I Martedì della Emme / 14: Vedere l'altrove

C'è sempre un libro con cui una casa editrice viene identificata e forse si identifica. Per la Emme, fu questo. Grazie Nicoletta.

[di Nicoletta Sudati]

Avevamo vent’anni. Cercavamo nei libri le facce dei bambini che incontravamo in aula, la loro sorpresa, la loro freschezza. Negli anni '70. Ma nei libri di testo, poca poesia, poca immaginazione, poca vita. Entrammo alla Libreria dei ragazzi di Milano, era il 1976. E fu una meraviglia per noi, giovani maestre, formate alla scuola, ma non dalla Scuola, di Don Milani, Mario Lodi, Célestin Freinet, Gianni Rodari... Guardavamo all’arte di Mirò, Matisse, Picasso con lo stesso stupore con cui leggevamo Silone, Montale, Quasimodo; con la stessa sorpresa con cui ci affacciavamo su Bruno Munari o Enzo Mari...

Fra i risguardi più belli mai apparsi.

Ed ecco, finalmente, tra le nostre mani, per la prima volta, Leo Lionni e il suo splendente Piccolo blu e piccolo giallo: un librino speciale, poche parole, immagini simbolo, semplici ma non banali, qualcosa anche per bambini, ma con l’arte e la poesia universali dell’umanità.

Diventò racconto libero con le parole dette di piccoli che non sapevano ancora leggere, e pittura di quella fatta con i colori in polvere, acqua e vinavil, e teatro con piccole quinte di carta velina sovrapposta, e musica con maracas di barattoli e riso, nacchere di “tollini” da bibita, piccole arpe su vecchie cornici e fili tesi... Guardare e vedere l’altrove.  Che bellezza! Non abbiamo smesso più. E dopo furono Eric Carl, Emanuele Luzzati, Beatrix Potter e tanti altri a indicare la strada.

Per noi, per me, ci sono incontri che segnano, persone che diventano “maestri” e ci accompagnano per sempre.

Edizione americana.

Ora sono dirigente scolastico e guardo con affetto e gratitudine le maestre d’infanzia che costruiscono libri con carta, stoffa, bottoni; gli insegnanti delle elementari che inventano con i loro bambini filastrocche che emergono tridimensionali da pagine realizzate con cartone e stagnola; gli insegnanti delle medie che giocano ancora con la parole e l’arte, anche quando è in powerpoint. A loro va il mio grazie.

A Rosellina Archinto e alla sua Emme devo gratitudine. Con un’eco lontana, forte e presente.

Edizione americana.


Nicoletta ci ha mandato una sua biografia, come da nostra richiesta. A dire il vero è un po' lunga rispetto a quelle finora pubblicate nei nostri Martedì. Però a noi è piaciuta, e ve la proponiamo come l'abbiamo ricevuta. La troviamo interessante perché mostra in che modo e con che idea si possa entrare tutti i giorni a scuola, da tanti anni, e amare il luogo in cui si è, e quello che si fa e le persone con cui si lavora, giovani e meno giovani. Sembra ovvio. Non lo è.



Mi chiamo M. Nicoletta Sudati. La M sta per Maria, nome che tutti abbiamo in famiglia in onore di una nobildonna torinese che aveva un marito generale e di cui mio padre era giovane attendente durante la seconda guerra mondiale; così con quel nome, mio padre ne ha voluto ricordare l’amicizia e l’affetto. Ma, estroso com’era, ha voluto aggiungere anche Nicoletta, non un nome di avi defunti, ma il nome del protettore dei bambini, san Nicola, molto amato in Puglia, dove attendente e generale si erano fermati a lungo, sempre in guerra. Mio padre era del secolo scorso e dico così perché era del 1914, è mancato qualche anno fa a più di novant’anni, ancora arzillo, pieno di vita, curioso, abile sarto, di quelli che avevano una grande laboratorio con una ventina di lavoranti, amante dell’arte e dell’antiquariato, appassionato di animali, socievole oltre misura, non a caso aveva il negozio in piazza. Racconto questo perché penso di aver ereditato da lui l’eccletticità.

