Un'insaziabile sete di conoscenza

[di Valentina Colombo]


Il 16 giugno, dopo una giornata trascorsasenza particolari intoppi, partecipo al seminario Howto promote Korean children's books overseas. Comealcuni di voi sapranno, i Topipittori non hanno comprato dirittidi libri coreani ed hanno invece partecipato e vinto il CJ Picture bookAward. L'organizzazione della fiera ci ha dunque chiestodi fare un breve intervento sul tema della letteratura per ragazzi inItalia. Oltre a me, sono presenti i rappresentanti di tre case editrici:Kompas Gramedia Group (Indonesia), Kalima (Abu Dhabi) Nutrend (SudAfrica). L'incontro dura un paio d'ore. I profili delle case editricisono molto diversi, ma è interessante il dibattito che emerge dai nostriinterventi. La domanda che mi rivolgono è più o meno questa:

Questa mattina un editore francese ci ha dettoche i libri illustrati in Europa si leggono anche solo per passione, perla storia che raccontano, senza nessun intento educativo. Questa sarebbela differenza tra il mercato coreano e quello europeo. E' d'accordocon questa affermazione?

Accidenti,sì, verrebbe da rispondere. Eppure la domanda è tutt'altro cheovvia.

Ragazzigiocano a calcio nel cortile di una scuola aSeoul

Il sistemascolastico coreano è basato su due principi: la competitività e laqualità. Già da bambini i coreani vengono istruiti con una disciplinaed un rigore ineccepibili. I migliori, non solo frequentano la scuola,ma hanno anche a disposizione borse di studio (quando non sonoricchi di famiglia) per accedere a dei collegi-doposcuola, doveper altre tre o quattro ore continuano a studiare, approfondendociò che hanno imparato.



Una partita di baseball nel cortile di unascuola

Oltre a questo,c'è lo sport (il baseball, quello nazionale, e poi il calcio).
Insomma un contesto educativo basato sulla disciplina, la nozionee la conoscenza a livelli molto alti. I genitori alimentano questosistema, desiderosi di vedere i figli in una posizione sociale edeconomica migliore. I ragazzi crescono con l'idea di un apprendimentocostante, senza sosta, e con una curiosità onnivora che vienealimentata abbondantemente dal mercato libraio. Nella classificadei libri più venduti ci sono prevalentemente testi universitari,saggi, libri scientifici, biografie. Fanno eccezione alcuni titoliche sono però frutto più di una "globalizzazione" dei consumi chenon segno del vero carattere del mercato coreano. In altre parole,troviamo Twilight ed Harry Potter,troviamo romanzi rosa e d'azione, ma sono le eccezioni che confermanola regola. Capita di trovare anche dei comics, e qualche picturebook, nelle liste dei più venduti. Ma sia i primi che i secondi hannocomunque un intento educativo.
Ho già accennato al fogliettoesplicativo dei libri illustrati nel precedente post. Gli albi insegnanosempre qualcosa: a contare, a disegnare, ad applicare le leggi dellafisica. Molta anche la produzione di libri di attività dedicati vuoi allamatematica, vuoi alle lettere, vuoi alle scienze. Anche i board books,i libri per i piccolissimi, servono per imparare ad usare il vasino, adistinguere i colori e le parti del corpo.

Tra le case editrici cheinvestono su albi più sperimentali, mi è piaciuta soprattutto Chobang, già premiata aBologna. Il "Libro della vita poetica dei fiori rossi" (non è unatraduzione del titolo ma una interpretazione, essendo pressochèintraducibile) mi ha fatto innamorare, con i suoi rossi vivi e lepoesie minime che accompagnano le illustrazioni.

Aboliti, per quel che ho notato, i libri illustrati che parlanodi qualunque aspetto "difficile" del vivere: la morte, la malattia,la sofferenza. Solo pochi titoli introducono tematiche di questo tipo(penso ad esempio a The stories shouldn't be truedella casa editrice Sigong junior, che ha vinto una menzione al BolognaRagazziAward 2011).

In mezzo a questodelirio di nozioni, i ragazzi però guardano alla produzione dialbi illustrati europei con una meraviglia e una attenzione chenulla hanno di nozionistico o educativo. Quella stessa curiosità disapere alimentata dalla scuola li sta portando ad aprirsi al mondoe a studiare, guardare e ricercare ciò che viene fatto altrove. Hovissuto questa cosa in prima persona allo stand dei Topipittori evedendo anche l'assalto allo stand francese.

Un mercato in cui c'è una richiestacostante di nuovi titoli e che ha i ritmi frenetici di una megalopolifuturistica ha anche delle librerie all'altezza. Librerie grandi,iperorganizzate e con una distribuzione efficientissima. E la visita aKyobo,una di queste librerie, è stata un altro dei punti fermi diquesta fiera.

Kyobo è una libreria enorme,situata nel quartiere di Gangnam, ma con negozi sparsi per tuttala penisola. Nata negli anni '80, è una società che si occupadistribuzione, formazione culturale e promozione della lettura. Uncolosso che è anche casa editrice e che è stato tra i primi adinvestire sul digitale. La loro brochure è suddivisa in trentapunti, trenta piccole storie su questo luogo che, ad un primoimpatto, mi ha strappato un "Wow".

La Kyobo Tower è lalibreria più grande della Corea, con circa due milioni di titoli adisposizione dei clienti, ed un modernissimo ed automatizzato databaseconsultabile direttamente dai computer sparsi per il negozio. Ognititolo può essere ricercato, trovato e rintracciato dal clientea cui vengono fornite le coordinate, la sezione e lo scaffale dovetrovare il volume che cerca. Impressionante organizzazione. E se illibro non c'è, in meno di ventiquattr'ore sarà a disposizioneper il ritiro, in tutta la penisola. Non c'è selezione neititoli di Kyobo: tutto quello che viene pubblicato viene messo adisposizione. Siamo circa una decina di editori europei e tutti ciguardiamo perplessi ed increduli: ventiquattr'ore?


La sezione ragazzi dellalibreria Kyobo

Ritornandoalla domanda iniziale: sì, la differenza principale mi pare proprioessere questa. E sì, noi leggiamo anche per passione, perchènon ci piace sempre che qualcuno ci dica cosa c'è da capire, cipiace scoprire, e ci piace ascoltare quello che altri hanno vistonello stesso libro che noi abbiamo letto.  Se dobbiamotrovare uno scopo educativo nei nostri libri illustrati è proprioquello di invitare alla lettura e all'ascolto, all'interpretazione eall'immaginazione, al confronto e alla critica. Una società è increscita se anche la sua cultura è viva, attiva e in evoluzione,ed i libri ne sono parte integrante, anche se sono per i piccoli (eanzi, a maggior ragione). 

Di frontea me, i partecipanti annuiscono. Scoprirò poi cosa vuol dire per loropromuovere e coltivale la cultura del libro illustrato quando mi portanoa visitare Paju Book city.