Questa non guardatela, che sono venuta male.



 Pillyè nata nel 2005: femmina, da una coppia di femmine, cioè me, testi, e Francesca Bazzurrodisegni, (alla faccia dei neoperbenisti che si accorgono dei libriesclusivamente per deprecarne l'esistenza). Ha avuto una vitabreve, ma intensissima, come quella del mensile che l'ha tenutaa battesimo e per cui è stata espressamente creata, cioèBaribal, generato da un'altrafemmina, a nome Maria Elisa Traldi. Con Francesca avevamo all'attivogià tre libri e alcune collaborazioni, per cui lavorammo felicementealla creazione di questo personaggio. Così felicemente che adessonon ricordo bene come Pilly sia venuta fuori (giusto per dareragione a Tolstoj: “Le famiglie felici sono tutte uguali; ognifamiglia infelice è infelice a modo proprio”). Sono abbastanzasicura che Pilly sia una sorellina di Angelica, la bambinetta diZoo segreto.

Equasi certamente, a giudicare da come in generale sono nate le cosefra noi, credo sia stata Francesca prima a darle un corpo e in seguitoio a darle un'anima. O, quanto meno, alcuni pensieri formulati inparole.
Appena fu in grado di parlare, Pilly chiamò:“Plato!”.  Sentito il suo nome, Francesca lo disegnòe fu subito chiaro che si trattava di un gatto sapiente (con quelnome, era ovvio). Plato viene, per analogia, da Cato, abbreviazionedi Catone, che è il mio gatto (avevo sognato di trovare un gatto edi battezzarlo Catone e una settimana dopo lo trovai davvero, cosìnon potei esentarmi dal seguire le indicazioni del sogno). Aneddoti aparte, ci fu subito chiaro che ogni storia (che si sviluppava su unadoppia pagina del formato tabloid del mensile), nasceva da un serratoconfronto fra i due: il gatto e la bambina.

La secondacosa che Pilly disse, fu, mostrando una fotografia: «Questanon guardatela, che sono venuta male.» Ogni storia cominciavacosì: con lei che diceva di essere venuta male in foto (molto,molto femminile). E poi mostrava un'altra foto. E un'altra, eun'altra ancora. Così il lettore, in modo immediato, scoprivapezzi del mondo e del carattere di Pilly: lei da piccola, leia carnevale, al mare, in montagna, in campeggio... Dall'ultima“foto” della serie mostrata da Pilly, ogni volta partiva ilracconto particolare di ogni puntata.

Quella che qui vedeteè, appunto, la prima puntata di Pilly, apparsa sulprimo numero di Baribal, nel novembre 2005. In questapuntata è la foto di Plato a dare il via alla storia, a introduzione deidue protagonisti e del rapporto amoroso che li lega. La puntata si chiudecon Plato che vuole uscire di scena di soppiatto e con Pilly che lo brancae, prendendolo in braccio, lo costringe a salutare i lettori: «Plato,vieni qui, Adesso dobbiamo salutare. Dài, vieni qui. È finita lapuntata. Mettiti in posa. Così, da bravo. Allora, ciao.» La cornice cheli inquadra è la stessa della foto in apertura, quella venuta male. Dopoquesta prima puntata, tutte quelle a seguire sono finite nello stessomodo, variazione più variazione meno.

DiPilly abbiamo fatte sei puntate pubblicate, emi sembra due o tre mai uscite: sei puntate semplicemente perché Baribal è durato sei numeri. La cosa bellaè stata che con questa bambina un po' matta e con il suo gatto filosofoabbiamo vinto il Premio Comicon Micheluzzi 2006per migliore sceneggiatura per serie umoristica, avendo lameglio su navigatissime star quali Topolino e Lupo Alberto. Nonavendo mai fatto fumetti prima di Pilly,è stata una gran soddisfazione.

Pilly avrebbeavuto parecchie altre cose da dire, credo. E certamente avrebbe avutobisogno di tempo per migliorare e crescere, come tutte le cose di questomondo. Destino ha voluto che non ci sia stato, questo tempo, dato che poiil fumetto, cessato Baribal, non ha trovato un'altracasa. Peccato. Dopo Pilly, sia io sia Francescaabbiamo fatto molte altre cose. Pilly è stata un lampo, certo. Maper noi, a tutt'oggi, è ancora piuttosto piacevole ricordarla.

FrancescaBazzurro, Giovanna Zoboli, Pilly ©.