Dare senso alle figure. Dare forma alle emozioni

Illustrazione di GiuliaSagramola per il concorso
"Un regalo per te: la tua paurapiù grande".

Inpochi anni, il FestivalInternazionale del fumetto Bilbolbul, che si terrà dal 2 al6 marzo, a Bologna, è diventato un appuntamento importante, un puntodi riferimento imprescindibile nel nostro paese. Il merito è degliorganizzatori, Hamelin Associazione Culturale, bravi a cogliere lospirito giusto in cui fare maturare una proposta del genere, cercandodi aprirsi il più possibile alle  sollecitazioni offerte daquesto ambito, ribollente in tutto il mondo di talenti e iniziative,e nello stesso tempo, decisi a mantenere rigorosamente alta la qualitàdelle proposte. Cosa che fa pensare che chi ha fiducia nell'intelligenzae nella curiosità di un pubblico, solitamente ignorato, viene premiato,anche dai numeri. Uno dei meriti di chi ha pensato a questo festival èaver allestito un sito(e un blog)dettagliatissimo e ricchissimo. Per cui per ogni informazione sueventi, autori, luoghi, orari ecc. vi consigliamo di riferirvia questo, sia che siate interessati alle iniziative rivolteaibambini e ai ragazzi sia a quelle per gli adulti.

Illustrazionedi Yan Cong
 da Canicolabambini.

ConLilianaCupido, che gentilissimamente ci ha concesso un po'del proprio tempo, vorremmo invece cercare di capire alcune cosesul tema bambini e fumetto.
Siccome a brevissimo ancheTopipittori sarà editore di una collana di fumetti per bambini,Anni in tasca graphic, nata da una costola degli Anniin tasca, la prima domanda prende spunto da unaneddoto. Alla riunione dei nostri venditori, la notizia che prestoalla narrativa si sarebbero aggiunti dei fumetti è stata accolta conqualche sospiro, qualche sopracciglio aggrottato o levato, qualche sguardointerrogativo, come a dire: “Ma era necessario?”, “Ma chi ve l'hafatto fare...”

Insomma, i venditori nonsono mica tanto contenti, quando si parla di fumetti per bambini, perchépare che siano degli ossi duri, sui banchi delle librerie. Invece, voi diBibolbul ogni anno, mostrate di dedicare sempre più spazio alla sezionededicata i piccoli: BBB Bambini. Da che stimoli e conche obiettivi nasce questa determinazione?

Fondamentalmente ci interessa puntare un faro sul valore pedagogicodel linguaggio e sulle sue potenzialità, rimettendolo al centro delladiscussione di un discorso più ampio sul visivo. Le sollecitazionie gli stimoli a cui sono sottoposti oggi i più giovani sono cosìtanti da rendere quasi obsoleta la frequentazione di un linguaggiocome il fumetto. Ma i bambini continuano a chiedere storie. Per questolavoriamo sulla formazione di lettori, trasmettendo passioni attraversole storie stesse e facendo alfabetizzazione al linguaggio. Troppofacile affermare che i ragazzi non leggono più, più difficileinvece è trovare, ad esempio, insegnanti che sappiano innescarestimoli su linguaggi diversi e intraprendere percorsi di lettura a360°.

Illustrazionedi Francesca Ghermandi, 
 da Canicolabambini.

Levostre proposte per i piccoli sono sempreaccompagnate da un ricco ventaglio di propostedidattiche pensate per le scuole. Significa che gli insegnanti,e in generale, gli adulti hanno abbandonato le tradizionali resistenzenei confronti del fumetto, e si avviano a considerarlo un linguaggiointeressante anche dal punto di vista formativo?

Le reazioni degli adulti verso il fumetto sonomolteplici; come dicevi prima tu, esiste una reazione del tipo"venditori", scettica o poco propulsiva; oppure una reazione di"resitenza", che bolla il fumetto come una cultura "bassa", quindi nondegna di diventare un riferimento pedagogico. Tuttavia, e questo è unodegli obiettivi dell'intero festival, il fumetto è un linguaggio che vainsegnato di nuovo. Nel nostro quotidiano lavoro di promozione del fumetto(che valica i quattro giorni di BilBOlbul) cerchiamo di sottolineare lepotenzialità di un linguaggio che integra parola e immagine. C'è unaforte necessità di far propria e di strutturare una grammatica visiva,e il fumetto da questo punto di vista è uno strumento che offre moltispunti: la costruzione sequenziale delle vignette, il rapporto temporalefra immagini e testo; le metafore visive; il bambino impara a legaree dare senso alle figure inserendole in un discorso complesso. Non daultimo si confronta con una dimensione narrativa. Insistiamo molto sulfatto che poi questa dimensione possa diventare un veicolo per stimolarela riflessione su se stessi e la narrazione di sé. E per tornare alla tuadomanda: l’esperienza nelle scuole ci ha fatto capire che i laboratoricon le classi hanno molto più senso se preceduti dalla preparazione degliinsegnanti. Si tratta di una fase in cui spesso smontiamo pregiudizi,aggiorniamo sulla produzione attuale, presentiamo storie e metodologiedi lavoro inedite. Destiamo curiosità e, forse, conquistiamo nuovilettori.

Illustrazionedi Giacomo Nanni,
da Canicolabambini.

Ilfumetto, da che esiste, è stato centrale nella crescita delle nuovegenerazioni, e non da oggi, basti pensare a quel che raccontava ItaloCalvino del suo rapporto con le strisce del Corrieredei Piccoli”. Qual è il fulcro di questa passione reciproca frabambini e fumetti, a tuo avviso?

