Custodi Digitali, un progetto di educazione digitale

Pediatri, genitori, insegnanti e comunità alleati per il benessere digitale

[di Matteo Giordano]

Indagini molto recenti ci dicono che nella fascia di età tra 0 e 4 anni oltre la metà dei genitori utilizza lo smartphone durante momenti come le poppate o lo svezzamento, e il 64% intrattiene i propri figli con dispositivi digitali durante il giorno. Il 36% dei genitori ha smesso di raccontare le favole della buonanotte ai loro figli nei primi tre anni di vita, preferendo applicazioni per smartphone, e il 22% ha smesso di cantare ninne nanne, affidando questo compito agli assistenti vocali.

Inoltre, il 41% dei genitori ha ammesso di utilizzare lo smartphone per calmare i propri figli quando piangono o sono arrabbiati e tra i bambini di età compresa tra 4 e 9 anni, l’uso di dispositivi digitali per l’intrattenimento è molto diffuso, con il 91% dei genitori che li utilizzano durante il giorno, il 46% durante i pasti e il 39% prima del sonno.

Dati alla mano, risulta, dunque, evidente che i bambini di oggi vivano in un contesto digitale sempre più diffuso e immersivo: tutto ciò genera inevitabilmente interferenze in ambiti centrali per lo sviluppo del bambino (allattamento, alimentazione, sonno, relazione madre-bambino, movimento, autocontrollo, sviluppo del linguaggio, attenzione, apprendimento, …).

Custodi digitali è un progetto di educazione digitale familiare dalla nascita, che cerca di dare concreta attuazione alle indicazioni della Società Italiana di Pediatria (SIP) relative all’utilizzo delle tecnologie digitali e che assegna al pediatra di famiglia un ruolo centrale. Realizzato e sviluppato in Friuli-Venezia Giulia (FVG), ha coinvolto tutti gli oltre 110 pediatri della regione, un centinaio di educatori della prima infanzia, e poi insegnanti, genitori, servizi sociali e sanitari: è infatti sviluppato secondo un approccio di comunità.

Il pediatra di famiglia (PdF) ha in questo progetto il fondamentale compito di dare ai genitori informazioni e indicazioni sul corretto utilizzo dei dispositivi digitali, introducendo questo nuovo argomento tra quelli trattati nel corso dei bilanci di salute, e consegnando loro delle schede che contengono consigli, alternative e indicazioni specifiche per una corretta gestione dei media digitali per sei diverse fasce di età: 0-6 mesi; 6-12 mesi; 1-2 anni; 3-6 anni; 6-10 anni e 11-14 anni.

La sistematicità di intervento è elemento fondamentale del progetto: considerato che il pediatra raggiunge tutte le famiglie di un territorio, di tutte le estrazioni sociali e soprattutto nei primi anni di vita è figura autorevole e riconosciuta dal genitore e punto di riferimento per la salute del bambino, il suo coinvolgimento in una attività strutturata e continuativa di educazione ai media, oltre a rappresentare una assoluta novità nel panorama italiano, ha un valore preventivo assai rilevante: ogni giorno centinaia di famiglie che accedono agli studi per i bilanci di salute vengono informate e sensibilizzate su questo argomento, sempre più centrale per la salute del bambino.

I contenuti sono stati elaborati per consentire al pediatra sia di creare un contesto non giudicante, nel quale il genitore abbia la possibilità di poter raccontare le proprie abitudini familiari digitali, sia di poter dare indicazioni specifiche e coerenti con la fascia di età del bambino/a.

Le schede per genitori contengono:

• consigli e indicazioni educative per una corretta gestione dei dispositivi digitali in famiglia;

• suggerimenti sui comportamenti concreti che il genitore deve assumere in ogni specifica fase evolutiva del bambino, rispetto alla gestione degli schermi;

• indicazioni sui contenuti dei media digitali adatti alle diverse età;

• suggerimenti di attività alternative e/o complementari all’utilizzo degli schermi.

Nella seconda facciata di ogni scheda, a partire dai 2 anni di età, sono indicati una serie di contenuti divisi per categorie (cartoni animati, film, videogiochi, app) per orientare il genitore nella scelta di materiali video e prodotti digitali adatti all’età del proprio figlio/a. Il progetto, infatti, non si pone contro gli schermi ma vuole favorire un impiego attivo e creativo dei dispositivi digitali, che i genitori possono e anzi devono continuare ad utilizzare, ma in maniera consapevole e secondo i bisogni, le competenze e le fasi evolutive del bambino, quindi con attenzioni e comportamenti diversi secondo le relative fasce di età.

Altro fondamentale contenuto delle schede sono le alternative agli schermi: suggerimenti di attività concrete che il genitore può fare con il bambino alternative all’utilizzo di smartphone, tablet o tv. Le indicazioni educative sono così accompagnate da suggerimenti concreti di comportamenti alternativi, che cercano di introdurre dei cambiamenti nelle abitudini e nelle routine familiari.

I messaggi presenti nelle schede vengono infine rinforzati dalla comunità educante, in altri contesti di vita delle famiglie. Educatori, insegnanti, catechisti, allenatori, associazioni, sono stati coinvolti nel progetto, dopo una formazione, e sensibilizzati sugli stessi temi e contenuti relativi all’educazione digitale familiare. Il pediatra diventa in questo modo un attore significativo nella comunità educante.

Il progetto è coordinato dall’associazione friulana Media Educazione Comunità (MEC), che da oltre un decennio si occupa di educazione ai media con percorsi rivolti a bambini, ragazzi, genitori e insegnanti. La logica è quella del lavoro di comunità, che prevede il coinvolgimento di tutti gli attori educativi del territorio – servizi per l’infanzia, scuole, ambiti socioassistenziali, associazioni, enti locali e regionali, ...

Dopo una prima fase di sperimentazione e un successivo allargamento su scala regionale, il progetto ha ora un respiro nazionale, grazie anche alla convenzione stipulata tra MEC, l’Università Milano Bicocca e la Società Italiana per le Cure Primarie Pediatriche (SICUPP). Questo ampliamento ha prodotto in primis la pubblicazione di due guide (le prime in Italia): una rivolta ai PdF e una rivolta ai genitori. Inoltre, ha consentito di offrire ai pediatri di tutta Italia un corso di formazione online sui temi dell’educazione digitale che sarà disponibile da fine ottobre.

L’estensione nazionale del progetto ha infine generato notevole interesse anche in altri territori del nostro Paese: in Toscana ad esempio, nel Comune di Bagno a Ripoli, si è creato un gruppo di lavoro molto attivo che recentemente ha dato vita alla bellissima iniziativa Connessioni in gioco, un fine settimana disconnesso, per recuperare il valore delle relazioni, del gioco all’aria aperta e dello stare insieme in semplicità, riflettendo sul ruolo che le tecnologie svolgono nella nostra vita quotidiana (vedi foto allegata: laboratorio sulla storia di Un grande giorno di niente di Beatrice Alemagna). A questo evento seguiranno momenti di formazione, rivolti a educatori e genitori con lo scopo di creare una comunità attenta e consapevole nell’uso degli strumenti digitali.

Per maggiori informazioni e per scaricare i materiali presenti sul sito di Custodi Digitaliqui.