La mia felicità non vale più di 20 euro?

E con questabellissima recensione a sorpresa, per cui ringraziamo MassimoScotti (che quando si innamora di un libro è per sempre), iTopipittori vi augurano un'estate piena di sole... Ci ritroviamo asettembre. Grazie, come sempre, per averci seguiti.

[di MassimoScotti]

Oggiè il primo giorno delle vacanze e io sono un bambino checerca un libro per l’estate, quello che diventerà il suopreferito, in mezzo a tutti gli altri. Non importa se ho piùdi cinquant’anni, sono un bambino e basta. E da bambini nonsi sta lì tanto a vedere chi sono gli autori, si guardano ilibri negli occhi: io trovo questo e so che è lui; si chiama Sonnogigante sonno piccino ma io so leggere cosìcosì e leggo Sono gigante sono piccino. Non mipiace tanto la parola piccino ma sono gigante sì, invece. Mi fasentire grande e il libro è proprio grande, anzi quell’animalerosso che si vede subito sulla copertina lo fa sembrarepiù grande ancora, sterminato come vorrei che fossero levacanze e l’estate, senza fine.

Illibro non è proprio bianco bianco, è color crema, una delle cose chemi piacciono di più, e c’è quel polipone rosso geranio grande comequello di Ventimila leghe sotto i mari che prendetutti nei suoi tentacoli. Infatti è venuto fuori dalle onde e avvolgetutta la famiglia, che un po’ ride un po’ ha paura. Il bambino conle mutande e senza denti ha capito che è un gioco e ride come quandoti fanno il solletico, che è una delle cose più misteriose di tutte,perché un po’ ti piace un po’ vuoi che smetta. Tutti sono prigionieridel polipone come quando sei sulle montagne russe. La mamma infatti siaggrappa al papà che cerca di abbracciarli tutti, come per difenderlidalla minaccia. La bambina non vuole saperne di stare lì tra le spiredel polipo e vorrebbe tornare a giocare nella sabbia, dove c’è ilsuo cestello e il rastrello e le conchiglie e tutto, ma non si può:si sta tutti lì in braccio al polipo che anche lui,poverino, vuol farsi fotografare, per una volta almenonella vita, vuoi dargli torto?

Ancheil titolo è scritto bello grande, con le lettere che ci insegnano ascuola, in corsivo, e mi piacerebbe tanto saper scrivere così, conquelle belle O che hanno il ricciolo. Ci sono due nomi sulla copertinae uno comincia con la Q, che mi piace molto, e l’altro è il nome diquella bella ragazza bionda che c’è in tv nel pomeriggio, Sveva Sagramola.Il nome con la Q è “Quarenghi”,come quaderni, righe, quadretti, le cose più belle della scuola,e anche come ghiro e io quest’estate vorrei proprio dormirefino a tardi come un ghiro, altro che svegliarsi presto quandofuori fa freddo.
Sotto poi ci sono due topolini che siguardano e forse nel libro ci sono anche loro, chi lo sa?
Dietro c’è un aereo con su una bambina che strilla. Èil suo orso che guida l’aereo, ma c’è da fidarsi?
Ci sono nuvole azzurre nel cielo nero di temporale. Vedremoun po’ se si salva nella tempesta.

Immaginole obiezioni di un papà o di una mamma: “Costa tanto e c’èpoco da leggere: ti basta per tutta l’estate?”. Li guarderei condisprezzo. La mia felicità non vale più di 20 euro? E se ci sonopoche parole dentro il libro io le leggerò e le rileggerò per tuttele vacanze, perché sono misteriose e puoi leggerle per sempre senzacapire cosa vogliono dire fino in fondo.
“Dormire di nottenon è così strano”, dice la filastrocca sulla copertina, e questeparole fanno pensare proprio tutto il contrario. Certo che è strano,dormire: una delle cose più strane della nostra vita, anche perchéda piccolo ti costringono a farlo anche se non vuoi mai, e da grandefanno di tutto per toglierti il sonno quando tu vorresti sempre dormire ebasta. Perché i grandi gira e rigira sono sempre stanchi. Con la vitacciache fanno!
Io quest’estate voglio fare il bambino e adessoho il mio libro sotto il braccio e non lo mollo.
Appenaa casa mi butto sul letto, in penombra, perché c’è il sole fuoried è meglio chiudere un po’ le persiane, così il sole entra dallefessure e la polvere vola e brilla, si sentono i suoni d’estate ese sei in campagna cantano le cicale.

