A testa in giù

di Zosia Dzierzawska

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Alla televisione polacca alle sei del mattino del 13 dicembre 1981, il generale dell'esercito Wojciech Jaruzelski dichiarò la legge marziale in Polonia. [...] Con l'introduzione della legge marziale, il governo comunista della Repubblica Popolare Polacca limitò drasticamente la vita quotidiana delle persone, nel tentativo di schiacciare l'opposizione politica, guidata dal movimento di Solidarnosc. Migliaia di attivisti dell'opposizione furono internati senza accuse formali e molti vennero uccisi [...]. È questo il clima, il quadro storico, in cui, nel 1981, Ewa e Bogdan, studenti universitari attivamente coinvolti in Solidarnosc, vivono in un appartamento di Varsavia, in attesa che il 22 aprile 1983, alle ore 14:03, nasca la piccola Zosia. E, questo, è il punto di inizio da cui Zosia ha deciso di partire per raccontare la sua biografia d'infanzia.

Mano a mano che le pagine del racconto di Zosia procedono, che le tavole si susseguono, diviene sempre più evidente quanto, ancora una volta, le biografie d'infanzia siano uno degli strumenti imprescindibili, diretti, più ricchi e interessanti, a cui attingere per aggiornare, quindi ampliare, quell'enciclopedia di tipologie di vita che sono il riferimento primo di conoscenza quando si parla di bambine e di bambini, appunto di infanzie.

In A testa in giù, Zosia, la bambina dal nome insolito che arriva da lontano, riesce a tenere sempre teso il filo tra passato e presente, vivo il dialogo tra tradizione e sottesa rivoluzione, tra la quotidianità di una folta famiglia che sceglie di continuare a vivere nel proprio Paese e la pericolosa onnipresente straordinarietà della legge marziale, dei rischi della attività politica clandestina, della sopravvivenza conquistata a suon di tessere annonarie, della mancanza di risorse economiche, delle impossibilità di proseguire gli studi intrapresi, degli assassinii della polizia polacca.

Quella di Zosia è la storia di una e insieme di tante famiglie, di migliaia di persone, che nonostante tutto questo, decide e decidono di non arrendersi e di continuare a crescere i propri figli lì, nella convinzione e nell'esempio, veri ieri come oggi, che la difesa della libertà e della giustizia non possa essere delegata ad altri.

Quello che più sorprende in A testa in giù, come succede quando diventiamo partecipi di esperienze di questo tipo, è come sia possibile crescere forti, sani e felici in mezzo a tante difficoltà, suggerisce l'editore. Come sia possibile, anno dopo anno, resistere, combattere, affrontare ogni sorta di difficoltà e riuscire a fare in modo che i bambini, seppur consapevoli e coinvolti in prima persona nelle molte cose che succedono, possano godere di attenzione, intelligenza, creatività, tempo dedicato, energia vitale e amore continui.

Questa, oltre alla sorpresa, è anche la sensazione che rimane a libro finito e chiuso.

Da Zosia Dzierzawska: uno sguardo "a testa in giù" sul mondo dell'infanzia, di Elisabetta Cremaschi, su Gavroche. Parole e figure dell'infanzia, 18/11/2016.

 

di Cristina Bellemo e André Da Loba



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