Un silenzio perfetto

di Antonella Capetti, Giovanna Zoboli e Melissa Castrillon, 2018

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Se dovessi immaginare un silenzio perfetto, penserei a un momento di pace, penserei a un giardino segreto nel mio cuore, penserei a un tramonto, uno di quelli rossi, lenti e caldi che mi fanno sentire dentro la natura e allo stesso tempo dentro me stessa.

Un silenzio perfetto contiene tutto questo e tanto altro. La pace si sente, arriva e porta leggerezza; la storia è ambientata in un giardino verde e verdone con fiori azzurri, rosa e arancioni; il cielo ha i colori del tramonto, è azzurro ma anche arancione, rosso e viola. Il protagonista di Un silenzio perfetto è un grillo che abita in una teiera all’interno di un giardino vivace, in lontananza si vedono i cactus, un fiume che scompare dietro le montagne e un cielo sereno.

«Una mattina, il grillo non si alzò. Tutto era come sempre: il sole nel cielo, l’erba nel prato, l’acqua nel fiume. Ma quella mattina, il grillo non si alzò.»

Il primo giorno va a trovarlo la libellula, il giorno dopo ci vanno la coccinella e lo scarabeo, credendo che abbia la febbre. Il grillo fatica perfino a parlare, non ha la febbre, non sa bene perché non si è alzato. La vita fuori continua senza sosta, qualcuno cerca di capirlo e di spronarlo, ma lui desidera stare solo e le aspettative e le insistenze degli altri non lo aiutano.

Poi, il quarto giorno, mentre è solo, incontra il silenzio, «sembrava un po’ timido, fece qualche passo, poi si sedette». Somiglia a un bambino ma è tutto bianco, o trasparente, come l’acqua del fiume, e non ha le ali ma sa volare. Il silenzio resta con il grillo qualche giorno, è una presenza nuova che non lo infastidisce.

«”Che pace!” sentì allora dire dentro di sé, in un punto a sinistra del torace. E poi si accorse di una cosa straordinaria: che nessuno da che il silenzio era arrivato, era più venuto a disturbarlo. E a questo pensiero si riaddormentò felice, pieno di sonnolenta voglia di vivere.»

E quella pace resta con il grillo, anche quando il silenzio se ne andrà.

È semplice immedesimarsi nel grillo, tutti noi attraversiamo dei momenti in cui sentiamo il bisogno di stare soli e in silenzio, e quando troviamo la pace, sempre speriamo e ci illudiamo che rimanga con noi. Forse lei è sempre lì, a sinistra del torace, sta a noi cercarla e ascoltarla. Allo stesso tempo possiamo immedesimarci anche nei suoi amici e parenti, facendo il tifo per il grillo perché si alzi (alla prima lettura con mia figlia già dopo poche pagine mi chiedeva “ma allora quando si alza questo grillo?”, perché, è logico, un grillo salta e canta).

In Un silenzio perfetto troviamo illustrazioni che sanno di malinconia, e testi, in stampatello maiuscolo, che sanno di pace e di poesia. Sfogliando questo albo mi viene in mente un aggettivo: rigoglioso. Non mi riferisco solo al giardino che occupa ciascuna di queste pagine, ma al libro tutto intero che, se vogliamo, possiamo far crescere e fiorire dentro di noi.

Da Un silenzio perfetto, di Roberta Garavaglia, in Milk Book, 8.01.2019.

Incrociare sulla mia strada Un silenzio Perfetto scritto da Antonella Capetti e Giovanna Zoboli, con le colorate illustrazioni di Melissa Castrillon (edito da Topipittori) è stato un grande dono.

Da diversi anni sto riflettendo sul silenzio e sul suo significato, per cui trovare un albo illustrato che riesce a sottolinearne il valore immenso e oserei quasi dire "salvifico" per me è stata una immensa gioia. Chi mi conosce bene sa che sono una grande chiacchierona e a volte questa mia esuberanza può anche rischiare di essere vista come maleducazione e ha creato incomprensioni con alcune persone. Fatto sta che la riflessione sui "vuoti" e sulle infinite possibilità che porta il vero silenzio interiore è una continua ricerca che sto cercando di portare avanti.

Questo albo quindi me lo sono per ora goduto per me e lo consiglio come regalo da fare a Natale alle persone più care e sensibili e a bambini o ragazzini di una certa età che siano in grado di apprezzarlo.

Protagonista della storia è un grillo dalle guance rosse che vive in una teiera circondata da uno steccato di legno. Un grillo che di punto in bianco decide di non alzarsi ma continuare a dormire. La processione degli amici a invitarlo a uscire fuori è inutile e per lui quelle "incursioni" sono non solo faticose ma anche quasi "fastidiose". Gli altri non riescono infatti a capire cosa gli stia succedendo davvero. E forse, all'inizio, neanche lui.

Mi ha colpito molto l'immagine del grillo dentro la teiera, un'immagine che richiama in me quello che succede quando si soffrre di depressione. Una depressione che paralizza, che ti costringe a stare nel tuo "guscio" mentre la vita ti scorre frenetica accanto. Non so se fosse quello il messaggio, ma come si sa ogni libro, una volta pubblicato viene letto e interpretato dai lettori in base all'esperienza personale.

L'unico che sembra capirlo è un vecchio coleottero - non a caso le persone anziane sono sagge e ne hanno passate di ogni - che gli sorride appena. Ma è un sorriso pieno di empatia perché per la prima volta il grillo si sente compreso, anche se ancora non sa cosa gli stia succedendo.

La presenza invadente degli amici invece ha un effetto contrario finché, miracolo, il grillo si trova da solo, anzi quando "tutti sembravano essersene andati. Era rimasto solo il silenzio. L'unica compagnia che desiderava".

La grande trovata di questo libro è che il silenzio viene presentato come una presenza visibile e tangibile. Un silenzio timido che sta accanto al grillo facendogli pian piano ascoltare i suoi pensieri più intimi, rassicurandolo con i suoi sorrisi e sciogliendo pian piano quei "nodi" pesanti che attanagliavano il cuore del povero insetto. Un insetto che finalmente, grazie a questo grande amico salvifico, riesce a trovare dentro di sé la pace, riaddormentandosi per la prima volta felice "Pieno di sonnolenta voglia di vivere".

Missione compiuta. Una volta che uno ha ricomposto i pezzi dentro di sé e fatto pace con se stesso, non c'è più bisogno del silenzio. Si può ritornare alla vita di prima e agli amici di prima e non vivere più la loro vivacità e il fragore come un disturbo.

Che dire... un libro commovente. Da leggere e rileggere con attenzione e in profondità, per assaporare pian piano le parole. Per godere queste illustrazioni allo stesso tempo colorate e solari ma anche capaci di trasmettere i diversi stati d'animo del grillo.

Ringrazio mia mamma per questo regalo meraviglioso e le autrici per questo albo inaspettato.

Da Un silenzio perfetto, di Anna Pisapia, in A casa di Anna, 14.12.2018