Nelleprime due pagine ci sono fotografie vecchie. Alla fine ci sono tutti inomi, come nei film quando scorrono i titoli di coda. Così scopri ancheche questa storia è vera (quindi ti piace ancora di più). C’è gentesempre in campagna o al mare, proprio come quando si è in vacanza,ma si vede che a volte è autunno perché i fotografati hanno ilcappotto. Mette allegria pensare alla brutta stagione proprio adessoche sei in quella bellissima e ci vogliono tanti mesi perché torniil freddo. A me il freddo fa schifo. E anche d’inverno guarderò illibro e lì dentro sarà sempre estate, punto.
Mi fa moltoridere una foto piccolina con un bambino in pagliaccetto giallo,che ha una macchinina rossa con la coda.
E ci sono duefratelli, uno più grande e uno più piccolo. Immagino di avere unfratellino piccolo e di leggergli la filastrocca per farlo dormireanche quando fa i capricci. Nel letto con loro c’è una mucca esul copriletto un coniglio di pezza.

Nellafilastrocca ci sono tanti Forse, tutti in fila, quasi tutte le frasiiniziano con Forse e quella è proprio l’immaginazione, perché sileggono cose che forse sono vere e forse no.
C’è scritto“posto lontano” e quando leggi “posto lontano” puoi immaginarequalunque cosa, dove vuoi tu, infatti in una fotografia ci sono le palmee un cammello. C’è la bambina sull’aereo che va in viaggio, forse atrovare i suoi nonni che sono vestiti da indiani con le penne in testa,davanti a un pagliaio che fa un po’ da capanna.
“Forseè andato a fare un giro, forse ha incontrato un ghiro”. Eccolo ilghiro, c’è veramente, grande come tutta la famiglia e anche dipiù: è lì che ruba la merenda.
E c’è un piroscafoche va lontano e un bambino con le valigie e la mappa del tesoroin mano, è vestito alla marinara e spero che da grande facciail pirata. Come quelli di una volta, con gli anelli d’oro alleorecchie, e la spada. C’è una signora vestita da hawaiana ma sivede che è un vestito da Carnevale.

C’èun papà con due bambini e sono su un tram di legno come una volta,di quelli che adesso non girano quasi più, ma quando ero piccoloio c’erano solo quelli e si girava lenti lenti per la cittàguardando tutto benissimo, con calma, non come adesso che hai semprefretta.
“C’è traffico”, dice la filastrocca, ed èbellissimo pensare che tu il traffico lo hai chiuso fuori e te ne stailì con il tuo libro, a sognare, da solo. Come la signora che guida laLambretta da ferma, con la sciarpa al vento e il caschetto di cuoio;il pagliaio dietro di lei dev’essere quello dei nonni vestiti daindiani.
Non vi racconto tutto quello che c’è nel libroperché è bello scoprirlo da soli.

Vi dicosolo che c’è una signora con la faccia stellata, un bambino che bevela camomilla con la cannuccia da una tazza gigante e un mago-astronomocon un cane che morde una fila di stelle, una bambina in un nido con ipasserotti, uno struzzo che mette la testa sottoterra.
E vidico solo che c’è scritto “In mezzo al mare”, oppure “Saltauna montagna”, oppure “La luna è troppo accesa”, e hai vogliaa dire che in questo libro c’è scritto poco. Ogni volta che vedròil mare, quest’estate, oppure salirò su una montagna, penserò chequelle parole, mare e montagna, sono scritte in questo libro come nelmanuale segreto di uno stregone, e se dirò mare e montagna pensando acome erano scritti in corsivo nel libro, allora appariranno davvero e ioli vedrò sul serio, come devono essere visti, cioè con gli occhi delcuore, altrimenti, niente. E ogni volta che ci sarà la luna rossa, incerte notti d’agosto, penserò alla filastrocca e mi dirò: “Forsela luna stasera è troppo accesa”.