In ogni domanda la possibilità di una storia

Ovvero cos’è, a che serve e come funziona il colloquio di reference in biblioteca.

[di Cartastraccia]

Qualunque bibliotecario, che lavori in una biblioteca di base o in una biblioteca specializzata di studio, ha sperimentato quella sensazione di sconcerto e fenomeno di sgranatura di occhi dovuta alle più bizzarre richieste di aiuto e informazioni provenienti dagli utenti. Talvolta sui social network chi lavora in biblioteca ne racconta di bellissime, domande capaci di mettere in difficoltà il più esperto dei bibliotecari: «Cerco quel libro di cui hanno parlato da Fazio, con la copertina blu», «C’è qualcosa che parli di spread e Isis?» e via dicendo. Una volta si presentò al front office di una biblioteca di pubblica lettura a Roma un ragazzo chiedendo: «Cerco lavoro. Come si fa?».

La domanda potrebbe sembrare fuori fuoco, ma a ben vedere non lo è: non sono rare le biblioteche di pubblica lettura che si dotano di sportelli di orientamento sul lavoro o di un mediatore che aiuta a impostare il curriculum. La biblioteca, organismo in perenne crescita e mutamento, muta anche grazie alle domande che le vengono rivolte. Stiamo parlando di quella forma di mediazione tra patrimonio della biblioteca e lettori denominata colloquio di reference: una conversazione che si accende a partire da una domanda, spesso bizzarra e lontana dal bisogno che l’utente vuole esprimere e che invece si focalizza via via. Questo lavorio, questo dialogo, questa relazione tra lettore e bibliotecario ha, tradizionalmente, un padre: Samuel Sweet Green, che enumera un gran numero di casi di domande e di risposte nel suo Personal relations between librarians and readers del 1876 (leggi qui), interessante soprattutto perché offre uno spaccato dei tanti modi in cui un bibliotecario può essere utile a un lettore.

Sì, perché il bibliotecario, come anche il libraio in carne e ossa, serve. Serve, nel senso che offre un servizio insostituibile. Può servire all'artigiano che cerca ispirazione per nuove decorazioni, al ragazzino che ha trovato un uovo e non sa di che uccello o rettile possa essere, all'emigrante che sta per trasferirsi in una nuova città. Il catalogo di casi che Sweet Green enumera è capace di dare un'idea della vastità dei materiali contenuti in una biblioteca, in qualsiasi biblioteca in cui ci sia un bibliotecario che ha il desiderio di fornire risposte, informazioni o strumenti per reperire quelle informazioni. Soprattutto, un bibliotecario che non disdegna di mettersi all'ascolto e dialogare con i lettori. 

Il colloquio di reference nella sala ragazzi è forse più delicato e complesso che in altri contesti perché qui, spesso, la catena di mediazioni tra libro e lettore è ancora più lunga. Talvolta è un genitore o un adulto familiare a rivolgersi al bibliotecario, eventualmente mentre i pargoli si muovono già tra gli scaffali e individuano quel che più gli piace. Qualche volta, il lettore è stato spedito in biblioteca con una lista fornita dagli insegnanti. Ed è una mediazione delicata perché, come ricorda Bianca Pitzorno, i gusti di bambini e ragazzi hanno dinamiche simili a quelle amorose, molto imprevedibili, e non è detto che ciò che piaccia a uno piaccia a un altro. I libri possono piacere come un cannolino alla crema da scegliere in pasticceria, dice Pinin Carpi, e ciascuno ha il suo appetito, ricorda Virginia Woolf.

In biblioteca nessuna richiesta dovrebbe del resto venir considerata fuori luogo o ingenua, in quanto le domande, tutte le domande, sono la linfa vitale della biblioteca stessa. Il fatto che ogni individuo si ponga davanti a un certo patrimonio con un trascorso culturale e un apparato ideologico differente è, in potenza, una fonte di grande ricchezza prospettica. Per questo motivo la domanda più spiazzante, più inattesa (o più insensata, se vista da una certa angolatura) dischiude un potenziale cognitivo essenziale per l’esplorazione progressiva di un patrimonio che solo in quanto interrogato con domande nuove può fornire risposte nuove, può - cioè - vivere. In un mondo di spot e slogan, di frasi fatte e scorciatoie comunicative, di azzeramento del dialogo e degli interrogativi a vantaggio di contenuti qualunquistici e di consumo, una domanda, qualsiasi domanda, è una scintilla da prendere tra le mani con cura e cercare di farne buon uso.

Ecco un campione di domande che si possono sentire nella sala ragazzi di una biblioteca. Raramente a una prima domanda corrisponde una risposta secca, ma è di solito solo il primo passo di un dialogo che può durare a lungo e comportare imprevisti. Per semplicità e sintesi, indichiamo qui solo la prima domanda, e i libri che eventualmente i lettori si sono portati a casa. 

Ciao, i miei genitori non vogliono prendermi un cane, manco un gatto, neanche mi permettono di portare a casa i girini. Dicono che sono allergici. C'è un libro per convincerli? 

Dopo varie chiacchiere (del tipo: «Hai un fratello? Può essere un ottimo animale domestico»), il bambino esce con Libro cane di Minibombo e un libro di divulgazione sui mammiferi marini. 

Io sono un esperto di rettili estinti (ma a volte mi occupo anche di cetacei). C'è un libro che non ho già letto? No, questo no! Guarda i dinosauri: sono di tutti i colori, mi sembra improbabile. 

Dopo varie proposte, si porta il bambino di 7 anni di fronte al catalogo online e gli si mostra come fare una ricerca usando le parole chiave nella ricerca libera e come filtro la biblioteca in cui è. 