Aragione citi Calvino e con lui non possiamo non chiamare in campo ancheRodari che del fumetto si è fatto “avvocatoin Grammatica della fantasia. Rischierò diripetermi, ma credo che il fulcro stia tutto nelle figure cheraccontano e nell'ebbrezza, chiamiamola così, che provoca il ritmonarrativo delle vignette al cui interno giocano di squadra balloons,didascalie, onomatopee. Lo spazio bianco tra una vignetta e l’altra èl’ulteriore punto di forza a mio avviso, passaggio in cui il lettoreè chiamato ad intervenire continuamente con un processo inferenzialeche, per quanto complesso, ha una componente ludica intrinseca.

Illustrazione di ToveJansson.

Quest'annoapprendiamo con gioia della mostra che dedicate ai bellissimi Mumin. Unamagnifica voce nordica come quella di Tove Jansson, autrice multiformedi picture book, romanzi, fumetti, cosa ha di interessante da dire aibambini italiani? 

I Muminparlano d’infanzia e all’infanzia con chiarezza e esattezza,come pochi altri personaggi di fumetti per bambini. La Janssoninventa un mondo parallelo, un altrove dove vivono piccoli troll; èun universo grafico in primis, disegnato con un segno sintetico cheentra immediatamente, quasi per assorbimento, in dialogo con il piccololettore. I Mumin nel loro quotidiano a fumetti mescolano avventura, fiaba,sogno, realtà, stando sul crinale, come funamboli, o come i bambiniquando giocano. Da qui deriva la naturale empatia.


Illustrazionedi Émile Bravo
da Le avventure diSpirou.

 Seda una parte vi rivolgete alla scuola,dall'altra, per esempio con il numero di Canicolainteramente dedicato ai bambini, con voci di fumettisti nuovissimee non convenzionali, ma anche con le mostre dedicate a Bravoe ad Alfred(che, fra l'altro, ha illustrato una storia del nostro GuillaumeGuéraud...), puntate dritti ai giovani lettori senzaintermediazioni, facendo appello alla loro curiosità e alla loromancanza di pregiudizi, bypassando gli adulti. Il fumetto per i bambinie i ragazzi è ancora, e deve rimanere, uno prezioso libero spazio dilettura da difendere e preservare da ingerenze (per esempio scolastiche ogenitoriali)?

Certamente. Il fumetto puòspingere in una direzione di grande libertà; lo fa offrendo molteplicistili e segni, come mostrano gli autori esposti a BilBOlbul. Cosìi bambini si trovano in mano una cassetta degli attrezzi, piena diutensili che servono da chiavi per leggere ciò che li circonda inmaniera personale, per comprendere il mondo da sé. Al tempo stesso ilfumetto è costituito di tanti strati, che permettono al lettore discavarlo lentamente, a più riprese. Con Canicolac’è una scommessa alla base: chiedere disegni e storie per bambiniad autori che, per la maggior parte, non si sono confrontati con lanarrativa per l’infanzia direttamente. Aldilà della riuscita omeno dell’esperimento, quello che conta è il progetto che vi stadietro e il segnale che si vuole dare: proporre immagini e immaginariche destino stupore, elemento che sta alla base della relazioneestetica tra fruitore e opera, e dimostrare, nel nostro piccolo,quanto sia necessario investire e rischiare in questo campo.

Illustrazione di Alfred, daOcatve.


Siete al quarto anno di un concorso,a quanto pare molto amato, che coinvolge le scuole elementari e mediedi Bologna e provincia. Dopo alcuni incontri dedicati al linguaggio deifumetti, i ragazzi sono invitati a realizzare i propri elaborati su untema da voi proposto: quest'anno è quello, principe, delle paure (abbiamovisto che l'immagine scelta per rappresentare questo concorso è di GiuliaSagramola che inaugura Anni in tascagraphic con la sua graphic novel autobiografica Bacioa cinque). Secondo te, rispetto all'uso della sola scritturao del solo disegno, il fumetto cosa offre in più ai bambini, comelinguaggio creativo?

Uno degliobiettivi principali dei laboratori è quello di far passare l’ideadel fumetto come strumento che i bambini possono usare per raccontarestorie ma anche, e soprattutto, per auto raccontarsi. Se consideriamoil disegno e il racconto di sé (orale e scritto) importanti atti diriflessione e di rielaborazione del proprio vissuto fin dall’infanzia,il fumetto, come linguaggio che si innesta tra quello linguistico equello visivo disponendo di entrambi, offre delle possibilità creativeeccezionali. L’uso di parole e immagini in sequenza rende il fumettoun linguaggio tanto attraente quanto complesso per i bambini che siaccingono a farlo proprio: l’affetto nei confronti delle immaginiprovoca una partenza spontanea sia nel momento della lettura che dellaloro produzione; contemporaneamente, la necessità di razionalizzareil momento creativo per fare i conti con una trama, con la scansionedi vignette in sequenza, l’uso combinato di didascalie, balloons,figure, potenziali inquadrature diverse, segni e simboli specifici,rappresenta un banco di prova per numerose capacità (di sintesi,in primis). Forse anche per questo alla fine dei lavori i bambinidimostrano una grande soddisfazione nei confronti dei risultati;giocando ruoli diversi - scrittore, scenografo, disegnatore - dannoforma alle loro emozioni dentro a un quadro che è solo apparentementerigido, usando semplicemente carta e matita.


Illustrazione diTove Jansson.