Tutti i bimbi sono un po' Chick

Quinta novità di stagione! Si tratta del quarto volume delle avventure di Fox e Chick, Diciassette fiocchi di neve di Sergio Ruzzier. Ce lo racconta una sua grande fan che ringraziamo per questa bellissima lettura.

[di Bianca Minardi]

A mia figlia, che ha 3 anni e un po', piacciono molto i libri di Fox e Chick. Le piace un po' meno l'autore, ma ci sono dei passi avanti e ultimamente quando lo vede dice "Sergio non mi fa neanche più paura". A me a volte ne fa ancora, ma a casa sua ci sono un sacco di gattini quindi vale la pena affrontarlo.

Comunque, tornando a Fox e Chick, la nostra vita ormai è piena di riferimenti alle loro storie che io non sempre riesco a cogliere subito. Se arriva un pacco e chiedo alla mia bimba cosa ci sarà dentro è facile che lei mi risponda "forse una torta al cioccolato", se preparo una minestra commenta "che zuppa squisita!" (pure se poi si rifiuta di assaggiarla). Se vi sfuggono le citazioni andate a leggervi i primi due volumi. Subito.

Una cosa molto bella dei libri di Sergio sono i risguardi, che è un termine che mi piace un sacco ma che non riesco mai a ricordarmi, risguardi risguardi risguardi. Comunque, nel libro Un giretto in barca, nei risguardi (dài che lo imparo!) io e mia figlia facciamo questo gioco di dare i nomi ai pesci e ai mostri marini. I pesci hanno tutti i classici nomi da pesce, Nicoletta, Amedeo e via. I mostri marini hanno nomi più esotici, tipo Sgrunguburdurrut, Murgarrobordortontoncon e un sacco di roba complicatissima sempre piena di erre, che è la lettera preferita dai mostri marini. Quindi a volte finisce che stiamo talmente tanto tempo a fare questo gioco dei nomi che poi il libro non lo leggiamo neanche. Ogni tanto però lo abbiamo anche letto, giuro, e allora poi giochiamo a rappresentare le loro storie.

In ogni albo c'è una storia che per qualche ragione merita più delle altre di essere rappresentata, chissà con che criterio. Una volta quella che andava per la maggiore era Non muoverti, e in tutto quel via vai di Chick a un certo punto c'è il celeberrimo (almeno a casa nostra) "È un po' duro questo sasso!", "Certo che è duro, è un sasso!" Questo scambio di battute si può adattare praticamente a tutto e alla mia bimba piace un sacco, e quindi "È un po' freddo questo gelato!", "Certo che è freddo, è un gelato, "È un po' bagnata quest'acqua!", "Certo che è bagnata, è un'acqua".

La storia più apprezzata di Diciassette fiocchi di neve è stata indubbiamente Su e giù. Quindi appena c'è una qualche cosa dove una bambina di tre anni può arrampicarsi (e purtroppo ce ne sono moltissime), si parte con "facciamo che io sono Chick e tu sei Fox e io mi arrampicavo sull'albero?". Nonostante il tono interrogativo non è che ci sia una scelta. Non è che posso dire "No, dai, non ho voglia". O peggio ancora "No, dai, facciamo che sono io Chick e mi arrampico". Perché solo lei può fare Chick!

In effetti gli somiglia, come probabilmente gli somigliano un po' tutti i bimbi che conosco. Mi piacerebbe poter dire che di contro io somiglio a Fox, ma quella pazienza e quell’aplomb me li sogno. E insomma tant'è, lei è Chick, io sono Fox, si mette in scena tutta la storia per un numero indefinito di volte dove oltretutto vengo impietosamente corretta se sbaglio le battute. Nonostante questi eccessi di pignoleria, ci divertiamo un sacco e se per caso mia figlia si arrampica un po' più su di quanto ritiene sicuro, ecco, quello è l'unico momento in cui si può uscire dal copione: "Mamma, aiuto, tirami giù!" (che poi tanto uscire dal copione non è, perché a Chick non va troppo diversamente...).

Una delle cose che mi diverte di più è che nonostante lei faccia SEMPRE Chick, se io le chiedo "Ma secondo te tu assomigli di più a Chick o a Fox?" la risposta è: "Beh, un po' a tutti e due". Non è esattamente la risposta che avrei dato io, però se tutti i bimbi sono davvero un po' Chick, sarebbe veramente bello se tutti noi adulti sapessimo essere un po' come Fox.