Posso portare un amico?

Trovare unadulto all'altezza delle proprie stranezze e fantasticherie,per un bambino è un'esperienza indimenticabile. E rara. Raraabbastanza da spingere qualcuno a dedicarle un libro. Unlibro bellissimo. Un libro all'altezza delle aspettative di unbambino.

Stiamo parlando dello strepitosoMay I bring a friend?, testo di Beatrice SchenkDe Regniers, illustrazioni di BeniMontresor. Il libro ci è arrivato in regalo dalla Spagna, dopoun lungo viaggio da un ufficio postale all'altro, fino ad approdare qui,con un ritardo folle, ma giusto in tempo per la Befana.

Ci ha conquistati al primo istante e ringraziamo la nostra amicaAnna,che con occhio clinico sceglie i libri e li regala, econ occhio di falco li esamina su quello che è uno deimigliori blog esistenti su immagini, libri, illustrazioni: ilceleberrimo Lefigure dei libri.
Il meccanismo diquesto albo è semplice e perfetto.
Un bambinoriceve una straordinaria proposta.

“Sabato,il re e la regina mi invitarono ad andare a casa loro, per iltè.”
Dissi alla regina e la regina disse al re chevolevo portare un amico.

Il re disse allaregina:
“Mia cara, mia cara
ogni amico di unnostro amico
è il benvenuto, qui.”

Così portai il mio amico.

La pagina cheriporta questa frase è, sapientemente, bianca: una pausa visiva edrammatica necessaria all'occhio per prepararsi alla sorpresa dellapagina successiva, dove accanto al bambino appare, colpo di scena, unagiraffa.

Il re disse “Salve.”
Disse: “Come va?”
La regina disse: “Bene!
Piacere di conoscerti.”

Il mio amicosi sedette accanto a me.
E tutti bevemmo la nostra tazza ditè.

Secondo questo schema, il racconto procedepoi per 48 pagine. Cambiano solo le occasioni di invito: una volta èper colazione, una volta è per cena, una volta è per il lunch... Ecambiano gli amici del bambino: una foca, un elefante, un ippopotamo... Ecambiano le parole con cui i reali accolgono il bambino e i suoi esoticiamici.

Quello che è strepitoso è il ritmo diquesta ripetizione di eventi identici, scanditi e accesi da minime,magistrali, sorprendenti variazioni. In un'escalation di meraviglia chemette il lettore in una condizione di divertimento e attesa analoghi eaffini al piacere del piccolo protagonista nello stupire i suoi munificiospiti, e all'entusiasmo dei due regnanti nel farsi sorprendere dallainesauribile riserva di immaginazione del bambino, in grado di guidarea corte perfino un branco di leoni. A nostro avviso, è proprio questoil culmine del libro: pagine esilaranti e magiche, sia per le immagini,piene di ironia sia per il testo, di grande finezza: “Perfavore” disse il re. E “Per favore”disse la regina. “Vieni martedì perHallowen. “Vogliamo che tu sappia”dissero il re e la regina, “chepotrai portare tutti gli amici che vorrai.”Cosìio andai e portai i miei amici.

Altra pagina bianca, altrapausa drammatica, atteso preludio alla sorpresa che ci attende a paginasuccessiva in cui il bambino, mascherato, ci appare in piedi sulla schienadi un leone, attorniato da un branco di belve in maschera.

“Salve” dissero il ree la regina.
“E adesso chi sarà costui?”

Allora i leoni RUGGIRONO.
E loro seppero che
ero io.

Deliziosaè l'espressione di leggero sgomento dei sovrani. Magnifica, quellatrionfante del bambino, che non si sazia di sfidare la disponibilità diquesti adulti pronti a tutto, sebbene educatissimi e signorilissimi,pur di farsi stregare dalle sue stranezze.
La fine èun coup de théâtre all'altezza di tutto illibro. Ma non ve la raccontiamo, per non rovinarvi la festa.

Nel 1965 il libro ha vinto la Caldecott Medal. Oggiè riproposto nella collana "A Children's Choice Book Club Edition" diMacmillan Book Clubs.
Desiderate comprarlo? Allora andate qui.