Museo Officina ovvero il museo come esperienza condivisa a partire da Psiche sei te: un percorso collettivo di interpretazione del mito per cambiare lo sguardo sul museo.
[di Melania Longo, storica dell’arte, museologa esperta in accessibilità del patrimonio culturale]
Per chi dovresti essere rilevante? Sii rilevante per le persone della tua comunità, chiunque siano.
Nina Simon
Cinque secoli dopo la sua nascita, Palazzo Te affronta il 2025 come un anno dedicato all’arte, alla creatività, alla partecipazione e al dialogo con il presente. Un anniversario profondamente simbolico, che non si limita a celebrare il passato, ma rinnova l’impegno del museo a essere un luogo vivo, aperto al cambiamento.
Ispirato alle Metamorfosi di Ovidio e Apuleio, Palazzo Te è il frutto del sogno di Federico II Gonzaga e del talento visionario di Giulio Romano: due giovani audaci che, a metà del Cinquecento, trasformarono il tema della metamorfosi in un racconto potente, denso di immagini e significati destinati a plasmare l’identità culturale della villa.
Nel programma del Cinquecentenario, il concetto di trasformazione continua diventa il filo conduttore. Non un semplice omaggio letterario, ma un invito a considerare il cambiamento come atto creativo, scelta consapevole, impulso generativo. Per Federico II e Giulio Romano, il mondo classico non era una reliquia da conservare, ma un’eredità viva da reinventare. Come scriveva Ernst Gombrich nel 1935, Palazzo Te è un luogo dove il tempo non segue una linea retta, ma si muove in cerchio. L’antico e il moderno si intrecciano, fomentandosi a vicenda.
Oggi quello stesso spirito guida la proposta culturale del museo, che anche grazie a un chiaro disegno di inclusione e pluralità di sguardi si afferma come un corpo vivo, aperto all’ascolto, pronto a raccogliere le sfide della contemporaneità.
Museo Officina: il museo come laboratorio umano
Dentro questa visione nasce Museo Officina: un laboratorio dedicato all’engagement del pubblico, all’apprendimento permanente e all’accessibilità museale. Curato da chi scrive e da Simone Rega di Fondazione Palazzo Te, si rivolge a tutte le persone curiose, desiderose di trasformare la visita in esperienza, l’opera in dialogo e il museo in uno spazio creativo, aperto ed equo.
L’ispirazione di questo percorso nasce in modo particolare dal lavoro di Nina Simon, che da anni promuove un’idea di museo centrata sulle persone e sulle esigenze reali delle comunità. I suoi programmi culturali funzionano perché partono dalle risorse, dai bisogni e dalle storie delle persone – non dal museo in sé:
“La rilevanza non riguarda ciò che ci è già familiare o ciò che ci piace. È la capacità di portarci altrove, verso qualcosa che aggiunge significato e valore alla nostra esperienza vissuta”, scrive Simon.
Il gruppo di lavoro
Da novembre 2024 ad aprile 2025, adulti di ogni età con background nell’educazione, nella cura, nell’arte e nell’istruzione si sono incontrati ogni mese a Palazzo Te. Insieme hanno partecipato a sessioni di studio, riflessione e co-progettazione con un obiettivo preciso: costruire un nuovo percorso di interpretazione della Camera di Amore e Psiche, attraverso uno strumento cartaceo (e presto digitale) che offrisse una lettura attuale e coinvolgente del mito di Apuleio raccontato ne L’asino d’oro, alla base del ciclo pittorico della sala.
È nata così una guida inedita: Psiche sei Te. Un percorso nel mito, attraverso il tuo sguardo, testata il 18 maggio 2025, nella Giornata Internazionale dei Musei promossa da ICOM, dedicata quest’anno al tema “Il futuro dei musei nelle comunità in rapido cambiamento”.
Un museo per tutti
Ogni visitatore arriva al museo con una motivazione diversa: esplorare, riflettere, socializzare, rilassarsi, conoscere, approfondire, ecc. Il lavoro portato avanti nei mesi è diventato un modo per osservare, ascoltare e comprendere meglio il pubblico: capire cosa cerca, di cosa ha bisogno e come possiamo costruire legami più profondi e autentici. Museo Officina, in tale prospettiva, si è costituito piano piano come un ecosistema capace di accogliere la pluralità di identità che lo abitano.
