Guardavo i castagni, e il movimento delle loro foglie. Guardavo il profilo boscoso del monte Mancinello a ovest. Guardavo il cielo attraversato dagli aerei. Guardavo le farfalle, che anni più tardi, quando l’amico Giuseppe, appassionato entomologo, venne in vacanza con me, imparai a riconoscere: Antocharis Cardamines, Papylio Macaonis, i vari Sathyrus, la Vanessa Ortica, la Vanessa Io […] Ascoltavo le voci delle donne, giù nell’aia, e il gallo che strillava da qualche parte. Seduto contro quel masso, appena dopo l’adolescenza, scrivevo le mie poesie. Un’autobiografia a tre voci. Sguardi che si alternano a ripercorrere storie grandi e piccole, che disegnano i percorsi naturali della crescita, fra i luoghi dei doveri, su al Nord, dove la vita è scandita dai ritmi regolari della casa e della scuola, e quelli dei piaceri, sull’Appennino Bolognese, in cui le giornate si distendono nei ritmi lunghi delle vacanze e della vita contadina dei nonni. Esperienze contrastanti, ma vissute con stupore, attenzione, gioia, e la paziente accettazione di un mondo che giorno dopo giorno si rivela e si impara a comprendere nella poesia e nell’ingiustizia, nella dolcezza degli affetti, dei giochi e nella durezza delle difficoltà.