La favola nera di Terezín

“Nessuno puòspiegare esattamente cosa succede in noi quando si spalanca la portadietro cui sono celati i terrori dell'infanzia” afferma Austerlitz,professore di storia dell'architettura, studioso di fortezze,caserme, stazioni, carceri e tribunali, afflitto da una tragicaassenza di memoria personale. Fino alla scoperta di essere giuntoa Londra, molti anni prima, a bordo di uno di quei convogli partitidall'Europa centrale per l'Inghilterra, carichi di bambini, mentrei genitori venivano deportati nei campi di concentramento di tuttaEuropa.
Il romanzo, splendido, di cui stiamo parlando è Austerlitz,di W.G.Sebald, Adelphi 2002, implacabile e disperata cronaca di unriaffiorare di ricordi legati alla propria vicenda familiare e al propriotempo. Angosciante e puntuale viaggio attraverso luoghi e tempi dellademenza nazista.

Disegnoproveniente da Terezín. Collezione Museo ebraico diPraga.

 Inquesta rassegna degli orrori, ampio spazio èriservata alla descrizione del campo cecoslovacco di Terezín,dislocato nella città-fortezza costruita nel 1780 dall'imperatoreGiuseppe II, e che all'inizio del 1944 fu protagonista di uno deglieventi più sconcertanti del nazionalsocialismo: quella che fuchiamata la grande “Opera di Abbellimento”. In previsione di unavisita estiva di una commissione della Croce Rossa Internazionale,sotto la guida delle SS, il campo di Terezín fu trasformato, inpochi mesi, in una “comunità modello” per bambini e anziani,con panchine, ameni vialetti, migliaia di rosai in fiore, graziosiedifici con decorazioni intagliate, piscina, giostre, biblioteca, banca,ufficio postale, scuola elementare e materna, negozi, teatro, sala daconcerto.

Disegnoproveniente da Terezín. Collezione Museo ebraico diPraga.

“Theresiendstadt”scrive Sebald, “si trasformò in un Eldorado di cartapesta,che forse riuscì persino a incantare qualcuno dei suoi abitanti oaddirittura a infondergli qualche speranza...”
Fu proprioin questo luogo e in occasione dell'ispezione, che l'opera Brundibár,del compositore praghese HansKrása, su libretto di Adolf Hoffmeister e regia di SilviaBrunello, che era stata scritta per un concorso nel 1938, fu eseguita il23 settembre 1944. Ebbe poi ben 55 repliche fino all'aprile del 1945, almomento della liberazione. In occasione della prima, i bambini esecutoridell’opera ricevettero cibo in abbondanza e persino cioccolata.

I bambini chepresero parte alla prima di Brundibár nel1944

Degli oltretrentamila ragazzi deportati a Theresiendstadt, molti morironodi fame, stenti, malattie infettive, altri nelle camere a gas diAuschwitz, sorte toccata anche a Kràsa. Paul Aron Sandfort che, allora,aveva 13 anni e prese parte allo spettacolo con circa altri quarantabambini della sua età, di cui fu l’unico sopravvissuto, ricorda:“Brundibár fu per noi un sogno più vivo dellasofferenza quotidiana, un barlume nell’oscurità della prigionia, unbarlume di speranza che ci permetteva di sperare nella libertà, malgradoi reticolati.”

Scenografiadi Maurice Sendak per Brundibár,2006.


Scelta per mascherare la realtà dei campi di sterminio,Brundibár narra la storia di Pepicek e Anika,due fanciulli orfani di padre che, per acquistare il latte per lamadre ammalata, decidono di esibirsi in canzoni e danze, imitandoBrundibàr, suonatore di organetto ambulante malvagio e violento, checerca di asservirli e rubare loro i guadagni.

Solol’ottusità dell’Obersturmbannführer non riuscì a leggere in questafavola la forza eversiva che nascondeva. Che fosse un canto di rivoltae di ribellione era ben chiaro, invece, a tutti i deportati.

Il successo di Brundibár,in effetti, fu tale che molte repliche furono organizzateclandestinamente dai prigionieri nei luoghi più disparati delcampo.

Scenografiadi Maurice Sendak per Brundibár,2006.

Dallafine della guerra a oggi, quest'opera per voce di bambini, assurta asimbolo della ferocia sconfitta dalla forza utopica dell'infanzia,ha conosciuto infinite edizioni e riletture. Come quella di TonyKushner, che ha riscritto il libretto orginale, accompagnata dallemeravigliose scenografie di Maurice Sendak.

Sultema di Brundibár e di Terezínconsigliamo la lettura del bell'articolo di Orsola Puecher, uscitosu NazioneIndiana Glialberi crescono, nuvole corrono, gli anni in frettapassano.

Adattamento di Brundibáredito nel 2003 da Michael Di Capua Books/Hyperion Books forChildren.