Topi dei Topi

Parecchio tempo fa, alla tv,su una rete commerciale vedemmo un documentario dedicato a GiovanniRana. Durante l’intervista, il figlio del fondatore dell'imperodel tortello industriale, mostrava orgoglioso la collezione dirane dei Rana. Rane di tutte le fogge, i colori, i materiali e ledimensioni. Ironizzammo, poveri sprovveduti, su questa propensioneonomastica al collezionismo. Ancora non sapevamo, tapini, che abreve ci saremmo trasformati in topi.
E che quando tutti,familiarmente cominciano a indicarti come “i Topi”, (tipicamente:«Siamo dai Topi», oppure «Ci vediamo dai Topi?», o anche «CiaoTopi, «Come state, Topi?», «Che ne pensate, Topi?», «Vi va,Topi?» eccetera), beh, quello è il momento in cui la casa ti sicomincia a riempire di topi. Perché a te capita di comprare topi,e soprattutto perché tutti prendono a regalarti topi. Montagne ditopi, eserciti di topi, oceani di topi.
Ve ne facciamovedere un po’. Le ambientazioni sono della nostra fotografacreativa Valentina Colombo, che avendo festeggiato da poco ilprimo anno di permanenza dai Topi, è stata insignita dellaalta carica di GTO: Grande Topa Onoraria.

Cominciamo coi topi da notte. Quello alcentro ci è stato donato da Giulia Mirandola, altra GTO. Quello conla casacca arancione, lo comprammo in Germania. Ci costò un botto, maera irresistibile. Qualche tempo dopo, ci imbattemmo in una gemella:la sua predestinata. Ma il prezzo ci fece desistere e il poverettorimase scapolo. L’altra è una Pina: personaggio adorabile uscitodalla fantasia di Lucie Cousin.

Questi sono due topidanzanti, acquistati a Cannobio, sul lago Maggiore, su unabancarella di barlafüs in legno. Simpatici. Intermine tecnico si chiamano silerchie questi giocattolini che siafflosciano su se stessi, quando premi la base, che all’internoè mobile. Un principio di automazione piuttosto primitivo, mache ha un suo indubbio fascino.

Pepinoe Fiocco è un vecchio amore. Una storia che strappauna lacrima a ogni lettura. L’abbiamo scelto per contestualizzare loscicchissimo segnalibro a topo che ci ha regalato quella scicchissimaragazza che è MarinaDel Cinque. Uno dei nostri grafici preferiti,illustratrice del nostro primo libro di Natale (a brevein libreria) e terza GTO.

Dopo i topi daletto, non poteva mancare un topo da bagno a molla. Vieneda AnnaCastagnoli, GTO numero quattro. Ce lo fece trovaresul letto, su una pila di asciugamani, a darci il benvenutonella sua casa di Barcellona (l’avevamo già fotografato qui).Si tratta di un tipo amante dell’igiene e dell'acqua, come si deducedal suo bel celestino. 

Questo, invece, è un topoda cucina. Si chiama Milky, come riporta la pettorina ricamatadei suoi vezzosi lederhose. Abitava sul frigorifero di una miazia amatissima che, non ci crederete, di cognome faceva Topi. Eanche lei aveva miriadi di topi per tutta la casa.
Qui lo vedete in compagnia del suo amicoParmigiano Reggiano DOP. La zia era emiliana

Questo topo arriva, nientemeno, dalla Corea. E viene da unnegozietto nei pressi del palazzo reale di Seoul. Ha viaggiatoclandestinamente nella valigia di Valentina fino a Milano,durante la trasferta coerana estiva di cui ci ha edotti con numerosipost. Ma ce l’ha regalato la nostra agente segreta aSeoul: Claire Moon. Ciao, Claire!

