I libri sono strumenti potentissimi

A Cagliari, nel cuore del quartiere storico La Marina, esiste una piccola biblioteca di quartiere contenente testi multilingue e frequentata, perlopiù, da donne russe, ucraine, bielorusse e kirghize che lavorano in città e nei dintorni come badanti.

[di Valentina Piras, associazione Genti de Mesu*, in collaborazione con Francesca Fara di La Malince Onlus e Francesca Casula di Associazione Karalettura]

Marija Prymačenko "Two Parrots Took a Walk Together in Spring", 1980

Siamo onorate di poter condividere nel blog dei Topipittori la nostra esperienza con il progetto di biblioteca interculturale, che portiamo avanti dal 2011: uno spazio contenente libri in diverse lingue con utenza prevalentemente costituita da donne provenienti dai Paesi dell’ex Unione Sovietica che svolgono perlopiù il mestiere di badante. Una biblioteca che è anche luogo di incontri, di scambi, di storie lette e vissute che si intrecciano.

Ci sono due parole chiave per descrivere questa esperienza, e la prima è curiosità.

Da diversi anni Cagliari assiste a un continuo mutamento della propria popolazione: osservando le strade del centro storico, ci siamo accorte della presenza sempre maggiore di persone provenienti da diverse parti del mondo. Come operatrici sociali di due diverse associazioni (Genti de Mesu e La Malince), ma anche nel nostro quotidiano, questo fenomeno ci ha incuriosite, soprattutto per ciò che riguarda alcuni tipi di migrazioni, in particolare quella delle donne che dopo un viaggio di migliaia di chilometri arrivano qui per svolgere il lavoro di badante: così ci è venuta voglia di scoprire che esperienza stessero vivendo queste donne che avevano lasciato a casa figli e nipoti e cambiato radicalmente stile di vita. Con la dissoluzione dell'Unione Sovietica, nel 1991, infatti, è iniziato un processo di migrazioni femminili dalla Russia e dall'Ucraina verso l'Italia, che ha coinvolto anche la nostra città. L'idea di questa biblioteca è nata proprio dalla curiosità e dal desiderio di avvicinarci a questo mondo di migrazioni femminili, sostanzialmente invisibile, dato che i contatti con queste donne avvenivano esclusivamente all'interno delle famiglie, proprio per il ruolo di cura che svolgevano e tuttora svolgono nella loro professione prevalente.

Marija Prymačenko "Don't Feast Your Eyes on Other People's Bread", 1983

E qui arriviamo alla seconda parola chiave di questa esperienza. La passione per i libri e la lettura in generale. I nostri amici dell’associazione Karalettura, che ha come obiettivo proprio quello di promuovere la lettura, come appassionati di libri hanno sentito l’esigenza di condividere la loro passione, non più solo con i cagliaritani, ma anche con le persone straniere presenti in città e nei dintorni. Con la consapevolezza che l’attivazione di un servizio bibliotecario per stranieri non solo potesse valorizzare il tempo libero dell’utenza, ma anche favorire l’incontro, il dialogo, lo scambio e un’eventuale produzione culturale.

Marija Prymačenko "This Man Does Not Know How to Please a Woman", 1978

"Con queste premesse le associazioni Genti de Mesu, La Malince e Karalettura si sono impegnate insieme, dal 2011, nell’ottica di un lavoro di rete, a realizzare un’attività di interazione e conoscenza con donne russe, ucraine, kirghise e bielorusse presenti a Cagliari e hinterland, mettendo loro a disposizione un servizio di prestito librario, sostenuto negli anni (seppur a intermittenza) da alcuni finanziamenti pubblici, ottenuti per lo più tramite la partecipazione a bandi della Regione Autonoma della Sardegna.

Nelle prime fasi del progetto (2011, 2013, 2014) il servizio è stato attivato la domenica e il giovedì pomeriggio (generalmente i giorni liberi per chi svolge il mestiere di badante) all’aperto, nella piazza Ingrao (comunemente conosciuta come “Piazza Ucraina”), una piazza ubicata al centro della città, di fronte al porto, uno spazio poco frequentato dai cagliaritani e che in quegli anni ha rappresentato il punto di incontro delle donne dell’Est. In occasione delle giornate di apertura le operatrici coinvolte allestivano la biblioteca di piazza, portando gazebo, tavoli, sedie e le scatole contenenti le diverse centinaia di libri in lingua russa e ucraina acquistati per il progetto.

La scelta di realizzare una biblioteca nel loro spazio era, sebbene molto faticosa dal punto di vista logistico, obbligata: la nostra esperienza passata con il mondo delle migrazioni ci diceva, infatti, che potevamo offrire il servizio più efficiente del mondo, ma non potevano aspettare che venissero loro da noi. Se volevamo costruire un legame, dovevamo essere noi ad andare da loro. Una scelta vincente, perché incontrarle e conoscerle nei loro spazi ci ha permesso, dopo i primi fisiologici momenti di diffidenza, di costruire un rapporto di fiducia duraturo, che nel tempo è andato oltre la piazza e ha fatto in modo che, dal 2014 in poi, le utenti ci seguissero nei locali al chiuso della Biblioteca Karalettura, nel quartiere storico La Marina, poco distante dalla Piazza Ingrao.

