Sulle 49 cosiddette “fiabe gay”

[di MarnieCampagnaro]

Per cominciare, l'antefatto, che lascio aititoli di quotidiani e ai rispettivi link.

7 febbraio 2014, "Il Corriere del Veneto".
Fiabe, il sindaco Orsoni si arrabbia: «Dicono alla propaganda». Polemica sui libri negli asili con storiesu famiglie gay, single, miste. Attacco di Giovanardi, la difesa diGalan.

L'articolo si concludecon questo "salvifico" messaggio:
L’assessore allacultura della Provincia di Venezia Raffaele Speranzon, affida a facebookil suo commento: «Il Comune di Venezia dove vivono migliaia di indigentispreca 10mila euro per comprare questi libretti - sbotta - Il Comuneguidato maldestramente dal sindaco Orsoni pensi a garantire la pulizianelle scuole comunali che sono lerce invece di buttare i soldi pubbliciper comprare libri spazzatura».

7febbraio 2014, "Il Giornale".
Il Comune di Venezia distribuisce fiabe gaynegli asili e nelle scuole.

7 febbraio 2014, "La Nuova Venezia".
Fiabe gay alle materne, De Poli diffidail comune di Venezia. E Giovanardi: "Giù le mani daibambini"

8 febbraio2014, "Il Gazzettino di Venezia e Mestre".
Libri sui gay all'asilo, ormai è guerra. Orsoni:«Seibezzi fa propaganda».

13 febbraio 2014, "Il Corriere del Veneto".
Il Patriarca: «Dico no alle fiabe gay». Seibezziminacciata su Facebook.La consigliera: «Ora basta, denuncio». Criticheanche da Donazzan, Lega e Udc.


Leo Lionni, Guizzino,Babalibri.


Sul caso delle cosiddette “49 fiabe gay” distribuite ai bambinidell’asilo nido e della scuola dell’infanzia del comune di Venezia,mi hanno particolarmente colpita i titoli roboanti dei giornali,non certamente le prevedibilissime reazioni di taluni politici,sempre pronti a promuovere pretestuose crociate (possibilmente brevi,massmediaticamente rumorose e senza conseguenza alcuna per il loroportafoglio e il loro investimento personale) in difesa dei dirittidei bambini, dei quali ci si ricorda, ovviamente, solo in casicome questo.

“49 fiabe gay”? Ma da chi e in qualianni sono state pubblicate queste fiabe? Da studiosa di letteraturaper l’infanzia ho subito frugato fra i miei appunti, ho rilettorecensioni e libri, e sono andata a scandagliare le banche dateinformatizzate dedicate ai libri per ragazzi.

Indagando in maniera approfondita,si scopre che fra le 49 presunte “fiabe gay”, sono inclusi, adesempio, anche opere di letteratura per l’infanzia irrinunciabili qualiPiccolo blue piccolo giallo, Pezzettino o Guizzinodi Leo Lionni, A caccia dell'orsodi Michael Rosen e Helen Oxenbury, Sono io il piùbello di Mario Ramos, Ninna nanna per una pecorelladi Eleonora Bellini e Massimo Caccia, Forte come unorso di Katrin Stangl, Dove è la mia mamma?di Julia Donaldson e Axel Scheffler o  Il pentolino di Antoninodi Isabelle Carrier.

Gli albi che trattano iltema dell’omosessualità risulterebbero essere in definitiva soloquattro che, insieme agli altri 45 libri, sono stati selezionatie offerti ai bambini per aprire un dialogo sulle tematiche legateall’accettazione dell’alterità e alla decostruzione deglistereotipi culturali e di genere, così pervicacemente diffusi nellanostra quotidianità.
Sorge allora spontanea una domanda:questa esile pattuglia di albi illustrati rappresentano veramente un“rovesciamento di centralità” delle forme familiari tradizionali,secondo quanto paventato, ad esempio, in alcuni quotidiani nazionali(es. Silvia Vegetti Finzi sulle pagine de Il Corrieredella Sera di venerdì, 7 febbraio)? A me pare di no.

Eleonora Bellini,Massimo Caccia, Ninna nanna per una pecorella,Topipittori.


La fumosa polemica sollevata in questi giorni denota, purtroppo,ancora una volta, una diffusa mancanza di cultura relativa sia allaletteratura per l’infanzia (i cosiddetti “libretti”, SIC)sia agli orientamenti dell’attuale pedagogia della lettura.

KatrinStangl, Forte come un orso,Topipittori.


Da tempo, gli studiosi italiani e stranieri hanno messo inevidenza il lungo e faticoso cammino che questa disciplina è riuscitapositivamente a compiere nel corso della sua dibattuta evoluzionestorica: dall’ottocentesca funzione moralistica, omologante,istruttivo-didascalica, la letteratura per l’infanzia è riuscitaad approdare, come ci ricorda il pedagogista Franco Cambi, in manierasempre più ardita e dirompente, a una produzione libera, divergente,utopica, convinta sostenitrice di un concetto di infanzia indipendente,inquieta, critica, che si interroga sulle questioni profonde dellavita: l’amicizia, l’amore, l’attesa, l’inganno, la paura,il tradimento, la guerra, la fedeltà, il coraggio, la morte.

Julia Donaldson e Axel Scheffler, Dove è la mia mamma?,Emme Edizioni.


La finalità educativa della letteratura per l’infanzia nonè, infatti, imporre a bambini e ragazzi modelli precostituitiai quali essi debbano uniformarsi, ma accompagnarli dentroboschi narrativi che parlino di tutti gli aspetti della nostravita, anche di quelli più bui e spinosi, attraverso i qualiessi possano imparare a conoscere e ad accettare la naturainquieta dell’uomo, l’ambivalenza delle relazioni umane e ichiaroscuri della vita, nel convincimento che “se rappresentatie comunicati”, essi possono essere affrontati e compresi.

Nulla di più lontano pertanto dalla propaganda e daLa mala educación.