, si mescolano fatti di cronaca locale, l’incendio alla sede di Sonico della Cotonella ad esempio, eventi inventati che hanno dato spazio all’immaginario dei redattori, storie di cronaca nera nazionale riviste alla luce delle notizie percepite dalla tv, le rubriche, le lettere…  con un’impostazione grafica che, se non si trattasse di un omaggio, penseremmo a un plagio. Il risultato è di grande comicità, grazie ai titoli e alle immagini che vedono gli stessi redattori interpretare i personaggi dei testi scritti. Insomma, un numero nero che gronda di risate. Nella rubrica Dottore mi dica, Luca scrive: Dottore sto male o sto bene? Il dottore risponde: Sei molto bello, stai proprio bene vestito così. Ecco, quello che ognuno vorrebbe sentirsi dire dal proprio medico. Oppure Paola chiede: Il morbillo mi preoccupa: come si prende? Il dottore risponde: Il morbillo si prende in due modi: con l’acqua o con il cucchiaio. Consiglio con l’acqua che si scioglie.

Come si svolge la produzione di un numero di Zeus!?
È difficile rispondere, siamo mutanti e dipende se il numero è monografico o no; se lavoriamo soli o ci sono collaboratori esterni o professionisti che intervengono nelle fasi creative. Normalmente gli educatori confrontandosi con il capo redattore lavorano durante le attività di Zeus! con i redattori. Si discute quindi del tema raccogliendo le prime impressioni e poi si comincia a raccogliere il materiale (articoli di singoli redattori, articoli di gruppo, dialoghi registrati, disegni). Il compito dell’educatore è quello di andare a fondo, superare il primo strato superficiale e durante il confronto fare domande che stimolino il redattore. Ogni redattore è comunque un mondo a sé e le tecniche sono quindi molto diverse. Una volta raccolto il materiale viene esaminato e discusso in redazione. Una volta che il numero prende forma, il dialogo si sviluppa più tra capo redattore e grafico. Il confronto con il direttore avviene spesso nella fase dove il numero è già preimpostato anche graficamente.

Ci fate qualche esempio di testo realizzato per Zeus!?
Ogni articolo è una narrazione che assume il ritmo di una piccola storia che salta ogni possibile banalità grazie a svolte inaspettate, come, ad esempio quella raccontata da Monica nel numero estivo di Zeus! dedicato ai tanti viaggi possibili che un lettore può fare tra riviera romagnola e Australia. La nostra redattrice è nata in Ucraina e ci torna  ogni estate in vacanza, ma stavolta racconta subito delle bombe e della violenza nel suo paese. Sul finale scopriamo il senso di appartenenza a una nazione […] Abbiamo in casa appesa bandiera Ucraina, in salotto, abbiamo messo grande noi… ma anche che quest’anno Monica non torna in patria e il motivo stride ovviamente con lo scenario di morte appena raccontato: […] Volevamo andare, ma poi in macchina sto male.
Oppure sono storie fra il reale e l’immaginario, come quella di Paola che scrive: Io anni fa avevo una scimmia. Me l'aveva regalata la mia zia dall'Africa, poi è morta di un tumore e l'abbiamo buttata via nel fiume. Mia sorella non ne prende più di scimmie, perché muoiono subito e poi bisogna dargli sempre da mangiare. L’avevamo messa nella gabbia, ma dopo che l'abbiamo messa nella gabbia è morta. Una scimmia dovrebbe andare in giro su una bicicletta, perché deve pedalare e fare tanti giri in paese. A volte, la scimmia rimane a casa sua perché gli altri animali sono stanchi di camminare e sono stufi di vederla. Lei ci rimane male e muore d’infarto.

Che rapporto instaura questo tipo di narrazione con il lettore?
Negli scritti si trovano molte risposte a fatti contemporanei e la chiave di lettura dei redattori di Zeus! attinge spesso o alla loro realtà quotidiana di persone abituate da sempre ad avere a che fare con educatori, assistenti, medici, farmaci oppure vola verso l’immaginario puro, ma sempre con una forza centripeta inaspettata che riporta a terra il lettore e lo fa confrontare con se stesso, con la propria visione del mondo e della diversità. Ad esempio trovandoci di fronte a una frase di Alessandra come “gli occhi servono per vederci fuori” abbiamo per lo meno due possibilità: la prima di classificarla come una banalità; la seconda il riportarci al significato del vedere, dell’andare oltre se stessi, di riappropriarsi della vista che va incontro all’altro. Ovviamente la seconda regala suggestioni che si moltiplicano e poi ti tirano giù a fare i conti con il fatto che riacquistare i significati delle cose e delle parole passa attraverso un pensiero chiaro e semplice scritto da chi consideriamo diverso da noi.

