Il Natale del topo che non c'era

di Giovanna Zoboli e Lisa D'Andrea, 2018

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Ci siamo quasi. Natale sarà qui tra poco più di una settimana, è necessario sedersi a tavolino e fare la lista.

La lista dei regali, la lista dei giochi da fare dopocena, la lista per la cena, la lista degli invitati, la lista di tutto quello che potremmo fare durante le vacanze, e magari anche anticipare la lista dei buoni propositi per il nuovo anno e la lista delle liste delle cose da fare affinché Natale sia perfetto, marci su binari ben oliati, non manchi nulla, ci siano tutti. Impresa titanica che nessuno, penso, sia mai riuscito a concretizzare, perché l’immaginario del Natale è esso stesso leggenda, è complesso, è luccicante, è allegro, è inteso, morbido, perfetto.

Però ci si prova, ostinatamente, ogni anno. E, come tutti, ci provano anche il Gatto e il Topo (che sono gli stessi de Il topo che non c’era e Le vacanze del topo che non c’era, di Giovanna Zoboli e Lisa d’Andrea, solo con un tocco d’oro in copertina che fa subito Natale). Fanno mente locale, si mettono a tavolino, due diversi tavolini, in due luoghi diversi, e compilano ciascuno la propria lista per un Natale perfetto che trascorreranno assieme (memo: scrivere in cima alla lista come sana abitudine di non compilare mai  autonomamente due liste diverse per una stessa occasione).

Liste magnifiche, s’intenda, entrambe, in cui non manca nulla, in una c’è persino l’idraulico, nell’altra le mollette. In comune hanno solo gli invitati (rispettivamente topi e gatti) ma se invece di indugiare su quanto fossero diverse e su quale fosse la migliore avessero considerato quanto fossero compatibili e si completassero a vicenda, avessero messo assieme, per esempio, l’abete con le decorazioni, beh, forse non si sarebbe arrivati al punto di rottura, al litigio.

Che però io metto sempre in conto, non mi sorprende, fa parte del Natale. A casa mia esso, il litigio, di solito si palesa nel tardo pomeriggio della vigilia e verte sui tempi che io desidero flessibili, mia madre fermi. Quindi il litigio era nell’aria, non lo si mette in lista perché è quasi scontato.

La conclusione no, quella è inattesa, di conciliazione, surreale come l’amicizia tra un topo e un gatto. Per la quale ho temuto, e molto, quando ho visto il topo andarsene schiena dritta e passo da bersagliere, spalle esposte al gatto da parte sua furioso, con le orecchie basse, appiccicate alla testa, pugni serrati e sguardo colmo d’ira. Ma l’amicizia, quella vera, è come il Natale, una bellissima festa.

Da Il Natale del topo che non c'era di Barbara Ferraro, su Atlantide Kids, 13.12.2019.