Una lezione da Ree e Mia

Avevamo pensatodi non celebrare questa festa, snaturata da qualche decennio di maleinterpretate libertà femminili alla Sex and the city(autonomia è collezionare scarpe, mangiare il pollo con le dita,tinteggiare l'appartamento in perfetto look adorabile pasticciona,dare voti ai sederi maschili con un amico gay).
Poi sisono fatte avanti loro: due ragazzine di diciassette e quindici anni,a reclamare con sguardo fermo la questione, serissima, dell'identità. E,cioè, Ree, protagonista di Winter's Bone (in Italia,Un gelido inverno), regia di Debra Granik, interpretatada Jennifer Lawrence (miglior film e miglior sceneggiatura, Sundance FilmFestival 2010); e Mia, interpretata da Katie Jarvis e protagonista diFish tank, 2009, regia e sceneggiatura di Andrea Arnold(Premio della Giuria al 62º Festival del Cinema di Cannes e BAFTA 2010come Miglior Film Britannico). Due film visti da poco.



Due ragazzine che fanno venire in mente certi personaggifemminili delle fiabe. Le fiabe vere, quelle dove un personaggio deveessere abbastanza straordinario da attraversare alcuni secoli senzaun graffio, non quelle pretestuose storielle a dispense il cui unicoscopo sembra esser quello di fornire ad aspiranti giovani primedonneimprobabili guardaroba in stile Sanremo.


Duepersonaggi femminili non per nulla usciti dalla mente di due registe. Dueragazzine molto poco convenzionali anche per i parametri del femminismod’antan. Che ci sono piaciute, anche per questo,moltissimo. La trama dei film non ve la raccontiamo. Anche per nonrovinarvi la sorpresa dei due finali. Vi diciamo cosa hanno in comunele due protagoniste: entrambe appartengono a famiglie, luoghi e ambientisociali marginali, degradati, disagiati; entrambe sono abbandonate a sestesse, prive di adulti in grado di occuparsi di loro o di costituire,nel bene e nel male, un punto di riferimento; entrambe sono belle,ma per accorgersi di quanto lo siano bisogna osservarle e ascoltarle;entrambe sono incazzate, sveglie, rapide e selvatiche; entrambe sonoappassionate e dotate di una ferma intelligenza del bene e di una chiaravisione del male; entrambe possiedono una calma sovrumana e un'energiapotente che traspare da una attitudine fisica regale e animale al tempostesso; entrambe hanno un istintivo senso della propria integrità cheoppongono fieramente alle brutali leggi maschili; entrambe sanno chefra i loro peggiori nemici possono esserci appartenenti al loro stessosesso, capaci di crudeli soprusi e di efferate violenze; entrambesono prive di padre e hanno un’esperienza del materno disastrosaeppure sanno farsi carico della responsabilità dell’accudimento;entrambe fanno scelte pericolose, ma rigorose e ineludibili con uncoraggio indomito, affrontando dolore, limiti, fragilità, rifiuti,terrori, come prove necessarie, ma senza piegarsi, arrivando a metterea repentaglio persino la vita. Entrambe trattano con gli uomini, anchefisicamente, alla pari, sapendo che la partita non si gioca attraversodi loro, contro di loro o con la loro conquista, ma prima ancora sulpiano ben più arduo della conquista, durissima, di sé, senza la qualenon si dà femminile, non si dà maschile, non si danno persone, macliché, manichini, fantocci, fantasmi.
Due ragazzine checi danno una ragione per festeggiare.