Quando a Wimmlingen arrivano le parole

Sesta novità del mese. È La casa di Rotraut Susanne Berner che va ad aggiungersi alla fortunatissima serie dei Libri delle stagioni. Ma con una bella e grande novità. La racconta Giovanna Zoboli.

[di Giovanna Zoboli]

I libri delle stagioni di Rotraut Susanne Berner - quattro: Primavera, Estate, Autunno, Inverno - hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo. Sono un gande successo editoriale e, nello stesso tempo, un capolavoro della letteratura illustrata per l’infanzia. Sono amatissimi dai bambini che cominciano a leggerli con grande piacere dai due anni e proseguono ben oltre l’età in cui si pensa che i libri cartonati vengano messi da parte. Chi li ha letti e amati ci gioca fino all’adolescenza e anche oltre, al punto che persino da adulto non abbandona il piacere di ripercorrerli, pagina dopo pagina, divertendosi a rintracciare le storie nascoste nelle grandi tavole ricchissime di particolari e di personaggi che raccontano il passaggio delle stagioni e la vita nella cittadina di Wimmlingen (vita anche notturna, poiché un quinto volume è dedicato a La notte).

Nel 2023, in Germania, è uscito un nuovo volume della serie, La casa, che in Italia trovate da qualche giorno in libreria. La grande illustratrice e autrice tedesca ha pensato di aggiungere un nuovo tassello all’esplorazione di Wimmlingen, cittadina in cui credo che un po’ tutti vorremmo abitare. Ma, colpo di scena, questa volta il libro non è ascrivibile né alla tipologia dei libri senza parole né a quella dei libri brulicanti, traduzione italiana del termine originale tedesco Wimmelbücher. Questo cambio di registro è dichiarato immediatamente dalla copertina dove, infatti, non troviamo il ciliegio in versione stagionale, protagonista delle copertine della serie delle stagioni, ma la casa, quella casa che ben conosciamo per averla spiata attraverso i muri.

Qui, però, per la prima volta, la vediamo dal di fuori, cioè chiusa da muri e con le sue belle finestre. Davanti a lei, come in posa per una fotografia di gruppo, due gatti, un pappagallo, un pinguino di peluche e otto persone di età, proveninenza e sesso diversi. Sono i suoi abitanti che già conosciamo grazie ai libri precedenti: Linus, Thomas, Tanja e la piccola Barbara, Friedrich, Lisa, Lina e Nico, Pallina e Felix, Oliver. A ben vedere, poi, il ciliegio non manca del tutto: l’autrice ci ricorda la sua presenza grazie a un ramo, in primo piano, da cui pendono i frutti e su cui sono posati tre uccellini.

Berner in La casa si è divertita a rivoluzionare il format della serie, lasciando tuttavia ai suoi lettori il piacere di ritrovare molte delle cose che già conoscevano. Perché in effetti una delle regole d’oro che ha fatto la fortuna di questi libri è questa: costruire un racconto visivo che al contempo sappia sorprendere e rassicurare, mescolare il conosciuto e lo sconosciuto, alternare la novità e l’abitudine.

In questo volume, protagonista è, come indica il titolo, la casa, quella che nei cinque libri precedenti abbiamo sempre trovato nella prima doppia pagina e in spaccato, così che potessimo guardare al suo interno. Anche qui, come per La notte, la stagione scelta è l’estate e, infatti, vi ritroviamo numerosi dettagli della casa del libro sull’estate e sulla notte.

Prima doppia pagina di La notte

Prima doppia pagina di Estate

Le stanze sono le stesse, con gli stessi abitanti, spesso con gli stessi oggetti lasciati in giro da chi le abita, come potete vedere raffrontando le illustrazioni. Perché il gioco a cui invitano questi libri è, sempre, prima di tutto, questo: un’attenta osservazione dei dettagli, un’attività di confronto, associazione, memoria grazie alla quale il lettore può articolare le micronarrazioni che percorrono le pagine.

 Prima doppia pagina di La casa

Qui, però, già alla prima doppia pagina che mostra la casa al suo interno incontriamo una novità: un testo. Ed è davvero una grande novità. Perché mai Rotraut Susanne Berner, che finora ha costruito la fortuna di questi libri su narrazioni silenziose, ha sentito l’esigenza di introdurre delle parole?

Intanto, probabilmente, per desiderio di cambiamento: introdurre una presenza che cambia le carte in tavola e faccia pensare a un altro modo di guardare a questi libri.

