Prima di me

di Luisa Mattia e Mook, 2016

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Cos’ero prima di me?

E dove?

Mi faceva il cielo.

Mi facevo, dico perché, ero niente dentro a tutto quanto.

Ero niente dentro tutti.

Ero tutti e tutto.

Mi faceva il tutto. Proprio.

Mi faceva con le mani la sabbia.

E l’acqua nella sabbia.

Morbida, la sabbia.

Molle la mia forma.

Prima, che è prima di essere me, quando nel tempo Chissadove non ero affatto il centro dell’universo, prima dell’esistere al mondo, dell’essere dato alla luce, prima, appunto, è un dove, da cui muove un gesto, da cui nasce il pensiero e la parola, di me.

Prima di me, scritto mirabilmente da Luisa Mattia e illustrato in modo altrettanto magico dai Mook, è un libro necessario, iniziatico alle domande aperte, quelle senza una destinazione certa, quelle che fanno tremare i polsi ai grandi, quando a farle sono i bambini, domande che hanno bisogno di immaginazione, di leggerezza, di sguardi imprevedibili e colmi di sorrisi verso un’Altrove cui nessuno può indicare la strada.

Eppure, se si sanno ascoltare i bambini, loro le risposte le trovano: «Cosa c’era di prima noi?», «Le nuvole e la lana», risponde una bambina minuscola con la maglia rossa e le gambe annodate attorno alla vita, alla domanda di Luisa Mattia nel laboratorio di presentazione del libro, un venerdì pomeriggio presso lo studio dei Mook. «E chi eri prima di essere?», «Il centro della corolla di un fiore», risponde una ragazzina dallo sguardo inquieto, oramai grande, cui queste domande bruciano sotto la pelle. E ancora un bambino che costruisce il suo spazio, muovendosi incessantemente: «Ero un temporale!»

Un albo illustrato che fa alzare la testa per guardarci intorno e scoprirci fili di trame manifeste, oltre il visibile narrato. Un libro sull’esistere come parte di un universo-parola, di segni-confini che si aprono al mondo.

Le illustrazioni non potevano che essere di questa natura: realizzate con la tecnica della rilievografia, stampi di legno inchiostrato, e pressati a torchio per lasciare traccia della fibra del legno, trasfigurano il reale, e attingono alle forme essenziali, come fossero i prototipi stesse delle idee.

Sulla copertina un grande occhio rosso ci guarda e guarda verso l’interno, invitandoci a proseguire il viaggio, dentro il libro, Prima di me: le pagine si muovono con il ritmo del respiro, sono piene e vuote, di domande-zampe, segni e disegni, gomitoli di cielo blu, quando c’era dentro solo il tutto che faceva anche noi, e pesci che attraversano cunicoli e onde di tuono che facevano brivido e paura. E poi una risata che si tinge di giallo che si moltiplica, si sovrappone, si trasforma in tante forme, nuove, di colore, di parola, in un adesso che è, nome di ora: IO SONO. Forma indicibile, astratta e al contempo di carne e pensiero, respiro e sorriso.

Un libro davvero straordinario, con una sintonia perfetta, tra testo e immagine, da leggere e rileggere, assaporando il divenire della sequenza di parole e immagini e lasciando ai bambini, anche quelli più grandi, un tempo, una dimensione lenta in cui riannodare i fili di domande grandi e di risposte leggere e profonde.

In Prima di me, di Cristiana Pezzetta da Book Avenue, 13.05.2016

Prima di me è la voce di un bambino che sussurra domande e trova risposte in ciò che lo circonda. Prima di me è "il suono della vita al suo esordio", come dice l'editore Topipittori parlando del libro, un viaggio nel tempo e nello spazio sulla linea di confine tra ciò che esiste e ciò che ancora non c'è, ma ci sarà.

A guidarci in questo viaggio è Luisa Mattia, che riesce a raccontare la complessità della vita con le parole più semplici ed evocative che esistano, quelle della materia che ci circonda e che è parte di noi: fuoco, acqua, vento, tuono, luce, aria. E poi la parola, che donando un nome alle cose, ci permette di raccontare il mondo. Il tempo: il prima, l'adesso il poi. I pensieri sono quelli di un bambino che c'è, non c'è, ci sarà, ma le riflessioni sono quelle di tutti noi e la grandezza di questo libro è proprio quella di toccare temi universali e complessi come il tempo e la vita con leggerezza, profondità e poesia.

Si fondono con le parole, le illustrazioni astratte e simboliche dai colori caldi e intensi di Mook, Francesca Crisafulli e Carlo Nannetti: artisti, scultori, incisori e designer multiformi.

Una festa di colori e forme, una poesia da sussurare e urlare, un racconto brevissimo eppure incredibilmente evocativo, un libro per chi ama riflettere e immaginare, sapere quanto siamo grandi e piccoli allo stesso tempo e gioire dell'essere qui e ora nel mondo.

In Prima di me: il suono della vita al suo esordio. Scoperta e immaginazione in un libro per bambini che canta la vita, l'esistenza, il cosmo e il tempo, di Ilaria Cairoli, da Panorama, 11.03.2016.

In questi giorni di formazione a insegnanti e bibliotecari sulle novità da proporre in lettura nell’ambito del progetto Nati per Leggere, questo libro mi accompagna con le sue illustrazioni in apparenza astratte, grandi tocchi di colore che paiono fare festa: festa di fronte a qualcosa di nuovo, all’inatteso, allo stupore di chi si sente nascere ed esce allo scoperto.

Luisa Mattia dà voce, con garbata poesia, a un bambino che sta per venire al mondo e disegna il suo formarsi attraverso le sensazioni proprie di chi parla, costruendo quasi come in un puzzle l’insieme di pezzi che danno l’intero, a cui verrà dato un nome, come riconoscimento, come benvenuto.

La voce riconosce e ripropone le domande che fanno i bambini quando si interrogano sulla propria nascita: ci si chiede dove si era prima, e cosa ci fosse prima di noi e ci si rende conto che prima c’era già buona parte delle persone e delle cose che si conoscono. E poi la voce bambina racconta del proprio prendere forma, del sentirsi acqua e vento e luce, uccello senza ali, brivido, gioia dell’attimo che segna il formarsi e poi il crescere e il delinearsi delle diverse parti del corpo fino al momento in cui si viene al luce, in cui la propria dignità di essere è sancita appunto dall’avere nome.

Un libro che fa primavera, dove il nido è un gomitolo azzurro, l’inizio del cammino una foresta apparentemente tutta uguale, la traccia iniziale un segno giallo caldo come un raggio di sole o il pelo di un pulcino.

In Prima di me, da Le letture di biblioragazzi, 2016