Sullaluna da Venezia a New York

[di Anna Saba Didonato]

Mentre il mercato italiano dell’editoria attraversa un periodo non proprio florido, la libreria SULLALUNA sbarca a New York. L’incantevole realtà veneziana è, tra l’altro, l’unica libreria indipendente che ha una sede in Italia e una negli Stati Uniti. Da un anno, infatti, ha avviato un sister shop nella grande mela, grazie a una felice intuizione che le ha aperto prospettive molto interessanti per “creare legami, scambi e occasioni di cross-pollination”, come ci racconta, in questa intervista, la proprietaria, Francesca Rizzi.

Com’è nata l’dea di aprire una sede a NY? A un anno dall’apertura, proviamo a fare un bilancio.

Beh, che dire… non ci aspettavamo un’accoglienza di questo tipo. È stato un anno travolgente!

L’idea è nata quando Fulgi, il nostro figlio maggiore, ha lanciato il cuore oltre oceano e ci ha comunicato la sua intenzione di trasferirsi a NY con l’idea di portare lì SULLALUNA. E pensare che non ci era neanche mai stato, a NY.

Il progetto ci ha ispirato, ha catalizzato nuove energie e ha fatto sorgere un desiderio di avventura e di scoperta che non provavamo da anni. E ci siamo buttati. Siamo arrivati in città a marzo 2024.

Avevamo già studiato quartieri e situazioni, ma quando ci siamo trovati  a Carmine Street, nel cuore del Greenwich Village, abbiamo sentito una forte connessione con il luogo. Aveva appena chiuso una libreria storica per problemi legati alla recente pandemia. Potevamo ancora vedere la sua insegna “Un-oppressive Non-imperialist Bookstore”. Era un chiaro segnale, e il nostro istinto è stato quello di portare di nuovo i libri in questa strada e in questo quartiere, decisamente unico per la sua ricchezza di storia e di storie.

Poi gli incontri con le persone sono stati fondamentali. Steven Guarnaccia, illustratore di grandissimo talento e personalità, è stato sempre al nostro fianco e con lui abbiamo organizzato eventi e promosso iniziative. In libreria ci sono alcune sue meravigliose tavole originali e l’anno scorso, in occasione del Natale, ci ha aiutato ad allestire una mostra A fashionable Christmas, tutta dedicata alla moda e allo stile nei libri per bambini, con l’aiuto di Marcella Terrusi.

Anche Leonard S. Marcus, grande esperto di letteratura e illustrazione per l’infanzia, ci ha adottati con affetto. Abbiamo trascorso insieme tante ore a parlare di illustrazione, mentre ancora i lavori di restauro erano in corso e al posto degli scaffali c’erano solo cumuli di macerie.

Ed è con lui che abbiamo presentato Sydney Smith, pochi giorni dopo aver vinto l’Hans Cristian Andersen Award, e l’uruguaiana Nat Cardozo autrice del bellissimo Origin.

La vostra proposta è incentrata prevalentemente su una selezione di albi illustrati per bambini e adulti, sia in lingua inglese che in italiano. Quali sono i criteri che vi guidano nelle vostre scelte?

La nostra idea è, in realtà, molto chiara: portare all’attenzione del maggior pubblico possibile i libri illustrati, significativi e rilevanti per la loro qualità artistica e poetica. Libri che possano parlare a un pubblico di tutte le età. Libri importanti. Libri che durano nel tempo.

L’estate scorsa abbiamo anche organizzato un evento con la Bologna Children Book Fair e con l’associazione culturale Hamelin, e portato a NY tutti i libri vincitori del BRAW – Bologna Ragazzi Award – che sono stati esposti per due mesi nei nostri spazi. L’idea è proprio quella di creare ponti e scambi e costruire una comunità forte di lettori, autori, illustratori ed editori.

Avete riscontrato un interesse particolare da parte del pubblico americano verso alcuni autori o alcune opere in particolare?

Se sì, quali?

Abbiamo notato che molti autori e illustratori americani apprezzano molto l’editoria italiana e le sue eccellenze. Osservano e studiano con interesse quello che facciamo e il nostro modo di lavorare.

Fra gli autori italiani sono molto conosciute Beatrice Alemagna, Felicita Sala e Mariachiara Di Giorgio. Poi c’è molto interesse per Leo Lionni e Bruno Munari. Anche Andrea Antinori e Noemi Vola sono molto amati negli Stati Uniti.

Quanta Venezia c’è nella sede newyorkese?

Lo spazio l’abbiamo disegnato interamente noi, insieme a un amico con cui ci eravamo confrontati anche per il locale di Venezia. Abbiamo cercato di riprodurre texture e materiali che ci appartengono da tempo, e in qualche modo fanno parte della nostra storia. Non è stato sempre facile, e in alcuni momenti non sapevamo veramente come muoverci e dove trovarli. Ma alla fine siamo addirittura riusciti a trovare un importatore di marmorino veneziano, a trovare un magazzino in New Jersey per comprare barre di ferro grezzo per le vetrate e a inventarci una specie di grassello di calce per le pareti, utilizzando quello che era disponibile negli Stati Uniti.

Ci sembrava importante creare un collegamento con Venezia a livello di colori e materiali. Anche le bacheche sulle pareti dove sistemiamo i libri di piatto sono uguali a quelle veneziane. E proprio come in laguna, vicino a noi abbiamo asili e scuole elementari note per il loro approccio progressista all’educazione.

I tavolini fuori, invece di essere affacciati sul canale sono sistemati sul marciapiede, proprio di fronte alla casa dove negli anni Quaranta viveva Jackson Pollock.