Psiche sei Te non spiega il museo: lo interroga. Grazie a testi esplicativi in font ad alta leggibilità e a un linguaggio chiaro e diretto, promuove un approccio partecipativo. Le cosiddette didascalie dialogiche non offrono interpretazioni univoche, ma aprono prospettive. Sono scritte in un linguaggio chiaro, preciso e accessibile a tutti, non utilizzano termini tecnici troppo complessi, ma cercano di coinvolgere il pubblico con dettagli interessanti e soprattutto ponendo domande. Il fine di quest’ultime non è certo misurare la conoscenza delle persone sull’argomento, ma quello di stimolare il pensiero, l’immaginazione, di attivare una conversazione, magari far nascere altre domande e far riscoprire il museo sotto una nuova luce.
Perché Psiche?
Durante le sessioni di co-progettazione, il gruppo ha alternato un tempo immerso nelle sale del museo a momenti di lavoro nell’aula didattica. Osservazione, esplorazione, confronto, ricerca, scrittura: ogni incontro è stato un passaggio tra esperienza diretta e riflessione condivisa. A metà del percorso, è emersa una consapevolezza chiave: Psiche ci somiglia. Nella sua storia abbiamo riconosciuto delle qualità e dei sentimenti che parlano anche di noi. Da lì è nata l’idea di farne il centro simbolico del progetto e, con essa, il titolo Psiche sei Te—un’affermazione d’identità che è anche un gioco di parole carico di senso.
La storia di Psiche parla a tutti: la curiosità, il rischio, le prove, la fragilità, il bisogno degli altri, la forza della trasformazione. Psiche affronta difficoltà, sbaglia, cambia, cresce. E infine diventa immortale. Nel percorso di Museo Officina, però, Psiche non solo è stata emblema dell’essere umano contemporaneo ma anche una guida per ripensare l’esperienza museale: non più un tragitto passivo ma un’occasione per cercare, dentro il mito, qualcosa di proprio.
Una delle didascalie racconta il momento in cui Psiche deve raccogliere la lana d’oro da pecore feroci. Solo aspettando il calare della notte, quando gli animali si calmano, può riuscirci senza farsi male. Le domande che seguono quel racconto sono anche una dichiarazione d’intenti: fare dell’opera e quindi del museo un processo aperto, in evoluzione:
● Ti piace aspettare, o lo trovi difficile?
● Quando ti diverti così tanto che il tempo vola?
● Quando invece sembra non passare mai?
Nella prima giornata di sperimentazione di Psiche sei Te le reazioni sono state numerose e preziose: con un trasporto inaspettato, hanno partecipato bambini dai quattro anni e adulti over settanta. Osservare come le persone si avvicinavano alle opere con uno sguardo più personale e partecipe ha confermato il valore dell’esperimento. Ma il viaggio non si ferma qui.
Sono già in programma due nuove giornate di apertura e confronto, il 16 giugno e il 16 luglio: occasioni per allargare il cerchio, accogliere nuovi sguardi e affinare strumenti che non vogliono diventare formule rigide, ma restare inviti aperti al dialogo.
In autunno, Museo Officina riprenderà il suo percorso, pronto a camminare ancora accanto a Palazzo Te e a quei musei che vorranno accoglierlo come laboratorio di empowerment e apprendimento permanente. Istituzioni che riconoscono la propria complessità, il proprio radicamento nel presente e la responsabilità di essere spazi vivi, capaci di ascoltare, evolversi e contribuire alla crescita sociale e culturale delle comunità.
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Museo Officina è un progetto di Arteverso APS, in collaborazione con Palazzo Te e Charta Cooperativa. Hanno collaborato: Saba Artioli, Alessia Colognesi, Jessica Crivelli, Silvia Fogato, Chiara Iannatone, Cinzia Leoni, Alice Pesci, Alice Ravelli.
Il progetto grafico è di Silvia Fogato