Passeggiando nei giardini segreti

La quarta novità del 2024 è Nei giardini segreti. Una passeggiata botanica fra le opere di Galleria Borghese, per la collana PiPPo, scritto dalla storica dell’arte Valentina Lapierre e illustrato da Gioia Marchegiani. Realizzato in collaborazione con la Galleria di Villa Borghese, uno dei più prestigiosi e conosciuti musei italiani nel mondo, il libro si configura come una visita ideale ai giardini creati da Scipione Borghese accanto alla Villa, approfondendo il tema della natura nei capolavori ospitati dal museo. Lo racconta per noi Valentina Lapierre.

[di Valentina Lapierre]

Nel lontano 2018, io e Gioia Marchegiani ci siamo conosciute in occasione di un suo workshop di acquerello che avevo organizzato presso il giardino di Casa Minerbi, dal titolo Un giardino segreto a Ferrara. Da allora abbiamo continuato a sentirci, ci ha legato fin da subito una forte passione per l’arte, la botanica e l’illustrazione naturalistica. Ci siamo spesso confrontate su progetti che portavamo avanti nei rispettivi ambiti, scambiandoci punti di vista e consigli.

Dopo anni dedicati a organizzare e svolgere incontri di disegno e pittura all’aperto presso parchi, giardini, prati e boschi, Gioia nell’autunno del 2021 condivise con me la sua intenzione di proporre alla Galleria Borghese degli incontri di acquerello naturalistico en plein air all’interno dei Giardini Segreti, attigui al museo. Ovviamente data la mia formazione storico-artistica la incoraggiai, augurandomi che il suo bellissimo progetto trovasse riscontro. Gioia abitando a Roma può imbattersi di frequente in spazi tanto verdi e tanto estesi da far dimenticare di essere al centro di una grande città. Questo enorme patrimonio di parchi e di ville lo si deve indubbiamente ai papi e alle famiglie nobili romane che nel passato hanno commissionato la realizzazione di dimore attorniate da eleganti e maestosi giardini.

Per noi l’attenzione agli Orti, Parchi e Giardini Segreti di Roma, e non solo, è mossa dal desiderio di approfondire la conoscenza di questi scrigni di rara bellezza, prezioso patrimonio naturalistico e di farlo attraverso l’osservazione e la rappresentazione grafico-pittorica. Sono luoghi dove si coltivano specie ornamentali e specie vegetali tra le più rare e preziose provenienti da tutta Europa, accanto a specie più rustiche tipiche del nostro territorio e dal forte fascino decorativo. Possono contemplare alberi vetusti come anche collezioni di rose antiche. Si tratta di luoghi intimi e silenziosi in cui entrare in punta di piedi e, perché no, anche in punta di pennello.

A rileggere ora il testo di presentazione del nostro libro appena uscito, Giardini segreti. Passeggiata botanica attraverso le opere di Galleria Borghese, ci sembra coincidere esattamente con lo sguardo con il quale ci siamo messe a osservare le opere dentro il museo, senza perdere di vista i giardini esterni attraverso le porte e le finestre che illuminano le stanze della Galleria.

La proposta di Gioia trovò, infatti, più che un semplice riscontro, fu ricambiata con entusiasmo da Maria Giovanna Sarti, responsabile del Servizio Educativo della Galleria Borghese, che le propose di realizzare un libro che raccontasse ai più piccoli gli elementi botanici nelle opere del museo. A Gioia è venuto naturale chiedermi, in accordo con la committenza, di partecipare a questo progetto. Naturalmente ho ccettato con entusiasmo una delle più belle occasioni che possano capitare a una storica dell’arte che ha la passione per l’illustrazione e l’arte dei giardini.

La maquette di Gioia

Studio da Vaso di fiori, frutta e ortaggi, Maestro di Hartford 

Studio da Vaso di fiori - Attribuito a Brueghel Jan il Vecchio

Questo progetto è arrivato in un momento in cui stavo maturando l’idea che a questo punto del mio percorso, più che produrre articoli scientifici, letti ormai solo da qualche decina di addetti ai lavori, trovo di grande stimolo rivolgere la mia attenzione ai più giovani per cercare di avvicinarli al mondo dell’arte, con un approccio vivace e dinamico, che parta dalla loro idea di arte, così da far breccia in un atteggiamento di difesa verso qualcosa che può sembrare troppo lontano dal quotidiano. Nelle mie recenti esperienze di didattica nelle scuole, mi sono accorta che i ragazzi sanno molte cose, ma a livello di nozione, mancano quei processi di rielaborazione che aiutano a maturare una personale capacità di comprensione e quindi un sentimento vivo di tutela del patrimonio artistico che ci circonda.

