Le radici del popolo dei boschi

A volte non è proprio una fortuna inventare uno stile che incontra un consenso tale da diventare il connotato di un intero ambito della letteratura, il paradigma di un immaginario. Infatti, oggi è difficilissimo riuscire a guardare le illustrazioni di John Bauer con equanimità, ripulendosi gli occhi dalle nefaste influenze dell'iconografia fantasy più trita e banale, che ha invaso il campo della letteratura per ragazzi tradizionale nordica.

Prima di Bauer, nani, troll e  folletti non esistevano neppure. O meglio, esistevano, erano sempre esistiti, ma non avevano connotati visivi precisi, specifici. Erano creature vaghe e misteriose, gentili e dispettose, invisibili e imprevedibili. In un certo senso, Bauer ha preso il popolo dei boschi dalla mitologia e dalla letteratura tradizionale nordica e lo ha fatto nascere. Anche se temo che non sarebbe affatto contento di vedere come è cresciuto.

John Bauer, non era - come il nome lascerebbe intendere - britannico, ma svedese, figlio di un macellaio bavarese emigrato a Jönköping. A diciotto anni entra al'Accademia di Belle Arti di Stoccolma e riceve, ancora studente, le prime commesse di illustrazioni per riviste. Viaggia in Lapponia, si sposa con una ragazza conosciuta all'Accademia e viaggia con lei in Italia, dove si ferma per circa un anno, nel 1909. Tornato in Svezia, va a vivere nei pressi della sua città natale, in mezzo alle foreste che frequentava quotidianamente.

Per quanto sia stato un pittore di valore, estremamente concentrato sugli scenari naturali svedesi, la sua memoria di artista è affidata alle illustrazioni che ha realizzato per Bland tomtar och troll, un annuario letterario per ragazzi lanciato nel 1907 dalla casa editrice Ahlen e Akerlund (oggi di proprietà del gruppo Bonnier). Si tratta di una raccolta annuale di testi letterari illustrati destinati ai ragazzi, che viene pubblicato senza interruzione da quasi 110 anni.

La fortuna di questo annuario è strettamente legata al talento di Bauer. Infatti, le edizioni del 1910 e del 1912, che uscirono senza le illustrazioni di Bauer a causa di una vertenza di questi con l'editore sulla restituzione delle tavole originali, fecero registrare vendite nettamente inferiori a quelle dei numeri precedenti e successivi.

La svolta fondamentale si ha con l'edizione del 1913, per la quale viene utilizzata per la prima volta una stampa litografica a tre colori che permetteva di imitare ragionevolmente gli acquerelli di Bauer.

L'avvento della guerra lo indusse ad abbandonare l'illustrazione di Bland tomtar och troll («Non riesco più a vedere il mondo come una favola» disse) e e aggravò una sua forma di depressione latente che gli faceva mettere in dubbio le sue capacità e la sua determinazione e lo convinceva di essere esposto a ogni sorta di incidenti, contro i quali prendeva ossessivamente precauzioni. Questa sua condizione mise in crisi anche il suo matrimonio, al punto da far ventilare l'ipotesi di un divorzio. Alla ricerca di un cambiamento positivo, Bauer acquistò una nuova casa a Stoccolma, dove trasferirsi con la famiglia. 

Per il trasloco, decise di viaggiare in battello e non in treno, vista la grande pubblicità che i giornali avevano dato a un recente disastro ferroviario. John Bauer, con la moglie e il figlio di tre anni, salpò con la Per Brahe il 20 novembre 1918 da Jönköping. Perì il giorno stesso nel naufragio.

La sua eredità artistica è stata raccolta da Gustaf Tenngren, che ha continuato a illustrare Bland tomtar och troll, prima di diventare chief illustrator della Walt Disney e inventare niente meno che i sette nani e dare vita alla cosiddetta "epoca d'oro dell'animazione americana". Ma, a un certo punto, direi intorno agli anni Sessanta, sulla scia dell'adozione della trilogia di Tolkien come testo cardine della cultura hippie e la pubblicazione di un librone di enorme e globale successo (Gnomi, di Huygen Wil e Rien Poortvliet, pubblicato da Rizzoli e ora in catalogo BUR) che ha diffuso capillarmente il cosiddetto "fantasy", di questa eredità si è impossessata un'idea deteriore di magia e mistero che l'ha trasformata in paccottiglia. Da lì, è stato un precipitare.

A parte la voce di Wikipedia (in inglese, perché quella in italiano è del tutto insoddisfacente), su Bauer non esiste quasi niente, se non in lingua svedese. Noi abbiamo due volumi critici dei quali non capiamo una parola e dai quali abbiamo tratto queste immagini: John Bauer Bästa (A&A, 1937); e John Bauer Sagotecknare (Norsted, 1935). Le edizioni di Bland tomtar och troll del periodo 1907-1915 sono rare, ma non eccessivamente costose, soprattutto nella raccolta pubblicata nel 1931 con tutte le tavole di Bauer.