Presentarsi bene /5: Ottoeffe, sette più

Filli Filosa si è presentata al nostrostand a Bologna quest’anno. Aveva mandato una laconica email dipresentazione in casa editrice e il suo materiale ci era sembrato moltointeressante. Così, abbiamo fissato un appuntamento.
Iol’ho appena vista, preso com’ero a cercare di sedurre il mercatointernazionale a colpi di progetti e maquette. Ha incontrato Giovanna e sisono parlate a lungo, davanti a  un oggetto che mi incuriosiva eche cercavo di capire cosa fosse con la coda dell’occhio, mentre facevoil piazzista con qualche collega.
Dopo la fiera, passato untempo irragionevolmente lungo, abbiamo cominciato a mettere ordine nelcaos degli scatoloni con il materiale degli illustratori e quell’oggettomi è tornato in mano. Ed eccolo qui.

Si intitolaMi inalbero tra gli alberi. È una solidacarpetta in cartone grigio/grigio da legatoria, foderata incartoncino nero. È chiusa da un elastico giallo annodato, con unapiccola etichetta e accompagnata da una xilografia color cinabro, diformato più grande, che funge da biglietto da visita. La precisaimprecisione dei tagli e delle incollature rivela una fatturamanuale esperta, ma non ossessiva.

Aperta la carpetta,si scoprono diciassette  tavole monocrome, realizzate con timbrio stampini che, ripetuti, vanno a formare sagome di alberi e qualcheoccasionale uccellino di passaggio. (Perché si sa che gli alberi sonofatti per gli uccelli, mica per altro).

Un insiemecoerente, un esercizio ripetuto ma non ripetitivo che non esaurisce ildiscorso ma lascia lo spazio a ulteriori riflessioni sulla tecnica,sul pensiero e sull’immaginario di Filli e sulle possibilitàdi utilizzarli per farne libri.

Una presentazioneineccepibile, quindi. Se bisogna proprio trovarle un difetto è lalaconicità. Il biglietto da visita xilografico rimanda a numerodi telefono, email e blog, uniche informazionipratiche. (Se il biglietto si fosse perso nello scatolone, nellacarpetta non avremmo trovato altro che il nome Ottoeffe e unadata.) La pagina di accoglienza del blog è criptica e trovarei contenuti non è intuitivo.

Navigando un po’,si capisce che Ottoeffe è, forse, un’etichetta di autoproduzione:c’è anche un breve elenco di negozio dove Ottoeffe è presente. Sicapisce che fa cose molto interessanti, ma tutte le immagini sonoprive di didascalie e dati di qualsiasi tipo. La sezione News non èaggiornata (siamo sicuri che Filli e la sua Ottoeffe hanno combinatoqualcosa dal 15 settembre 2011 a oggi) e manca una biografia, per quantosintetica. Insomma, se Filli non l’avessimo incontrata,non saremmo riusciti a rispondere ad alcune domande importanti: cosafa esattamente, come lo fa, perché.

Però, accidenti,quegli alberi... E le altre cose che si vedono nel blog... Vale ben lapena di un po’ di fatica per cercare di capire che cosa passa per lemani e per la testa di una illustratrice tanto capace.  Dovrebbeimpegnarsi di più nella comunicazione ma, come dicevano Cochi e Renatoquando portavo ancora i calzoni corti: «Bravo: sette più!»