La misura di tutte le cose

Nell'autunno del 1994,Elizabeth Lortic, de Les Tois Ourses, inviò i primi libridi Katsumi Komagata a BrunoMunari, chiedendogli un'opinione. Munari rispose così:

Come una cosa si trasforma inun'altra
Verosimilmente, tutti ibambini del mondo, dopo aver giocato un po' con un giocattolo, finisconoper smontarlo, per vedere come è stato fatto. Allora, gli adulti diconoche il bambino «ha rotto» il giocattolo. Ma non è vero: i bambino lo«apre» per vedere che cosa c'è dentro, come fanno gli adulti, quando«rompono» un'arancia per mangiarla. Nella maggior parte dei casi, nonè possibile costruire qualcosa con i pezzi di un giocattolo rotto. Avolte è possibile farlo solo con pezzi disparati. Allora, perché noninventare degli oggetti visuali (si è detto un giorno Katsumi Komagata)con pezzi disparati che si possano combinare in modi diversi? Basteràche questi pezzi disparati siano tutti uguali, cioè di dimensionimodulari, in modo da poterli assemblare. 



In Oriente,esiste un gioco antichissimo che ha la caratteristica di poter esserecomposto in una gamma infinita di possibilità: è il tangram. Ma(può darsi abbia pensato Katsumi Komagata) proviamo a giocare, oltreche con i colori, con le forme. Bisogna trovare dei moduli insoliti:un triangolo con un lato curvo, per esempio. In quante forme si puòcombinare. Vediamo un po'.
Ecco allora unaserie di giochi in nero e a colori proposti da Katsumi e adatti anche aipiù piccoli.
Gli stessi bambini sarannostupiti da questo cambiamento, molto più di quanto lo siano da certefiabe che raccontano di un principe innamorato di una bella principessa:ci sono giochi per tutte le età.

Nel1994, Komagata non era ancora sbarcato in Europa. I suoi primilibri saranno editi in Francia, da Les Trois Ourses nel 1998. I suoiesordi, Komagata li racconta così:


Quando mia figlia ha compiuto tre mesi, ha cominciato aosservare le cose. Non ero sicuro che potesse vedere, ma i suoi occhisi muovevano da sinistra a destra, poi da destra a sinistra. Cominciavaanche a guardarmi, come se si domandasse chi fossi. Il padre è menovicino al bambino della madre, perché la madre e il bambino hannovissuto insieme per i nove mesi prima della nascita. Così ho pensato aun modo per dire a quella bambina che ero suo padre, e ho cominciatoa  disegnare delle carte per attirare la sua attenzione[queste carte sono poi diventate la serie "Little Eyes",pubblicata da One Stroke a partiredal 1990 e che vedete nelle pagine del catalogoqui fotografate)



Ho disegnato molte carte, più di cento, permostrarle alla mia bambina. All'inizio, volevo solo muoverle davantiai suoi occhi per essere sicuro che ci vedesse. Poi ho capito cheerano un mezzo per comunicare con la bambina, anche se non capiva leparole, e che la cosa più importante era condividere qualcosa insieme edivertirsi. Questo è stato il primo passo del nostro dialogo: quello checi ha permesso di fare conoscenza un po' alla volta.


Ecco,con tutta questa semplicità e purezza sono nati i libri di KatsumiKomagata. Libri importantissimi. Così importanti che spesso ce nedimentichiamo, come ci dimentichiamo dei libri di Bruno Munari. Cene possiamo dimenticare perché sono un po' come la musica diMozart: qualcosa che abbiamogià dentro, anche se non siamo consapevoli di avercela;e che quando ci viene rivelata magicamente, poeticamente, cisembra ci appartenga da sempre.

Proprioper questo è particolarmente importante che, a un certo punto, l'operadi questi artisti venga riepilogata, catalogata, esposta ai nostriocchi nella sua interezza, per far sì che ci si possa ricordare,per mai più dimenticare, l'entità del debito che abbiamo nei loroconfronti. Come esseri umani, autori, illustratori, editori, bibliotecari,insegnanti, genitori ed ex bambini.

Laconsapevolezza di questo debito è fondamentale, per non correre ilrischio di convincersi di "conoscere e possedere già" l'opera di questiautori, di darla per scontata, di relegarla fra le verità acquisite e lecertezze consolidate, quando il pensiero di Komagata, come anche quellodi Munari e di Mozart, è un pensiero genuinamente rivoluzionario e,proprio per questo, poco avvezzo a muoversi sul rassicurante terrenodelle nostra pretese verità e certezze.


Proprio per questo Les Livres de... Katsumi Komagata,pubblicato nel novembre del 2013 da Les Trois Oursesè un libro essenziale. Essenziale quanto quella barra di platinoiridio conservata a Sèvres, al Bureau Internationale des Poidset des Mesures che, dal 1899 ci dà lamisura di tutte le cose.


Nel 2008, in un numero speciale della rivista "Le Mook": Quand les artistes créentpour les enfants. Des objetslivres pour imaginer, dedicatoai primi vent'anni di attività di Les Trois Ourses,Katsumi Komagata ha scritto:


Recentemente, mia figlia mi ha domandato se avreicontinuato a creare libri per bambini così pieni di sorpresee di cose strane. Le ho risposto: «Lo farò.»

E noi aspettiamo i suoi libri, ogni volta con l'ansia el'aspettativa di quando eravamo bambini.


I precedenti post della rubrica "Leggere l'illustrazione"sono stati dedicati a:
gli albi illustrati russi dell'epocad'oro; la nuova summa teorica sull'albo,di Svdl; - la collana "Cento anni diillustratori"; il repertorio "Pittori dicarta"; due volumi essenziali sulla storiadegli albi americani;