Essere indipendenti non è facile

Quinta intervista del ciclo dedicato alle Case dei Topi, condotto da Beatrice Bosio. È a Silvia Arinci della milanese libreria Aribac. Qui trovate le altre interviste alle Case dei Topi Spazio Libri La Cornice, di Cantù; La tana del Bianconiglio di Maerne di Martellago; La Pazienza Arti e Libri, di Ferrara; Testolinee Libreria dei Ragazzi, di Manduria. 

[di Beatrice Bosio]

1. Per prima cosa, ti chiederei di raccontarci un po’ la vostra libreria.

La libreria Aribac nasce oltre dieci anni fa a Milano, in via Porpora, zona Loreto. È stata aperta da noi due socie, Silvia Arinci e Cristina Bacchiega, che tuttora ci lavoriamo come libraie.

Aribac è specializzata in letteratura per bambini e ragazzi, dagli 0 mesi ai 16 anni. Abbiamo per circa l’80% libri, quindi albi illustrati, narrativa, divulgazione, manualistica e alcuni libri in lingue diverse dall’italiano; e per il restante 20% giochi e oggettistica.

2. Il nome della libreria deriva dall'unione dei vostri cognomi (Arinci e Bacchiega), giusto? Se sì, come vi è venuta l'idea? Avevate altre opzioni? Avete tentato varie combinazioni prima di arrivare a quella definitiva (che, devo dire, suona proprio bene)? “Aribac”: sembra quasi una parola magica.

È proprio così! All'inizio volevamo chiamarci “Zazà Liberando”, ma era già stato utilizzato da altri. Per la scelta del nome ci siamo affidate a un direttore creativo e Aribac è stata una sua proposta che ci è piaciuta subito. Era il nostro intento avere per nome una parola che fosse un po' magica! Ancora oggi le persone ci chiedono da dove arrivi e a noi piace farle indovinare, ma in pochi ci riescono.

3. Anche il logo vi è stato suggerito dal direttore creativo o lo avete pensato voi così? Cosa rappresentano i cerchi colorati, che sono un po’ la vostra cifra grafica su sito e social?

Dopo varie prove, la direzione creativa ci ha proposto alcune soluzioni e noi abbiamo optato per questa, apparendoci la più rappresentativa di tutto quello che si può avere e trovare in un libro.

I cerchi colorati sono molto efficaci da un punto di vista comunicativo: ci piace associarvi delle parole chiave. Come vedi, la loro presenza non caratterizza solo i nostri canali virtuali, ma anche gli spazi fisici della libreria, a partire dalle pareti. Cerchiamo di mantenere una coerenza grafica che ci renda riconoscibili.

4. Hai definito Aribac una libreria per bambini e ragazzi, specificatamente dagli 0 ai 16 anni. Contrariamente a quella per adulti, la letteratura per l’infanzia è inevitabilmente soggetta a classificazioni per età, nonostante il disappunto di alcuni esperti del settore e le difficoltà che simili classificazioni comportano. Cosa ne pensi? E come mai avete scelto proprio i 16 anni come estremo della fascia a cui vi rivolgete, e non i più comuni 14 o 18?

Siamo del parere che una buona storia, un libro di qualità possa essere letto o proposto a più lettori e ascoltatori, a prescindere dai loro anni. Ci sono, però, evidenze sulla fruizione della lettura da parte dei più piccoli e recenti studi nell’ambito delle neuroscienze che ci guidano nel suggerire un determinato libro sulla base delle specifiche esigenze di ciascun lettore, tra cui sicuramente anche l’età.

Quando abbiamo aperto, dieci anni fa, abbiamo deciso di indirizzarci a un pubblico che arrivasse fino ai sedicenni, così da poter includere nel nostro catalogo la letteratura per i cosiddetti “giovani adulti”. Si è rivelata una mossa vincente, dato che ora le uscite editoriali YA (dall’inglese “Young Adults”, ndr) sono tantissime.

5. In quanto Casa dei Topi, Aribac è per definizione una libreria indipendente. Ci sono altri aggettivi che useresti per identificarla?

Oltre a indipendente, direi chiaramente specializzata. Ma è all’aggettivo “indipendente” che teniamo molto.

6. Immagino che essere una realtà commerciale indipendente in una metropoli come Milano non sia affatto semplice. Che rapporto avete con la città? E col quartiere di Loreto? In questi dieci anni è cambiato molto il territorio?

Essere indipendenti a Milano non è per nulla facile, e in generale è certamente diverso dallo stare nell'hinterland. È innegabile che il territorio sia un po' cambiato: considera, però, che noi ci troviamo in una sorta di “terra di mezzo” tra Città Studi e via Padova, due quartieri milanesi da tempo molto diversi tra loro. Un cambiamento che abbiamo notato negli ultimi anni, ma che non è legato ai quartieri, riguarda in generale la genitorialità e aspetti correlati, come le conseguenze della pandemia, le nuove generazioni e l’innalzamento della prima maternità.