Ancora la Pina, questavolta sotto forma di portachiavi. Mi è stata regalata da quellacara ragazza che è Giampaola Tartarini, gran signora dellalibreriaStoppani di Bologna. Nelle dure battaglie all’interno del miozaino ha perso tutti i baffi della parte destra. Ma questo la rende solopiù affascinante. Un tempo  dal mio mazzo ciondolava una LisaSimpson che adoravo, ma che con la vecchiaia era diventata l’ombra dise stessa. Sopra la Pina forse intravedete un altro portachiavi: è ilgemello del segnalibro di cui ho parlato poco fa. Infatti anche lui ci èstato da regalato da Marina. Grazie, cara.

Questo è un topo marionettao un topo braccialetto. Ci abbiamo messo un po' a ricordare dache parte arrivasse. Poi al fondatore è venuto in mente: ci fuportato daClementina Mingozzi, eccelsa maestra diritaglio di figure e illustratrice di un nostro libro.È un topo piuttosto nervoso e dinamico, come si evince dalla codain tensione. E ha una predilezione per il teatro e l'interpretazionedi se stesso. Si può portare a passeggio portandolo al braccio

Hans, invece, è un dono diAnna Masini, collaboratricedi questo blog, illustratrice, musicista e molte altre cose ancora. Sitratta di un delizioso e stropicciato topo da compagnia, che quivedete pencolare sulla spalla del fondatore della casa editrice eche Anna ha confezionato con le sue proprie mani. I suoi consigli sonopreziosissimi. Di tanto in tanto, cade in brevi stati di depressione. Masi sa, genio e sregolatezza.

Anna che, dimenticavo di dire,è quinta GTO, ci ha regalato anche questa sorta di Topo Gigio. Atutti i costi appena l’ha adocchiata, ha voluto salire sul pontedi questa nave a molla. E da lì, poi, non si è più mosso. Noinon avevamo alcuna obiezione a questa inclinazione per le avventuremarinaresche, per cui lì ancora si trova.

Questa è una vera chicca. Sitratta di una maquette artigianale della nostra Codacanterina in versione topesca. Ce l’haregalata VioletaLopiz per farsi perdonare del fatto di averci consegnatoil libro finito con tre anni di ritardo. Poi il destino ha volutoche Violeta, qualche tempo dopo, illustrasse un bellissimo libro su RatonPerez, il topo che porta un soldino ai bambini chelasciano i denti sotto il cuscino.

Questo è il tipico topoa molla. Praticamente l’archetipo di tutti i topi a molla delpianeta. Non mi ricordo esattamente da che parte venga. Ho ilsospetto che me l'abbia regalato mia madre, ma può anche darsi che misbagli. Si trova benissimo in ambienti come tombini, condutture, rivolid’acqua, canali. Fila velocissimo.

Questo lo riconoscete. Si trattadel nostro SimoneRea che con la sua tipica generosità ci haconfezionato e disegnato un topo segnalibro a testa.
Quello a pallini, frivolo, è mio. Quello a righe,elegante e serio, è del topo fondatore. Potevamo esimercidal contestualizzare questi due doni nelle sue Favoledi Esopo?  Questo topo che cavalca la coda dileone è superbo. Nel libro ce ne sono anche altri, tuttibellissimi. Grande Simone.

E dopo Simone,Francisco Goya. Per presentarvi l’ultimotopo abbiamo scelto il celeberrimo ritratto di ManuelOsorio Manrique de Zuniga. Nonostante il nome lunghissimo sitratta di un bambino, del quale qui vedete solo una gambetta. Il suovestito rosso fuoco è uno dei vertici della storia della pittura.
Non so più in quale negozio di gingilli per animali compraiquesto topo-giocattolo. Appartiene al mio gatto, Catone, anni 16portati con classe sopraffina. Per essere stato maltrattato peranni dalle sue grinfie il topo sta d’incanto, a parte la coda unpo’ sfilacciata.

Di topi ne avremmo ancora,però adesso basta. Vi proponiamo, invece, una riflessione: ma da Orecchioacerbo collezionano orecchie?