Come a Venezia, ci impegniamo a conservare gli spazi pubblici. Di recente abbiamo supportato la campagna della Greenwich Village Society for Historic Preservation contro la demolizione del Dapolito Ricreation Center, che ha sede proprio nella nostra stessa via. Un’istituzione in città che ospita biblioteca, sale giochi, palestre, campi da basket e una piscina con i murales di Keith Haring.

Ci siamo stupiti di quanto le due città siano legate. Penso sia per la loro capacità, nelle diverse epoche storiche, di essere state e di essere luogo di incontro e confronto, di scambio e di commercio, di cultura e di innovazione. E poi c’è la Biennale di Venezia che continua ad attirare un pubblico americano molto interessato ai vari aspetti in cui l’arte si materializza e di conseguenza anche ai libri illustrati.

Tra gli eventi organizzati lo scorso anno, la presentazione di Io e Pepper di Beatrice Alemagna, edito da Topipittori, e pubblicato negli Stati Uniti da Hippo Park.

Beatrice è molto amata qui, ha toccato il cuore di molti lettori ed è stimata da un pubblico adulto di creativi, architetti, designer, artisti. La sua presentazione è stata un successo e i suoi libri sono sempre presenti da noi, in italiano e in inglese. L’anno scorso, Io e Pepper è stato premiato con la medaglia d’oro dalla prestigiosa Society of Illustrators e la sua editrice ci ha subito proposto un evento qui a SULLALUNA NY per festeggiare Beatrice e ospitarla in una libreria italiana.

Com’è la grande mela vista attraverso gli occhiali della vostra libreria?

Un luogo estremamente interessante e variegato, dove le culture si mescolano, le lingue si confondono, le persone amano incontrarsi. Ovviamente qui parliamo soprattutto con persone interessate ai libri. Si moltiplicano le occasioni di scambio e di racconto, e possono nascere bellissimi progetti. È molto facile e sorprendente che si venga contattati da agenti ed editori, o direttamente da illustratori o scrittori, che ti propongono eventi bellissimi e hanno piacere di metterti in rete con realtà museali o fondazioni. È certamente una società molto dinamica in cui quello che conta sono le proposte, le idee e il coraggio di portarle avanti.

Nel nostro caso credo che in un momento di prevalenza di grandi aziende e brand internazionali, vedere aprire una piccola realtà indipendente abbia prodotto un moto di interesse e di affetto nei nostri confronti.

Dopodiché NY è anche una città piena di contrasti e di situazioni incomprensibili; molto individualista, con grandi differenze sociali. Che vede convivere, a pochi isolati di distanza, ricchezza sfrenata e povertà assoluta, benessere e ingiustizia. Realtà difficili con cui fare i conti ogni giorno.

Quali sono state le vostre iniziative e proposte negli ultimi mesi?

Quest’ultimo periodo è stato uno dei più intensi e ricchi di presentazioni. Abbiamo avuto una collaborazione importante con Il Metropolitan Opera, in occasione della messa in scena di un’opera tratta dal libro del Premio Pulitzer Michael Chabon, Le straordinarie avventure di Kavalier e Clay, e abbiamo così avuto modo di selezionare libri sulla storia del fumetto americano nella sua golden age- fra il 1938 e il 1954 – e il potere dell’arte, anche di quella più popolare, di ridisegnare il mondo e sostenere in particolare il valore della libertà contro la dittatura.

Con Mac Barnett e Jon Klassen abbiamo organizzato un incontro su alcuni classici della letteratura, mentre in collaborazione con i rispettivi autori abbiamo presentato If We Were Dogs di Sophie Blackall, Cabin Head and Tree Head di Scott Campbell, Don’t eat me di Kate Finney e Esmé Shapiro e Take a walk with the wind di Xiong Liang.

Tra le varie presentazioni anche quella di The Grammar of fantasy di Gianni Rodari in presenza dell’illustratore Matthew Forsythe e dell’editrice Claudia Zoe Bedrick di Enchanted lion. È la prima volta che quest’opera così importante viene pubblicata negli Stati Uniti, e ha riscosso molta attenzione.

E poi gli incontri con due illustratori veneziani, di nascita o di adozione, che amiamo moltissimo: Lucio Schiavon, autore con Francesca Berardi de L’invenzione dei tuoi occhi, pubblicato da Terre di Mezzo, e Manuele Fior che quest’anno ha firmato il manifesto della 82esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Poco prima del vostro arrivo, è sbarcata a New York un'altra eccellenza italiana, la Salumeria Roscioli, con cui avete legato e intrapreso un rapporto di collaborazione...

Roscioli ha aperto a NY un anno prima di noi, nello stesso nostro quartiere. Abbiamo subito avuto occasione di stringere una bella amicizia: sono venuti a trovarci per la presentazione di un meraviglioso libro Il senso della natura. Sette sentieri per la terra di Paolo Pecere e ci siamo trovati in sintonia sui temi della salvaguardia ambientale, del paesaggio, dei prodotti tipici e del rispetto dell’ecosistema. Con loro abbiamo organizzato eventi legati alla poesia e abbiamo intenzione di collaborare anche in futuro. Ed è grazie a loro che siamo riusciti a portare a NY anche il nostro Prosecco LUNATICO Docg bio, che è arrivato nella grande mela trasportato da una grande barca a vela. Ed è proprio il caso di dire che il cerchio si chiude. Perché un’altra nostra attività, che portiamo avanti da quasi trent'anni, è quella della scuola vela per bambini e ragazzi nell’Area Marina Protetta dell’isola di Ventotene e Santo Stefano in provincia di Latina.