7. Potresti approfondire il vostro essere “terra di mezzo” tra due quartieri così differenti? I cambiamenti di cui parli, quelli più territoriali e quelli non, legati invece alla genitorialità contemporanea, come si traducono nella clientela della vostra libreria? Chi frequentava Aribac dieci anni fa e chi frequenta Aribac oggi?

Noi ci collochiamo proprio a metà tra le due zone, quella di via Padova, che è una delle realtà più multietniche di Milano, e quella di Città Studi, che ha una popolazione in gran parte legata all’Università Statale e al Politecnico. Nonostante numerose iniziative negli anni per cercare di coinvolgere gli abitanti di diverse etnie di via Padova, non siamo riuscite a fare molto e la nostra utenza rimane prevalentemente quella proveniente da Città Studi e da altre parti di Milano.

Un altro aspetto che caratterizza la nostra clientela è il suo frequente rinnovarsi: da Aribac arrivano sempre nuovi genitori e nuovi bambini, mentre quelli ormai cresciuti smettono di frequentarci. Questo rende ancor più evidenti certe differenze generazionali. Per esempio, il gruppo di lettura dagli 11 anni in su del passato era formato da ragazze e ragazzi che, rispetto a quelli di oggi, mi sembravano più appassionati, guidati da maggiore spirito critico e da un più acceso desiderio di sfidare se stessi in letture anche estranee alla propria comfort zone. Il gruppo attuale è decisamente diverso, perché diverse sono le esperienze di lettura che vivono i bambini e i ragazzi oggigiorno.

8. In che modo, secondo te, l'essere indipendenti a Milano è diverso dall'essere indipendenti nell'hinterland o in una più piccola città di provincia?

In provincia solitamente la libreria indipendente è una sola e funge da importante luogo di aggregazione culturale. A Milano, invece, le librerie sono tante e devono far fronte a una maggiore concorrenza da parte delle librerie di catena. Sebbene ciascuna lavori principalmente nella propria zona, non mancano occasioni per fare rete e collaborare. In particolare, noi siamo abbastanza vicine alla storica Libreria dei Ragazzi (ora anche delle Ragazze) e ci capita di lavorare insieme.

9. A tal proposito, in che modo collaborate con le altre librerie indipendenti di Milano?

Aribac fa parte della LIM, l’Associazione delle Librerie Indipendenti di Milano, nata nel 2013 per offrire servizi e realizzare iniziative comuni nella città meneghina. Partecipiamo al festival “Hai visto un re?”, promosso inizialmente da editori come Topipittori e Babalibri e rivolto a librerie specializzate in letteratura per l’infanzia, alla festa “Con un libro in mano”, alle iniziative de “La lettura intorno”. Siamo anche hub per il Sistema Bibliotecario Milanese e ci interfacciamo con diverse associazioni del territorio, proprio per costituire una solida rete e promuovere insieme attività di sostegno alla lettura.

10. Direi, quindi, che siete molto attive sul territorio e ce la mettete tutta per essere uno spazio in grado di offrire un valido servizio culturale. Sul vostro sito ho letto che collaborate anche con scuole e aziende. Lo fate ancora e, se sì, cosa proponete alle une e che cosa alle altre?

Collaboriamo ancora molto con le scuole e lo facciamo principalmente in due modi: da una parte, accogliamo in libreria classi in visita dall'infanzia alla secondaria di primo grado; dall’altra, allestiamo mostre del libro nei plessi scolastici e incontriamo studenti per accendere, o riaccendere, in loro l’amore per la lettura.

Rispetto alle aziende, in passato proponevamo soluzioni di welfare legate alla lettura, oggi ci rivolgiamo quasi esclusivamente a realtà dotate di nidi aziendali con bibliografie, interventi di promozione alla lettura, vendita di libri e regali di Natale.

11. Entrando ora più nel merito della vendita di libri, come scegliete i titoli da assortire e come li disponete all’interno della vostra libreria?

Per la scelta dei libri ci affidiamo prima di tutto al nostro gusto personale. Abbiamo deciso di non tenere da Aribac alcuni testi o editori che riteniamo troppo commerciali.

Suddividiamo i titoli essenzialmente in tre vaste categorie, ovvero narrativa, divulgazione e albi illustrati. Nel tempo abbiamo cercato di rendere gli scaffali il più possibile fruibili, affinché i clienti possano orientarsi nell’esplorazione e nella scelta con maggiore autonomia. Per esempio, negli spazi dedicati alla divulgazione, i libri sono disposti secondo categorie, quali lo spazio o il cielo.

12. Saresti in grado di dirmi quali titoli avete venduto di più negli oltre dieci anni di storia della libreria? E cosa pensi raccontino di Aribac?

I libri che abbiamo venduto di più sono: Mammalingua. Ventuno filastrocche per neonati e per la voce delle mamme, scritto da Bruno Tognolini e illustrato da Pia Valentinis per la casa editrice Il Castoro; Pluk e il Grangrattacielo di Annie M. G. Schmidt e Fiep Westendorp edito da Lupoguido; Cuori di Carta di Elisa Puricelli Guerra e Iacopo Bruno per Einaudi Ragazzi.