Valentina davanti a Amor sacro e Amor profano di Tiziano

Ora, la questione da affrontare era come avvicinare i più piccoli e al tempo stesso eventuali curiosi di botanica, in maniera semplice, ma non banale, a un tema storico-artistico, e, insieme, come catturare l’attenzione di chi non si interessa d’arte semplicemente perché non la conosce. Fin da subito abbiamo pensato che l’editore perfetto per il progetto fosse Topipittori con la sua collana PIPPO, sentendoci in grande sintonia con il pensiero alternativo e trasversale che la caratterizza.

Studio di Leda, copia da Leonardo da Vinci 

La scelta delle opere, ovviamente, è stata dettata dalla presenza di elementi naturali, ma è stato necessario anche decidere se limitarsi ai soli dipinti o comprendere dettagli decorativi di ambienti e sculture. Abbiamo cominciato a lavorare con i dieci dipinti selezionati da Maria Giovanna Sarti, opere importanti, alcune rispetto non solo al museo, ma alla storia dell’arte, come, per esempio, la Deposizione di Raffaello. Abbiamo cercato di non farci prendere da timore reverenziale e ci siamo concentrate sulle botaniche in esse raffigurate. Dopo averle individuate e riconosciute, qualche volta anche con difficoltà, ne abbiamo selezionata una da illustrare accanto all’opera, proponendo una sorta di esercizio che può essere replicato anche in altri musei o in qualsiasi altro luogo in cui vi siano opere d’arte.

Ci siamo accorte quasi subito che era fondamentale restituire anche il dialogo esistente tra le opere esposte. Così, alla strepitosa scultura di Bernini Apollo e Dafne, abbiamo affiancato la versione pittorica di Dosso Dossi. Un’altra necessità è stata trovare il modo di raccontare ai bambini la personalità di Scipione Borghese (1577-1633), creatore della collezione e committente della villa e del suo immenso parco. Per comprendere che visione della Natura avesse un uomo potente come lui abbiamo provato a immergerci nel momento storico in cui visse.

Per farlo, ho iniziato a studiare, come faccio normalmente quando sono alle prese con un contributo scientifico, leggendo saggi e articoli. Ma in particolare mi sono concentrata sulla descrizione di Villa Borghese che Giacomo Manilli diede alle stampe nel 1650, ovvero dopo neanche una trentina d’anni dalla morte di Scipione, e ho condiviso con Gioia i passaggi più evocativi e curiosi.

Il Manilli era “guardarobiere”, ovvero custode dei beni della Villa, e come lui stesso scrive nell’introduzione, si prefigge lo scopo di “perpetuare la memoria” di questo immenso patrimonio e di diffonderla anche in altri paesi. È un testo che mi era capitato in passato di consultare varie volte, ma per quanto riguardava la descrizione dei dipinti. Il mio interesse di storica dell’arte, prima di questo progetto, mi aveva portato a vedere le opere conservate in Galleria più dal punto di vista della storia del collezionismo. Io mi occupo di pittura ferrarese e un nucleo di opere di artisti ferraresi di grande importanza furono portate a Roma da Scipione, quando fu cardinale legato a Ferrara, sancendo l’inizio di un depauperamento che non si è più arrestato, se non a metà Novecento.

Questo lavoro, invece, mi ha messo di fronte alla necessità di considerare dipinti, galleria, giardini e parco come un tutt’uno armonico e di restituire questo messaggio al lettore. Non si tratta di un taglio che strizza l’occhio a una visione green, oggi spesso imperante solo a parole. È piuttosto il tentativo di far riflettere come a inizio Seicento prevalesse una visione armonica e rispettosa della Natura. Questo è quello che emerge nel testo del Manilli, dalla descrizione del giardino e del parco: un ecosistema autosufficiente, accuratamente disegnato e protetto dall’uomo. Sempre a questa fonte si deve la conoscenza della legge ospitale che Scipione fece inscrivere sulla lapide all’ingresso del parco, fin dalla sua creazione aperto al pubblico, in cui si avvisa il visitatore che è ospite libero e gradito purché rispetti quello che trova.

Ecco, noi vorremmo riprendere il senso di questa legge e ricordare che dovremmo avere lo stesso rispetto richiesto da Scipione non solo per il parco e la Galleria Borghese, ma per la Natura tutta che di cui siamo parte e che ci deve sopravvivere, come testimoniano i maestosi platani, piantati nel 1608 per volere del cardinale, che ancora esistono nel cuore del parco.

Il nostro, quindi, è un invito a una “passeggiata botanica”, fatta di attenzione per ciò che di prezioso ci circonda, durante la quale il lettore di qualsiasi età, ma in particolare i ragazzi, provino il desiderio di appuntarsi ricordi e emozioni in schizzi veloci, come quelli che Gioia ha realizzato con la sua matita verde e, se vorranno, anche cominciare a dipingere la Natura ad acquerello, come ha fatto lei. Insomma, ci auguriamo che questo progetto, come ha arricchito noi di nuove conoscenze e consapevolezza, possa servire ad avvicinare le persone all’Arte e alla Natura in modo più consapevole e partecipato.