I regni dell'immagine/ 4. Venezia a volo d'uccello

La scorsa domenica, Giulia Mirandola mi hamandato un messaggio che diceva: «Perché non scriviun post sulla laguna ghiacciata?» Sotto al messaggio,c'era un link che rimandava a questa immagine che si intitola: La laguna ghiacciata alleFondamenta nuove nel 1708.


Anonimo. Lalaguna ghiacciata alle Fondamenta nuove nel 1708, QueriniStampalia.


Così mi sono messa a pensarci su. E vi dico perché: l'immaginedella laguna ghiacciata mi è familiare. Accanto a me ho una cartolinache la riproduce, acquistata da poco. Durante le vacanze di Natale,infatti, eravamo a Venezia (sempre dall'amica di cui abbiamo parlato qui). E abbiamo trascorso un belpomeriggio al Museo Querini Stampalia. Ci ero già stata,ma le altre volte, chissà perché, non mi ero soffermata sulle vedutedi Venezia: sia su questa, di anonimo, sia su quelle, celebri, di Gabriel Bella suognuna delle quali trovate ampie spiegazioni nella web gallery del museo.

GabrielBella, La nuovaFiera della Sensa, 1779?, QueriniStampalia.



GabrielBella, Il corsonobile da San Stae alla Croce, 1779?, QueriniStampalia.


Invece, questa volta ci siamo trattenuti a lungo nella sala dedicataal Bella, e abbiamo guardato molto queste grandi tele brulicanti dipersonaggi, architetture, feste, scenette, campi e campielli, costumi,cerimonie, gesti, atmosfere diverse che raccontano in dettaglio lavita nella città di Venezia a metà del secolo diciottesimo. Sonoquadri che richiedono una concentrazione attenta, minuziosa, pazienteesattamente come la richiede leggere, per esempio, il capitoloParigi a volod'uccello, contenuto in Nôtre Dame de Parisdi Victor Hugo, per rimanere in ambito divedute urbane. Pagine dense e fitte di descrizioni (a mio avviso ilpiù geniale e ammaliante, insuperato spot turistico mai concepito damente umana: Parigi ne gode ancora oggi i benefici).


Gabriel Bella,L'antica fiera della Sensa, 1779?,  QueriniStampalia.



Gabriel Bella, Battagliola coibastoni al ponte di S. Fosca, 1779?, QueriniStampalia.

Per sbrogliare dal quadro d'insiemetutti i racconti contenuti in una veduta di Bella, per coglierli,distinguerli, portarli in superficie, ci vuole, infatti, un'otticafinissima, nel senso letterale del termine. Sono tele che insegnano aguardare, queste, e se guardare è un dato fisiologico, saper guardareè una capacità che si apprende e non è affatto scontata, ed ècruciale, nella vita di tutti i giorni e non solo in ambito estetico,come si potrebbe credere.
Ma quando Giulia mi ha chiesto discrivere un post sulla Laguna ghiacciata di Anonimo,sulle prime mi sono detta: e cosa scrivo mai? Che fa freddo? E cheha fatto freddo anche in passato? Per esempio nel 1708; e, a quantopare, anche molto più freddo di oggi, se la gente pattinava e facevagli scivoloni fra le Fondamenta nuove e l'isola di San Michele.

Gabriel Bella,La congiura di Bajamonte Tiepolo, QueriniStampalia.



GabrielBella, Sposalizio alla Salute, 1779?, QueriniStampalia.

Che sensoha fare un post sul freddo? Basta andare su un sito di quotidiano e sitrovano quintali di folcloristiche fotografie di automobili ghiacciate,strade sepolte dalla neve, alberi canditi, passanti imbaccuccati, spiaggesolcate da fondisti... No, mi sono detta, non è il caso.
Poi,ho ripensato alla visita di quel pomeriggio alla Querini Stampalia. E,ricordando i quadri di Gabriel Bella, ho colto il sensodell'invito di Giulia. E così facendo, mi sono venutiin mente i nomi di due illustratori di fama mondiale: Piero Ventura e Mitsumasa Anno.




Il primo, italiano, nel 1975ha pubblicato un libro diventato famoso e venduto in tutto il mondo daltitolo Il libro delle città (ripubblicatonel 2009 da Rizzoli). Un viaggio attraverso le più belle città delmondo colte a volo d'uccello. Anche in questo caso, un'osservazionedettagliata della realtà, realizzata con cura e precisione, che richiedeal lettore un'analoga attenzione nella lettura dell'immagine che, dallasua natura, primaria, di tavola documentaria, in un secondo momento eandando in profondità, si offre come seducente e inesauribile raccontovisivo formicolante di storie parallele più o meno nascoste.

Alcune tavole del libro, çava sans dire, sono dedicate proprio a Venezia. Città acui peraltro Ventura ha dedicato un intero volume: Venezia,nascita di una città, edito nel 1987 da Fabbri.
Ilsecondo, giapponese, è autore di splendidi e famosissimi libri senzaparole dedicati al racconto di spazi, tempi e luoghi(in Italia pubblicati da chi, se non dalla gloriosa Emme Edizioni?).

All'Italia e ai suoi paesaggi,colti a volo d'uccello, Anno ha dedicato un libro che ha proprio Veneziain copertina. Ecco, ho pensato che questi due illustratori sono inqualche modo eredi di questi vedutisti del passato, pittori di genereche mettevano la loro capacità pittorica al servizio del racconto dellarealtà, da una parte realizzando immagini documentarie, dall'altro vere eproprie pagine di letteratura. Se compito della letteratura è, infatti,"fornire un quadro dettagliato delle attività umane", queste pagine,invase dalle vite immaginarie, ma quanto mai autentiche, di personaggipiccoli e grandi, celebri o anonimi, ci mostrano che nell'economia dellastoria e della vita della città, tutte sono ugualmente importanti.

Mitsumasa Anno, Scorcioveneziano.

Pensandoa tutto ciò, mi è poi venuto in menteun altro luogo, da poco visitato, ovvero la François Pinault Foundation, dedicataall'arte contemporanea, aperta nel 2009 ai bellissimi Magazzinidel Sale, a Punta Dogana. Dopo averla vista, l'anno scorso, ne hoparlato con un illustratore, Alessandro Gottardo. Con lui riflettevoche a molta (noiosissima) arte contemporanea, preferisco decisamenteil lavoro di un bravo illustratore. A stare a quel che si vede inquesta collezione, infatti, ho seri dubbi riguardo all'interesse perla visione, il saper guardare, di molti artisti di oggi. A mio avviso,oggi, chi si occupa di questa cosa tanto importante, e adesso più chemai per la razza umana, che è vedere e raccontare la visione, e quindiguidare al suo apprendimento, è in prevalenza, illustratore.
Perciò, ecco, alla fine, guardando l'immagine della lagunaghiacciata, e provando gratitudine per l'anonimo pittore che l'hadipinta, regalandomi a distanza di trecento anni un momento di puragioia, interesse e divertimento, quello che volevo dire è: vival'illustrazione e viva gli illustratori.