Poi, a nostro avviso, l’intento potrebbe essere quello di accompagnare il lettore piccolo dalla fase dell’osservazione delle figure a quella dell’osservazione guidata dalla lettura di un testo. È un passaggio importante che forse noi adulti sottovalutiamo, ma che è ricco di conseguenze. La parola ha il compito, in un libro come questo, probabilmente già conosciuto dal lettore per le sue versioni precedenti, di indirizzare lo sguardo e il pensiero, approfondendo le possibilità di costruzione narrativa offerte dalle figure.

Non a caso la storia si apre con un testo metaletterario che fa riferimento all’escamotage di rendere i muri trasparenti, trucco che il lettore già conosce per averlo trovato nei volumi precedenti. Ma qui è esplicitato dal testo: ed esplicitare il significato che un’immagine e o un racconto visivo racchiudono, formalizzarlo in frasi e parole, è un momento importantissimo per quel processo complesso e difficile che si chiama lettura, comprensione del senso di ciò che si vede e si legge:

Una casa di pietra, in un quartiere silenzioso e tranquillo.

Un posto molto speciale.

Peccato non si riesca a vedere attraverso i muri. Così, ci è venuta l’idea di eliminarli, e adesso puoi vedere quel che vi accade dentro.

Il sole sta per sorgere. La luce è ancora fioca, ma possiamo comunque osservare cosa succede in soffitta:

 Seconda doppia pagina di La casa

Alla seconda doppia pagina ecco che la presenza del testo funziona come un focus sull’immagine che per la prima volta, in questa serie, è molto ravvicinata: grande novità anche questa. Infatti vediamo la soffitta nel dettaglio e, in primissimo piano, coloro che la abitano e gli oggetti che vi sono contenuti. Alcuni sono nominati con cura, proprio come è necessario fare con chi comincia a parlare o a leggere. Che, cioè, sta cominciando il suo apprendistato con le parole pronunciate, scritte e lette. Ma nella figura troviamo anche moltissime cose che non sono citate dal testo, messe lì, crediamo, in modo che i lettori si divertano a osservarle, a riconoscerle o a conoscerle memorizzandone le forme, e, magari con l’aiuto di un adulto (vero e proprio testo vivente o dispenser di linguaggio), a nominare:

di notte, i topi di campagna entrano ed escono. Detestano la luce e la evitano. Di giorno, dormono beati. Anche la signora Ghiro, di giorno, dorme. Ora sta sognando di scorrazzare sul ciliegio: ha approfittato del buio della notte d'estate per fare una scorpacciata di ciliegie.

Il testo scelto per queste pagine, insomma, non è descrittivo, ma narrativo. Ovvero è un testo mirato a far sì che alcuni dettagli, scelti fra i tanti presenti nelle figure, trovino un posto preciso all’interno di un ordine narrativamente significativo ed esteticamente interessante. E anche questo è un processo importante nella costruzione delle abilità logiche e narrative, la cui formazione noi adulti tendiamo a sottovalutare e a dare per scontata. Qui troviamo offerto, invece, un ottimo esempio di come si fa a costruire una storia a partire dalle figure, e soprattutto a come si fa a verbalizzarla. Perché la verbalizzazione non è affatto spontanea, come si tende a credere, ma è una capacità che si esercita e si struttura nel tempo e per la quale la lettura di immagini e testi ha un’importanza fondamentale.

 Terza doppia pagina di La casa

 

Ne è un ottimo esempio il testo che troviamo nella terza doppia pagina:

Proprio qui, nella mansarda, ogni mattina, verso le otto, Thomas, che fa l’architetto, cerca di svegliare Lina, la sua bambina. Però è necessario l’aiuto di Niko, il pappagallo. Solo lui, con i suoi strilli, riesce a convincerla a scendere dal letto. Bisogna fare presto: oggi in città c'è il mercatino delle pulci, e Thomas e Lina hanno molte cose da vendere.

Il libro prosegue così, mostrando, dalla soffitta al giardino, piano dopo piano, chi lo abita e cosa sta facendo in quel preciso momento in vista del proseguo della giornata. Il tempo del racconto, infatti, ricopre l’arco di una giornata, proprio come accade nei precedenti libri. Ma invece che dalla mattina alla sera, qui si va dalle prime luci dell’alba alla notte. A dare la buonanotte al lettore, insieme al testo, sono gli animali notturni con cui da sempre Berner ama popolare Wimmlingen nelle ore di buio: pipistrelli, volpi, porcospini, gufi… mentre il pappagallo Lino riposa nella sua gabbietta ricoperta da un telo.

 Ultima doppia pagina di La casa