Non mi sento capace in assoluto in qualcosa, so fare solo un po’ di varie cose. A 19 anni sono diventata maestra, perché il liceo allora “non ti dava in mano niente”, e la ragioneria non era proprio il mio mestiere. Diplomata a luglio, in agosto lavoravo già, e subito dopo il concorso, e senza dire né
aba mi son trovata in un’aula. Ma mi piacevano il teatro, la danza, la lettura, la scrittura e mi sono dedicata un po’ a tutto ciò. Mi piaceva stare in mezzo alla gente e avevo voglia di amici, per me sempre fondamentali. Penso che la vita prenda svolte grazie a incontri. E persone speciali mi hanno fatto da “maestri”, parola bellissima, troppo in disuso.

Mi sono laureata in pedagogia con una tesi in docimologia. Sono stata per molti anni insegnante di primaria quando ancora si chiamava scuola elementare. Mario Lodi, Don Milani e Gianni Rodari hanno guidato i miei primi passi nella scuola. Poi ho preso un’abilitazione in Lettere e ho insegnato in una scuola media. Ora sono preside, dovrei dire dirigente scolastico di un istituto comprensivo, ma mi piace di più la parola facile che tutti capiscono. La mia scuola (e dico mia perché la sento come una seconda casa) ha una media a indirizzo musicale e ho la presidenza sopra l’aula di musica d’insieme e l’auditorium. Per questo spesso dico “la mia scuola suona”; già alla mattina le note riempiono atri, corridoi, segreteria: è bellissimo. Abbiamo un’orchestra di più duecento elementi.

Le scuole dell’infanzia e le primarie sono vivaci, con insegnanti pieni di risorse e fantasia e che ogni anno organizzano una mostra di libri per ragazzi Libriamoci; narrazioni, letture, incontri con autori la animano sempre con grande stupore.

Ho quasi sessant’anni, ma, a volte, mi pare di essere ancora quella bambina che ha imparato a camminare nella piazza Garibaldi, che raccoglieva sassi e portava via sempre un po’ di sabbia dal mare, che faceva il bagno nei fossi della cascina della zia Piera, che inventava poesie e piccoli teatri per i bambini. Abito con mia figlia e mio marito in una casa semplice, in piena Pianura Padana, ma da cui, secondo quando diceva la fantasiosa zia Gianna, ci sarebbe una bellissima vista lago. E forse aveva ragione lei.

Dal nostro catalogo, per Nicoletta Sudati abbiamo scelto Libri! di Murray McCain e John Alcorn.

Se siete bibliotecari, insegnanti, librai, promotori della lettura o appassionati di libri illustrati e desiderate partecipare alla rubrica I Martedì della Emme, presentando in un vostro post un libro di Emme Edizioni di Rosellina Archinto scriveteci qui, specificando di quale volume volete scrivere.
 

Vi ricordiamo che alla storia di Emme Edizioni e della sua fondatrice è dedicato il nostro La casa delle meraviglie. La Emme Edizioni di Rosellina Archinto, a cura di Loredana Farina.

Sempre a questo tema è dedicata la mostra La Emme Edizioni di Rosellina Archinto. Vent’anni di successi in mostra (1966-1985), a cura di Loredana Farina, Alessandra Mastrangelo e ABCittà, con il patrocinio di Nati per Leggere e della sezione lombarda dell’Associazione Italiana Biblioteche.

Tutte le informazioni sul percorso espositivo che la mostra propone, per tutti coloro che la volessero visitare o ospitare, le trovate  qui.

Qui trovate tutte le puntate precedenti de I Martedì della Emme:

I Martedì della Emme / 1: Un gioco per bibliotecari felici

I Martedì della Emme / 2: Federico, topo bambino

I Martedì della Emme / 3: Un’avventura invisibile

I Martedì della Emme / 4: Un colpo di fulmine

I Martedì della Emme / 5: Un albo molto rumoroso

I Martedì della Emme / 6: Elogio dell'immaginazione

I Martedì della Emme / 7: Il sapore di una rivoluzione

I Martedì della Emme / 8: Caro Stevie

I Martedì della Emme / 9: La storia che si ripete

I Martedì della Emme / 10: Dove c'era un prato

I Martedì della Emme / 11: La vita quotidiana è una storia ricchissima

I Martedì della Emme / 12: Tutto cambia

I Martedì della Emme / 13: Sull'esser gufo