Negli anni, tramite i vari finanziamenti ottenuti, sono stati acquistati libri in russo, ucraino, ma anche rumeno, italiano, wolof; oggi il patrimonio librario della biblioteca conta circa 10.000 libri in diverse lingue, provenienti anche da numerose donazioni. I libri sono tutti catalogati dai soci di Karalettura con il metodo Dewey, uno schema di classificazione bibliografica per argomenti organizzati gerarchicamente.

Illustrazione di Lidiia Popova

È stata fatta la scelta di non acquistare solo libri su richiesta, ma di fare anche delle proposte per stimolare testi e autori che difficilmente le nostre lettrici avrebbero a portata di mano. Così la nostra biblioteca contiene generi per tutti i gusti: gialli, storici, fantasy e autori che vanno dai più grandi classici russi come ad esempio Guerra e pace di Tolstòj, o Delitto e castigo di Dostoevskij, sino ad arrivare libri italiani tradotti in lingua russa, partendo da Il Nome della Rosa di Umberto Eco per arrivare a Non ti muovere di Margaret Mazzantini, passando per L’amica geniale di Elena Ferrante.

Queste selezioni vengono apprezzate dall'utenza e la biblioteca negli anni ha raggiunto oltre 300 iscritte, per lo più provenienti da Russia, Ucraina, Bielorussia e Kirghizistan. Lettrici accanite, con un livello culturale medio-alto: prima di fare le badanti in Italia molte di loro svolgevano nei loro Paesi di origine delle professioni completamente diverse come ad esempio insegnanti, commercialiste, musiciste, impiegate di vario genere.

Illustrazione di Lidiia Popova

Leggere nelle loro lingue d’origine, per queste donne, è un sollievo e come loro stesse ci hanno detto è “un aiuto spirituale”, un antidoto a quel rischio di annullamento di sé e della propria identità che inevitabilmente si ritrovano a vivere persone che svolgono delle esistenze lontane da casa e interamente dedicate al lavoro.

In tutti questi anni, all'interno di questa piccola biblioteca di quartiere composta essenzialmente da un'ampia sala, non avvengono solo prestiti, ma scambi di storie, esperienze, condivisioni di gioie familiari passate e di dolorose lontananze.

Il fermento creato dall’incontro con queste lettrici, negli anni ha portato le varie associazioni a sviluppare delle iniziative integrate alla biblioteca, che coinvolgono anche altri gruppi di migranti oltre alle signore dell’est Europa. In particolare l’ultimo progetto (Sentieri Comuni), finalizzato a promuovere il trekking terapeutico come strumento di promozione del benessere psicologico e di contrasto delle situazioni di depressione e di malessere legate al trauma della migrazione. Il progetto, realizzato proprio durante il 2020, quindi nel periodo di apice della pandemia, ha coinvolto gruppi diversi di migranti, creando interessanti connessioni tra le affezionate lettrici della biblioteca e gruppi di migranti provenienti da Paesi africani.

Al momento la biblioteca funziona a livello esclusivamente volontario, garantendo un’apertura mensile, sempre realizzata il giovedì pomeriggio. Le utenti vengono avvisate tramite whatsapp di ogni apertura programmata. Gli sforzi da parte delle associazioni coinvolte, di mantenere la biblioteca aperta e approvvigionarla con libri nuovi, si sono rafforzati in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. In parte, il servizio risponde anche a un’esigenza di una nuova utenza, creatasi dai flussi di persone in fuga dal conflitto. Sono nate nuove collaborazioni tra cui quella con la libreria Internazionale Koinè di Sassari, che ha fatto da ponte per l’acquisto di libri dalle rivendite ucraine, e nuove donazioni, tra cui, molto importante, quella di libri ucraini donati da Confcommercio.

 

Ma soprattutto riteniamo che, anche se si tratta di un piccolo gesto, permettere a queste donne di prendere in mano un testo scritto nella lingua a loro familiare possa portare un po' di conforto. Alcune di loro provengono dalle zone più martoriate del conflitto in corso, i racconti dolorosi di due lettrici di Kherson che hanno lì i loro figli ci hanno commosso e allo stesso tempo convinto che esserci, con il nostro progetto, sia un segno piccolo ma concreto di solidarietà.

Abbiamo imparato che i libri sono uno strumento potentissimo e che le biblioteche possono diventare luoghi di incontro e scambio di vita. Uno dei pochi in questo momento che riescono a unire all’interno di uno stesso spazio persone provenienti da due Paesi in conflitto.

Marija Prymačenko "Our Army, Our Protectors ", 1978