Per fare un libro ci vuole il legno


[di Valentina Colombo]

Sapete già che i Topipittori possiedono una collezionedi libri rari, d’antiquariato e da collezione. Per cui capirete quantoogni tanto sia difficile per me non infilare il naso negli scaffalie curiosare come uno scoiattolo in cerca di preziosità nascoste. Ein genere più si tratta di libri piccoli più la mia curiositàtintinna e le mie mani fanno fatica a contenere l'impulso di afferrareil nuovo tesoro.

Così, anche questa volta,nelle mie peregrinazioni tra le mensole dell’ufficio (che ormai haper me la sacralità di un museo, davvero), mi sono imbattuta in questapiccola gemma firmata da Antonio Frasconi, edita dalla Harcourt, Brace& World, Inc. di New York, stampata in Giappone e realizzataper la XXXIV Biennale di Venezia, quella del 1968. Motivo: Frasconiè l’artista che rappresenta la Repubblica dell’Uruguay allamanifestazione di quell'anno, e gli è stato quindi chiesto di prepararequesto libro. Di Frasconi abbiamo già dato notizie biografiche qui,quindi sarete preparatissimi sulla sua vita e le sue opere. Senon lo siete, malissimo!

Il cofanettocon il titolo Kaleidoscope in woodcutsè già in sè un oggetto bellissimo, ma l’opera che viè custodita è pura poesia.

Davanti ai mieiocchi si dispiega un mondo fatto di volti, monumenti, colori, forme esimboli e personali rielaborazioni di famose opere d’arte. Sembradi camminare un po' nella storia e un po' nel mondo, dalla Spagnaall'Italia, da Mondrian a Dante.

Le xilografiehanno un che di magico e antico per me. Percepisci la mano dichi le ha fatte in ogni taglio e incisione che ha realizzato sullegno, ma allo stesso tempo assumono una graficità e una chiarezzauniversali che le rendono affascinanti, come fossero antichi segnidi un passato, però, recente.

Forse è anchemerito del formato a fisarmonica, ma mi sento come se stessi compiendoun viaggio per immagini, proprio con la stessa meraviglia con cui dapiccola guardavo il caleidoscopio. Sta di fatto che da quando ho avutoin mano questo libro non ho potuto smettere di osservarlo, aprirlo,rimetterlo nel suo astuccio, poi di nuovo srotolarlo e guardarlo dinuovo, e pensare, e vedere, e immaginare.