Salve, domenica facciamo una festa per mia figlia, siamo dei grandi lettori e quindi vorrei mettere a disposizione delle bambine dei libri. Dei libri di genere. A mia figlia piacciono i libri che parlano di ragazze forti, principesse furbe, cose così. Tanto abbiamo invitato tutte femmine, i maschi sudano troppo e fanno troppo macello. 

Si cerca di parlare direttamente con la figlia invece che con la madre, alla fine vanno via Pippi Calzelunghe e Lotta combinaguai di Astrid Lindgren ma anche Il mostro peloso di Pef, Anatomia dell’editore L'Ippocampo e altri libri di tutti i tipi. 

Buongiorno, un'impresa impossibile: devo trovare dei libri che vadano bene la sera per i miei due bambini, di un anno e mezzo e cinque anni. (E qui una vocina da dietro un angolo di cappotto materno aggiunge: «Sì, infatti ora pure lui vuole leggere con noi la sera… E mica possiamo leggere sempre Michi e Meo!»)

Si propongono alcuni libri ritmati, adatti ai grandi ma godibili anche per i più piccini oppure dei libri più semplici ma con un'ironia capace di solleticare anche il più grande. Proponiamo il cartonato A nanna di Babalibri, Un giorno nella vita di tutti i giorni di Gallucci, Il grande libro dei pisolini di Topipittori. 

Buonasera, a scuola mi hanno detto che M. (8 anni) sbotta spesso, si arrabbia, si spazientisce. Mi hanno consigliato di leggere Che rabbia! di Babalibri, lo avete?

Forse Che rabbia! può farlo innervosire ancora di più, o magari lo percepisce come un libro per piccoli. Perché non provare a leggere insieme un libro la sera come Manolito della Lapis o Ascolta il mio cuore di Bianca Pitzorno? Il bibliotecario propone al lettore una serie di libri, la mamma torna a casa con due libri di Eva Ibbotson pubblicati da Salani.

Ci sono libri sugli egizi, però per femmine?

Sì, qui trovi allo scaffale di divulgazione tanti libri sugli egizi. Cerca tu quale ti piace di più.

Mi può consigliare un libro per mia sorella più piccola?

Il bibliotecario cerca di entrare più nel dettaglio, capire che età ha la sorella, cosa le piace. Alla fine il fratello maggiore esce con un libro scelto a suo gusto. Forse non lo darà alla sorella.

Avete quel libro per fare lo slime? 

Sì, guarda, in questo puoi trovare la ricetta per lo slime e altri esperimenti e giochi con la chimica. 

Mi dai un libro che faccia paura ma proprio paura? 

Il bibliotecario guarda il bambino, inquadra l’età, ma è impossibile accompagnarlo allo scaffale senza chiedergli se ha mai letto qualcosa che fa proprio paura, capire se è un lettore già abituale o se è più abituato ai film e ai cartoni. Si finisce a parlare di un cannolino alla crema e, anche se non porterà a casa niente, nel frattempo il nostro lettore ha sfogliato, spostato, nascosto, movimentato libri, riviste, sedioline, dvd e cuscini.

A volte, infatti, capita anche il bibliotecario più volenteroso di non riuscire a indirizzare verso un documento specifico. Ciò che il lettore cerca, in biblioteca magari ancora non c’è: «Avete libri non in italiano? Ad esempio in bengalese?» oppure «Li ho guardati tutti ma qui non c’è nessun libro che mi piace» o anche «Dov’è l’ultimo libro della saga di...?».

Lo sai che puoi segnalare alla biblioteca i libri, i dvd, i videogame, le riviste che ancora non ci sono, ma che vorresti che fossero acquistati? Le tue richieste andranno in una lista di desiderata, ed è possibile che saranno esaudite.

In conclusione, ci sembra che ogni domanda dei lettori, anche la più astrusa, non solo sia legittima, ma permetta anche di mettere in moto un colloquio che può portare verso libri e materiali di cui non si sospettava l'esistenza e che invece rispondono perfettamente a esigenze espresse o inespresse, oppure le ridefiniscono, le ampliano, le orientano in direzioni impreviste. Non sempre però, il bello della biblioteca è che se il libro non è giusto, si può riportare indietro e riprovare di nuovo.

Riferimenti bibliografici:

• Samuel Sweet Green, Personal relations between librarians and readers, Library Journal, 1 (1876), p. 74-81;

• Due interviste apparse nel primo numero della rivista LiBeR su come scegliere libri per bambini: Pinin Carpi, Un libro ideale da leggere in classe, LiBeR, 1 (1989), n. 2, p. 7-9, Bianca Pitzorno, I libri “seduttori”, LiBeR, 1 (1989), n. 2, p. 9-11;

• Sulle strategie e i consigli per aiutare i bambini a trovare i propri libri esiste una letteratura sconfinata: Leyla Vahedi ha provato a fare il punto nel volume Leggere prima - albi illustrati e libri app nell’età prescolare, Roma: Aib, 2018.

Cartastraccia è un’associazione nata nel 2011 per promuovere la lettura, il libro e le biblioteche, con particolare riferimento alla fascia d’età infantile. Organizza letture ad alta voce, esposizioni artistiche, laboratori e percorsi di supporto a esposizioni dedicate al libro e all’illustrazione. Offre consulenze bibliografiche, logistiche e di comunicazione per progetti di promozione della lettura (percorsi bibliografici, allestimento spazi di lettura, supporto nel rinnovo del patrimonio). Dal 2015 Cartastraccia è ente amico dell’AIB, Associazione Italiana Biblioteche.

Tutte le fotografie sono di Gabriella Caponigro.