Che ruolo ha l’illustrazione all’interno del progetto editoriale?
L'illustrazione per Zeus! non è solo corredo al testo scritto. Molti dei nostri utenti non si esprimono verbalmente, il disegno diventa quindi un mezzo espressivo fondamentale e molto potente. Con l’illustratore esterno c’è ovviamente tutto il tema del confronto creativo e umano, uno scontro tra sensibilità diverse, è un modo per allargare il cerchio, per incontrare o confrontarci con persone che frequentano altri mondi. È la possibilità di far partecipi più persone possibili del nostro progetto.

Come selezionate gli illustratori?
Spesso sono proprio loro a proporsi, perché interessati al nostro lavoro e all'idea che promuove. In altri casi siamo noi a contattarli,  per numeri speciali o per copertine che ci sembrava dovessero avere proprio quel segno lì. Ci sono state edizioni che hanno richiesto fasi di progettazione condivisa come per il numero che nel 2011 ha accompagnato Alessandro Busci alla Biennale di Venezia o per quello che uscirà a Natale 2017, l’erbario umano, che ci vede progettare e lavorare anche sui  contenuti con Sara Donati.
Se l’illustrazione è per la copertina di solito inviamo i testi all’artista perché possa ispirarsi,  è successo, ad esempio, per la provocatoria copertina di Marco Luzi per il numero monografico sulle religioni o con il fotografo Paolo Tresoldi con La bottega dei pezzi di corpo o per l’austriaca Nanna Prieler per quello dedicato al cibo (uscito nei giorni di Expo a Milano).
Per il numero speciale Le favole di Zeus! hanno lavorato 11 illustratori, uno per favola,  che stimavano il nostro lavoro e sono stati selezionati e coinvolti dal grafico e dal capo redattore.

Come è stata accolta Zeus! e che tipo reazione suscita?
Zeus! è amato soprattutto fuori dal nostro territorio, dove tutto può essere visto allontanandosi dalla conoscenza diretta delle persone e della cooperativa. Da lontano è più facile cogliere il lavoro culturale e le domande che ogni testo propone al lettore che si vede spesso costretto a delle capovolte destabilizzanti. Le reazioni sono quindi diverse a seconda dell’approccio che ognuno ha verso la diversità.

Come viene commercializzata e che relazione ha con l’esterno?
La rivista principalmente viene spedita in abbonamento Italia e estero, 20 euro per 6 numeri, o la si può trovare in alcuni punti vendita, AAA cercasi distributori disperatamente che intendano promuovere la Rivista.
Una volta che Zeus! è nelle mani di un lettore o su un divano di una casa in Italia o all’estero è potenzialmente iniziato il contagio, ma, come dice il nostro redattore Danilo Ramus, “Zeus! è meglio darlo da leggere a una persona che è capace di leggerlo”… quindi siamo una rivista di nicchia. Zeus! ha anche un blog e una pagina facebook dove è più facile interagire con i nostri redattori o levarsi curiosità.
Come è cambiata nel tempo e cosa prevedete per il suo futuro?
La rivista è mutante, cambia un poco ogni numero. Nel 2016, per la prima volta, i nostri redattori si sono trasformati in inviati speciali e abbiamo lavorato a due numeri che ci sono stati commissionati (un numero sulla raccolta differenziata per una grossa azienda di servizi e un altro da una cooperativa che compiva 30 anni). Per il futuro ci affidiamo sempre alle letture astrologiche della nostra Michela Ivanov.
L'ultimo numero di Zeus!, il n.69 di marzo/aprile, è interamente dedicato al tema delle migrazioni e dei viaggi, perché la cooperativa Il Cardo si occupa anche di migranti e gestisce due appartamenti dove vivono sette richiedenti asilo. È un numero bellissimo che consigliamo a tutti di acquistare e leggere (ndr).

 

Qui trovate tutte le informazioni sulla rivista:
titolo: Zeus! Rivista Mutante
anno di nascita: 2005
pagine: 32 su carta riciclata FSC
pubblicazione: bimestrale
tiratura: 1000 copie - Spedizione in abbonamento
editore: Il Cardo Società Cooperativa Sociale Onlus
contatti: Marco Milzani, direzione@ilcardo.it
www.zeusrivistamutante.it
FB: Zeus! - rivista mutante
FB: ZEUS - Web-Serie
Canale You Tube: Zeus! Web-serie
www.ilcardo.it