Nella nostra tradizione, il coniglio pasquale non c'è, o meglio non c'era. Perché oggi il marketing di giocattolai e aziende dolciarie, ha disposto che la Pasqua si accompagni, almeno un mese prima del suo arrivo, a un'invasione di conigli, oltre che di uova e dei loro legittimi contenuti: i gialloni, detti altresì pulcini (di cui, se seguiste questo blog fedelmente, pelandroni che siete, sapreste che abbiamo parlato qui.
Ecco Easter Bunny. E fin qui, tutto normale.
Easter Bunny o il Coniglietto di Pasqua (detto anche Coniglio o Lepre Pasquale) è un simbolo e un personaggio del folclore dell'Europa nord occidentale. Il suo compito è quello di portare le uova. La sua origine è tedesca. Fra i luterani, il Coniglio di Pasqua, originariamente, fungeva da giudice, deputato a stabilire, all'inizio della stagione primaverile, quali bambini fossero stati buoni e quali cattivi. A volte nelle rappresentazioni lo si vede vestito con abiti umani.
A volte, Easter Bunny appare un po' insistente, se non minaccioso.
A volte, si mostra per il tipo allegro che è, sempre in vena di scherzi.
Certamanente ama lo schiamazzo bandistisco.
Secondo la tradizione, la notte prima della festa, il sabato santo, il coniglio porta ai bambini, nel suo inseparabile cestino, uova, caramelle e piccoli giochi, un po' come fanno Babbo Natale e Gesù bambino. Le uova colorate o decorate, nascoste in giardino o in casa, vengono poi cercate dai bambini la mattina della domenica di Pasqua, prima del pranzo.
Nonché le allegre danze di primavera.
E non disdegna le pedalate.
Di tanto in tanto, concerta fra quadrifogli.
Dell'usanza tedesca della lepre pasquale che porta doni ai bambini si legge per la prima volta in De ovis paschalibus di Georg Franck von Franckenau's, opera del 1682. Dalla Germania, il coniglio pasquale salpò, poi, con il suo ottimismo festaiolo, per il resto del mondo, in particolare in area anglosassone.
A volte, le uova di Easter Bunny si rompono ed escono pulcini.
Può capitare che i pulcini vengano schiavizzati.
Ma, a volte, sono i pulcini, giganteschi, a schiavizzare.
Il coniglio di Pasqua in realtà origina dalla lepre, animale che nella simbologia pagana è legato alla prolificità e alle scatenate danze amorose che movimentano i prati all'inizio della primavera. Nelle antiche culture, questo animale, infatti, era uno dei simboli della nuova stagione, legato alla rinascita della natura e alla fertilità. Con l'avvento del cristianesimo, questo simbolo venne più o meno a coincidere con la festività della Pasqua e in quanto emblema di vita che rinasce e si rinnova, come l'uovo fu accolto tra le immagini della Pasqua e della Resurrezione.
Comunque, l'idea è quella di una collaborazione.
O quantomeno di uno scambio.
Ognuno offre le proprie competenze.
Come tutti i personaggi leggendari legati alla celebrazioni di feste, nel corso del tempo il coniglio o lepre di Pasqua, che dir si voglia è diventato, oltre che un beniamino dell'infanzia, protagonista di una quantità di immagini indescrivibile, che lo raffigurano in tutte le posture e fogge possibili, dalle più tradizionali alle più folli.
Poi, tutti a divertirsi.
Ogni tanto qualcuno perde la misura.
Ma basta una bella partita e si sistema tutto.
Le cartoline che illustrano questo post appartengono in gran parte al periodo vittoriano, epoca in cui Easter Bunny divenne una vera e propria celebrità, interprete delle più demenziali fantasie, di cui come è noto la popolazione inglese in quel periodo fu curiosamente prodiga nonostante il perbenismo ultraconformista dei suoi regnanti (peraltro Queen Victoria, con la sua aria così perbene, ne fece anche lei delle belle).
Le uova di Easter Bunny possono arrivare in un cestino. Ma anche in treno.
O in barca.
O in gondola.
Anche in automobili pilotate da cuccioli di pollo ebbri, qualora non vi siano altri mezzi disponibili.
A nostro avviso, il kitsch di questa cartoline pasquali ha qualcosa di talmente ingenuo, umoristico e vagamente crudele da risultare irresistibile. Dedichiamo questo post alla nostra amica Anna Martinucci, protagonista di un altro post pasquale di questo blog, nonché fine esegeta di stati immaginativi demenziali.
O in barboncino, per quanto sia imbarazzante.
Qui però si trascende.
Infine, che sia festeggiata in compagnia di conigli, lepri, uova, pulcini oppure no, abbiate una bella Pasqua, cioè esattamente come la desiderate. E se avete voglia di piangere dal ridere a proposito di usanze pasquali leggete questo.
E comunque tre infermiere che leggono la Bibbia non è il tipo di sorpresa che ci si augura di trovare in un uovo di Pasqua.