Non ho che auguri da regalare

C'è una poesia di Gianni Rodari sugli alberi di Natale, una delle numerose, perché a questo poeta gli alberi di Natale dovevano piacere parecchio a giudicare dalla bellezza delle parole che ha dedicato loro, che si intitola Il magico Natale ed è molto allegra perché è come una passeggiata per le strade della città nella baraonda natalizia che è caotica ma insieme intima, spavalda ma anche un po' malinconica. Insomma, proprio come è questa festa e come sanno bene gli scrittori.

Ve la proponiamo, oggi, per farvi gli auguri. Per accompagnarla abbiamo scelto alcune foto: bambini, adulti, anziani, donne, uomini, ragazze ragazzi, famiglie, colleghi di lavoro. Tutti accanto al loro albero di Natale, che sia grande, minuscolo, medio, decorato, sparuto, luccicante, modesto, serio, frivolissimo.

Ognuno di loro guarda l'obiettivo o si guarda intorno e sembra pensare qualcosa: «Riceverò finalmente la mia lente di ingrandimento?», «Mi starà bene questo vestito?» «Quest'anno l'albero è venuto benissimo.» « Voglio tornare a casa.» «Evviva, adesso suonerò la tromba fino a farvi scoppiare le orecchie!» «Non c'è il cavallo a dondolo?!» «Deve avermi dato fastidio l'antipasto.» «Il nonno ha davvero una barba stranissima.» «Che spasso le cugine americane.» «Che colossale seccatura.» «Mi ricorderò di togliere l'arrosto dal forno?» Insomma quel genere di pensieri che si fanno da secoli accanto agli alberi di Natale. Per questo, noi  abbiamo trovate queste immagini veri e propri racconti natalizi, ognuna a suo modo.

Ciò detto, dovunque siate, qualunque cosa facciate, in qualsiasi modo decidiate di festeggiare, noi vi facciamo i nostri più cari auguri, ringraziandovi per la fiducia, l'affetto e l'interesse con cui ci seguite. Il blog va in letargo fino al 9 gennaio. Ciao!

S'io fossi il mago di Natale

farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.

In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an'roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s'intende.

In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.

Continuiamo la passeggiata?>
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei cappotti.

Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.





 

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