Il viaggio sul pesce

di Tom Seidmann-Freud, 2017

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La mia ultima visita a Radice-Labirinto mi ha regalato questo albo illustrato; parlo di regalo perché non si può definire diversamente l’incontro con un libro magico e poetico come questo.

So già che diventerà uno dei miei albi preferiti, so anche che avrò bisogno di leggerlo molte volte per essere sicura di non dimenticare mai quelle sensazioni che mi hanno attraversato durante la prima lettura.

L’autrice (Marta che usa Tom come pseudonimo) è la nipote di Sigmund Freud.

La giovane autrice ha vissuto nella Berlino degli anni ’20 una breve quanto difficile esistenza, prima di lasciarsi morire nel 1929 dopo il suicidio del marito.

Contestualizzare il periodo in cui questo albo è stato splendidamente scritto e illustrato può aiutare a comprendere quello struggente desiderio di pace e serenità che trasuda da ogni riga; un desiderio intenso e pulsante di vivere una vita serena, senza affanni e preoccupazioni dopo le tragedie della grande guerra.

Peregrin cammina in una città macchiata di ombre e dagli edifici sinistramente sbilenchi e incrinati. Porta con sé Nikeling, un pesce che guizza vitale nella sua piccola sfera di vetro. 

Tutto è un sogno, tutto è possibile, anche che Nikeling cresca tanto da occupare tutta la strada e da farsi cavalcare dal suo giovane amico alla ricerca del nuovo mondo (o più semplicemente di un mondo nuovo), perché 

Il mondo è pieno di pericoli che spuntano non si sa dove e non si sa quando,

Qui vivere è difficile,

Oggi come domani.

Peregrin ha paura, ha freddo, si sente solo; detesta l’avventura e teme il nuovo mondo, non ha soldi e non conosce nessuno, come se la caverà?

Peregrin avanza tutto solo e incontra bambini eleganti e gentili che gli offrono abiti caldi e un pasto semplice quanto squisito.

In questo mondo nuovo non esistono soldi ma tutti mettono a disposizione il loro lavoro per gli altri, con gioia e naturale generosità.

Ciascuno fa ciò che lo rende felice e questa è proprio una bella cosa.

I bambini partecipano ad ogni attività della vita, sentendosi utili e dando il loro contributo secondo le loro inclinazioni e possibilità; chi è stanco o malato riposa, e tutti vivono in armonia con la natura e con l’altro.

Nessuno ha il cuore greve, le cose inutili hanno lasciato il posto alla gioia del lavoro e della condivisione, in una condizione che sembra utopica ma che forse è solo nascosta dal troppo e dal niente.

I bambini non vengono sgridati ma possono aiutare i grandi; viene loro concesso il lusso più grande del mondo: il  tempo per imparare.

Peregrin corre al fiume per ringraziare il caro amico Nikeling; pace e gioia, impetuose come un torrente di primavera, inondano i loro cuori. Peccato che tutto questo sia solo un sogno.

Questo albo ha quasi un secolo, ma quanta verità troviamo tra queste righe e queste immagini volutamente semplici, perché il troppo non serve nel viaggio alla ricerca dell’armonia e della natura.

La ricerca della pace nella Germania degli anni ’20 viaggia per mano con la necessità di rispettare ciò che di più prezioso esiste nel mondo, ciò che lo renderà più o mendo degno di essere definito casa nel prossimo futuro: i bambini.

Un bambino ha il diritto di essere parte attiva in ogni frangente della vita; quanto più il suo cuore sarà leggero tanto più la sua mente sarà pronta ad imparare e il suo cuore a sentire la vita che lo circonda.

Il rispetto dell’individuo e dei suoi tempi scanditi dalla natura come base per una società “sana” e illuminata è un pensiero quanto mai attuale, e con una sensibilità e una intelligenza fuori dal comune l’autrice lo trasforma in un albo illustrato che è un piccolo grande capolavoro.

Sono passati quasi 100 anni, ma il cuore umano evidentemente non è per nulla invecchiato, forse è solo più confuso (e come dargli torto!).

Quante volte ci siamo sentiti come Peregrin, e quanto avremmo voluto un Nikeling (che tanto ci ricorda il pesciolino d’oro) a guidarci in una realtà dove ogni cosa è leggerezza e armonia?

Forse tutto questo non è solo un sogno, la fine dell’albo non chiude alcuna porta ma apre molti spiragli.

Colpisce in questo albo la centralità del bambino, così diversa dalla centralità smaniosa degli anni recenti, durante i quali sicuramente il bambino ha acquistato importanza ma con essa anche una serie infinita di doveri, aspettative da soddisfare, sguardi severi da gratificare ad ogni costo.

In  questa storia il bambino è protagonista  non come oggetto, non come promessa o vanitoso trofeo ma semplicemente come persona in divenire, come giovane individuo fragile ma anche natiralmente aperto, inevitabilmente assetato di vita e di esperienze.

Grazie a Topipittori per aver portato in Italia questo sogno.

Da Il viaggio sul pesce/Tom Seidmann Freud/Topipittori, di Maria Polita, in Un libro ancora, 22.10.2017.