Da un seme di carta, una grande famiglia di alberi

[di Monica Monachesi]

“Da un libro nasce semprequalcosa, quando e come nessuno lo sa con precisione, lasciadi certo un segno che prima o poi ...” lo avevo scritto qui e neparlerò il 20 gennaio, durante il corso Universi inattesi,dedicato al libro illustrato come fonte diidee e progetti.
E grazie a Quando sono nato,silenziosa, a poco a poco, questo Natale è cresciuta unaforesta di cartone, germogliata da semi di carta, abitata dafamiglie di coloratissimi uccelli.

Quandosono nato è un libro di quelli molto nutrienti, fatto peraccorgersi di come è bello il mondo e come sia bello chi lo abita e loguarda (l’ho recensito così su UPPA – Un pediatra peramico, una rivista bimestrale che consiglio caldamentea tutti i genitori). Le parole di Isabel Minhos Martin e le illustrazionidi Madalena Matoso mettono voglia di fare, conoscere, scoprire.
La forza grafica della copertina mi ha colpito immediatamente. Poiè arrivata la scintilla, così mi sono messa al lavoro a casa, con imiei bambini. Che bello vedere piccoli ritagli di cartoncino prenderevita, ognuno con la sua personalità.

Stavoscoprendo qualcosa che doveva dare altri frutti e me nesono resa conto osservando ciò che mio figlio Pietrostava facendo a scuola.

Questa pagina del quaderno e illavoro sulla famiglia  in corso a scuola, mi hanno fatto pensaree decidere  di offrire un laboratorio alla sua classe.

Il Natale è vicino, e mi fa piacere anche dire chemi trovo molto bene con le insegnanti di questa scuola, la primaria Pilo Albertelli di Parma, che ha una radicata tradizionedi impegno e accoglienza, e dove ho trovato un bellissimo clima umano(quanto a quello economico, sorvoliamo: la scuola pubblica sopravvive tramille difficoltà).

Per preparare l’attivitàdecidiamo di aggiungere ulteriori letture e riflessioni, ad arricchireil percorso che la classe sta già facendo.

Questo libro, Storia di un alberodi Émilie Vast, in particolare contiene pensieri che finisconoanche nei quaderni dei bambini.

Orasi può cominciare!

Aciascuno dei bambini do un albero in cartoncino, e tanti ritagli a cui darvita, oltre ad alcune parole: “cura” e “delicatezza” da ricordaremolto bene; infine, una cartellina in cartoncino rosso autoprodotta daassemblare, per portare il lavoro a casa.

Ritagliareil cartoncino non è facile.

Ma gli sforzipian piano conducono a risultati che ci fanno contenti, e poi,osservando bene i ritagli, si scorgono creaturine che aspettano soloil nostro sguardo per venire fuori.

Ecco ventiseibambini che sanno molto bene cosa fare:

Ed eccoi popoli dei ventisei alberi, con tanto di parentele,tutte ben indicate.

Ogni alberoospita una famiglia, ogni famiglia è differente. E ogni ritaglio,ora, ha qualcosa da raccontare.

 Ed ecco la cartellinaper portare il dono a casa.




Racconta il senso di questo lavoro Stefania Mascali, insegnantedella II B della Scuola Primaria Pilo Albertelli di Parma:

In questo anno scolastico stiamo studiandola storia attraverso la scoperta di un passato a noi relativamentevicino. Per capire meglio non si può prescindere dall’utilizzodi documenti e testimonianze; le piccole cose di tutti i giorni,raccontate dalla viva voce di chi le ha vissute, ci aiutano acomprendere il corso della Storia. Interrogare i genitori o i nonniper ascoltare, confrontare e riflettere è stato utilissimo. Glianziani sono i naturali depositari dello scorrere del tempo, diquella storia orale che ha segnato fin dall’inizio lo sviluppodell’Uomo. 

Abbiamopreparato delle interviste che sono state fatte dai bambini a casa e ascuola. Abbiamo lavorato assieme alle nonne facendo il pane, abbiamoosservato con alcuni genitori oggetti di uso comune in un passatorecente, ma che già sembra lontano. Abbiamo usato fonti orali, scritte,iconografiche e materiali.
Siamo giunti al cuore della storiadi ognuno di noi: la famiglia. Dopo varie conversazioni e considerazionisuscitate da numerose letture, abbiamo rappresentato la nostrafamiglia attraverso il disegno e anche attraverso la rappresentazionedell’albero genealogico.


Come osserva la studiosa Christiane Klapisch-Zuber“L’albero è servito durante i secoli a rappresentare quelgrande corpo che è un lignaggio, una discendenza. Come l’albero,una famiglia nasce, si sviluppa, si ramifica, si secca.” Noi, comel’albero, nasciamo da un seme che germoglia, mette radici e continuaad irrobustirsi.
Per Natale abbiamo così deciso di farel’albero, il nostro albero.
Ci siamo paragonati agliuccellini perché nell’albero fanno il nido, trovano il loro habitat,crescono i loro figli e lì vivono gran parte della loro vita. Noitroviamo nella nostra famiglia-albero un riparo, una casa, nutrimento,accoglienza, sicurezza, amore.

I bambinierano entusiasti, partecipi e consapevoli, Per me è stato bellissimo eho dimenticato subito la fatica fatta a intagliare gli alberi. Graziea tutti i bambini della II B!

Come degna conclusione diquella bella giornata trascorsa con i bambini, ho ricevuto un regalo:Valeria, in quattro e quattr'otto, mi ha fatto un disegno, nellaconfusione generale di una classe che si prepara ad uscire. Di getto,con la penna mi ha fatto questo, che è la prova di come le cose belleentrino nell'anima di chi ha la possibilità di vederle.
Seavesse avuto più tempo, chissà...