Saper disegnare, come gli antichi

In occasione delcentenario dalla nascita, Triennale Design Museum, il 13 novembre,ha inaugurato  la prima mostra in Italia dedicata a PieroFornasetti, a cura di Barnaba Fornasetti, Piero Fornasetti. Cent'annidi follia pratica (catalogo Corraini).
Comerecita la presentazione: “Pittore, stampatore, progettista,collezionista, stilista, raffinato artigiano, decoratore, gallerista eideatore di mostre, Fornasetti è stato una personalità estremamentericca e complessa. Ha disegnato e realizzato circa 13.000 traoggetti e decorazioni: un universo fatto in egual misura di rigoreprogettuale, artistico e artigianale come di fantasia sfrenatainvenzione surrealista e poesia.”

La mostra,ricchissima, ben documentata, pensata e allestita, espone oltre1000 pezzi, provenienti per la maggior parte dall'archivio (chedev'essere una miniera inesuribile) curato da Barnaba Fornasetti,che prosegue l’attività avviata dal padre, nelllo show room di via Matteotti 1/A, aMilano.
A mio avviso questa è una mostra che chiunquesi occupi di immagini, che le realizzi, le studi o le usi, non puòperdere. E qui di seguito, trovate alcuni motivi del perché, se nonl'avete ancora vista, secondo me fareste bene ad andarci (chiude il 9febbraio, per cui meglio affrettarsi).

Primo:poche volte a una mostra ho visto visitatori così evidentementedeliziati da quello che stavano guardando e così allegri. Forseperché Fornasetti ha la capacità di unire un'ironia sopraffinaa un istinto assoluto e precisissimo per la bellezza.

Piero Fornasetti,Calendario.

Esa far stare le due cose in perfetto equilibrio. I francesi chiamanojoie de vivre questa attitudine al piacere dellostare al mondo e di godere delle sue cose migliori.

Secondo: probabilmente, come me finché non ho visto questa mostra,non sapete che quella di realizzare portaceneri è un'arte sublime, cosìcome quella di disegnare partecipazioni di nascita o di fare calendari. Ilcalendario commissionato da Gio Ponti a Fornasetti forse è il più bellomai concepito da mente umana.

Terzo: Fornasettisapeva fare tutto, anche riflessioni magnifiche sul proprio mestiere diartigiano e di artista. E sapeva scriverle benissimo.

PieroFornasetti, Guardaroba surreale,1940

Quarto:non ricordo di avere mai sperimentato una sensazionedi appagamento visivo pari a quella che mi ha datola compagnia, per oltre due ore, degli oggetti creati daFornasetti: quadri, disegni, mobili, paraventi, vassoi, foulard, piatti, bicchieri, porte, sedie, tappeti,tessuti, scatole, libri, riviste, biglietti da visita, bicchieri,tazze, scrittoi, zuccheriere, cravatte, carte da parati, vasi,portaombrelli... 

Quinto: Munari haaffermato che “dalla qualità di quello che vediamo dipende la qualitàdella nostra vita”. Fornasetti, attraverso ogni oggetto a cui applica lasua smagliante intelligenza visiva, dimostra cosa significhi “qualitàdi un oggetto”.

Sesto: quando eropiccola, a casa, c'erano un tavolino a tre gambe con il piano decoratoda farfalle e un set di sottobocchieri coi soli e le lune, entrambi diPiero Fornasetti. Per me erano le cose più belle, fra gli oggetti cheavevamo intorno. Erano misteriosi, dimostravamo che un oggetto potevaessere abitato da molte vite diverse. Quegli oggetti raccontavanonello stesso modo in cui poteva farlo un libro.


PieroFornasetti. Cent'anni di follia pratica, catalogo EdizioniCorraini.

Settimo: è una mostra perfettaper portarci dei bambini. La caleidoscopica ricchezza di ciòche è in esposizione parla alla naturale capacità immaginativadei bambini senza alcun bisogno di supporti studiati adhoc. Fornasetti (che possedeva un occhio nutrito da solidae raffinatissima cultura) riusciva a guardare ogni cosa come se lavedesse per la prima volta. Per questo ogni cosa che è uscita dallesue mani è una sorpresa assoluta.

PieroFornasetti. Cent'anni di follia pratica. Triennale DesignMuseum.


Ottavo: la perfezione artigianale e artistica con cui Fornasettiha realizzato ogni oggetto, è una lezione di creatività e rigoreassoluta.

Piero Fornasetti,Paravento.
PieroFornasetti.

Nove: mentre guardavo questamostra, mi sono chiesta come dovesse essere la mente di Fornasetti. Unaspecie di fabbrica di immagini in funzione giorno e notte. E infattiall'inizio del percorso della mostra si legge: «Il nostro mestiereè senza limite, a tempo pieno. Non c’è orario. Giorno, anchenotte. I miei sogni li traduco in realtà, qualunque cosa faccia». Miè capitato di avere questa sensazione di potenza immaginativa, dicapacità di realizzazione di visioni proprie, guardando i caminidi Casa Milà, di Antoni Gaudì, a Barcellona.


PieroFornasetti, Collage di note, idee e schizzi sul tema delsole.


Dieci: c'è molta saggezza in questa visionaria potenzageneratrice. Mi ha fatto venire in mente la saggezza degli antichi chesi circondavano di immagini, e non potevano vivere senza contornarsi dirappresentazioni, simboli, miti. E per i quali ogni oggetto, anche il piùquotidiano, era contrassegnato dalla bellezza. Fornasetti ha scritto:«A chi mi chiede lumi per apprendere il “design”, questo stranomito dei nostri tempi, rispondo: "Andate a scuola di nudo questa è lascuola cui apprendere il design. Il saper disegnare, come gli antichi,permette di organizzare, di progettare una cosa o un oggetto, una vetturao il frontespizio o la pagina di un libro»

Epoi si può mancare la mostra di uno che ha afferma: «Mi reputo anchel’inventore del vassoio, perché ad un certo momento della nostraciviltà non si sapeva più come porgere un bicchiere, un messaggio,una poesia. Sono nato in una famiglia di pessimo buon gusto e facciodel pessimo buon gusto la chiave di liberazione della fantasia».

Piero Fornasetti,Autoritratto.