Questi tre titoli, insieme, raccontano la nostra “anima libraia”: cominciamo con libri per chi è appena nato, poi passiamo a letture condivise e, infine, proponiamo testi perfetti per la lettura autonoma e solitaria dei ragazzi (e futuri adulti).

13. Ci sono dei libri del catalogo Topipittori, tratto distintivo delle librerie appartenenti alla rete delle Case dei Topi, che hanno un significato speciale per te e Cristina?

Quando incontriamo i bambini nelle scuole, proponiamo sempre Che cos' è un bambino di Beatrice Alemagna e In ogni Pinocchio di Giuseppe Caliceti e Gaia Stella. Il primo, che adoperiamo molto anche con i genitori, ci permette di sensibilizzare subito i nostri interlocutori sul tema dell’infanzia; il secondo è un mezzo divertente ed efficace per invitare gli alunni, specialmente quelli delle classi prime della primaria, a giocare con le parole. 

Per quanto riguarda, invece, le nostre personali preferenze (premettendo che ci è molto difficile scegliere), Cristina ama In mezzo alla fiaba, di Silvia Vecchini e Arianna Vairo, e Pieno e Vuoto, di Cristina Bellemo e Liuna Virardi; io, Il meraviglioso Cicciapelliccia di Beatrice Alemagna e Avventura di una lucciola a Milano di Paolo Ventura.

Ci piacciono moltissimo anche tutti i volumi della Pino, una collana divulgativa che troviamo molto originale ed estremamente varia nella sua proposta. A nostro parere, va supportata nella vendita da un’adeguata mediazione, soprattutto quando ci si rivolge a i clienti che ancora non la conoscono.

14. Quali sono i vostri percorsi formativi e lavorativi precedenti ad Aribac? E adesso come vi suddividete le mansioni in libreria?

Abbiamo fatto entrambe un cambio di vita poco prima dei 50: Cristina viene dalle risorse umane e io dalla comunicazione pubblicitaria. Per tutti i dettagli, ti consiglio un articolo scritto da Sandra Bonzi su di noi e pubblicato su la Repubblica qualche anno fa: s’intitola La second life di Cristina e Silvia, dagli uffici alla libreria dedicata ai più piccoli.

Per quanto riguarda la suddivisione di compiti in libreria, generalmente Cristina si occupa del back office e io di pubbliche relazioni. Per la selezione di libri e le attività aperte al pubblico, Cristina predilige la fascia 0-3, mentre io dagli 11 in su.

15. Che rapporto avete, in ambito lavorativo, con i social?

Siamo molto fredde e reticenti sui social, li usiamo quasi per “dovere” e molto probabilmente non nel modo in cui andrebbero utilizzati. Insomma, è evidente che siamo di un'altra generazione!

A ogni modo, abbiamo un profilo Aribac sia su Facebook che su Instagram, ma per scopi diversi: sul primo condividiamo e pubblicizziamo eventi, mentre sul secondo pubblichiamo le foto dei libri che ci piacciono particolarmente. In più, ogni mese inviamo una newsletter agli iscritti con tutte le nostre attività in programma.

16. A proposito di eventi, il vostro è un calendario fitto di appuntamenti: proponete sempre tante iniziative, che spaziano e talvolta coinvolgono anche o soprattutto gli adulti. Ci sono eventi, passati o presenti, di cui andate particolarmente fiere?

Un evento per noi davvero bello è stato la lettura teatrale de L’infinito di Giacomo Leopardi da parte di Alberto Cristofori, accompagnato da un quartetto di archi.

Anche la maratona di incontri in occasione del nostro primo compleanno è stata indimenticabile: ogni ora un appuntamento, dal suono dell’arpa, ai giochi insieme.

17. Di pancia, qual è la cosa che più amate del lavoro di libraie? E quella che più odiate?

Cristina ama le espressioni dei piccolissimi e i pensieri sorprendenti di quelli in età prescolare; ama anche quando il libro che propone viene molto apprezzato da chi lo riceve.

Io amo confrontarmi con i giovani lettori, i ragazzi e le ragazze dei nostri gruppi di lettura; e adoro quando ancora riesco a emozionarmi per un libro.

Cristina odia quando sono i genitori a voler scegliere per i figli un po' più grandi e quando entrano in libreria e ci dicono: “Per caso, avete…”. Non è certo “per caso” se da Aribac abbiamo o meno un libro.

Condivido l’odio per quel “per caso”, e aggiungo anche che non sopporto quando gli adulti definiscono i loro bambini sempre “molto avanti”.

18. Nella tua biografia sul sito, confessi di avere sempre in serbo per chiunque entri in negozio la domanda “Ma tu, cosa stai leggendo ora?”. La propongo a voi: cosa state leggendo al momento?

Entrambe siamo impegnate in due letture adulte, dato che il resto lo leggiamo tutti i giorni a lavoro.

Cristina sta leggendo due saggi psico-corporei e la guida della Finlandia, mentre io Frontiera di Francesco Costa, edito da Mondadori.

19. Un’ultima domanda prima di salutarci: perché tutti, grandi e piccoli, dovrebbero fare un salto da Aribac?

Perché trovano la selezione più golosa di libri per bambini e ragazzi che ci sia.