Babar: dalle pagine al pentagramma

Si dice che in un caldopomeriggio dell'estate del 1940, la quattrenne nipotina di FrancisPoulenc, annoiata dalla Melancolie che il celebre zio stavaeseguendo al pianoforte, gli abbia messo sul leggio la sua copiadella Histoire de Babar, di Jean de Brunhoff,pubblicata nel 1931 da Jardin de Modes e già di enorme successo inquasi tutto il mondo, dicendogli: «Suona questo.»
Lozio, fra il divertito e il piccato, la prese in parola e cominciòa improvvisare quegli accordi che sarebbero diventati il melologoL'histoire de Babar.
Della versione perpianoforte e voce recitante è disponibile nel web questa versione inglese(purtroppo spezzata in due parti, ma godibilissima).





Ma esiste anche una versione per orchesta e voce recitante,con il vulcanico Paolo Poli a immedesimarsi in quella vecchia damache trasforma l'enfant/elephant sauvage in un azzimato damerino contanto di decappottabile rossa. Sul web non abbiamo trovato che questocollage, di qualità davvero insoddisfacente.


Se qualcuno non si accontenta, può acquistare il CD qui, indicandoPoulenc come compositore e Babar come titolo. Noi l'abbiamo giàfatto.