Sylvie Bello ha fatto il suo esordio con Giallo, della collana Piccole Storie di colori che circa un mese fa abbiamo presentato su questo blog, qui. Lavorare sul colore è complesso, e sul colore che hanno usato i maggiori artisti della storia della pittura lo è ancora di più. In questo post Sylvie spiega cosa è accaduto mentre progettava e realizzava questo suo primo bellissimo libro. La ringraziamo.
[di Sylvie Bello]
Ho avuto un colpo di fortuna: un giorno, Giovanna e Paolo mi hanno telefonato e mi hanno chiesto: «Che colore preferisci fra giallo e blu?» Era per la collana Piccole storie di colori, della Piccola Pinacoteca Portatile. La mia risposta è stata: «Giallo!». Perciò sono l’unica responsabile delle peripezie e delle difficoltà a cui poi sono andata incontro, in seguito, a causa di questo colore (sulle prime molto amichevole).
Per trarre ispirazione per realizzare le immagini del libro, ho cominciato ad ascoltare una trasmissione alla radio dal titolo Des goûts et des couleurs, di Michel Pastoureau, storico ed esperto di colori. Poi ho studiato attentamente le opere d’arte che per il libro sono state selezionate da Valentina Zucchi, la storica dell’arte autrice dei testi; e per ogni quadro ho messo a fuoco i significati, il contesto storico in cui furono realizzati, la corrente artistica a cui appartengono.
Sylvie Bello: fasi di elaborazione dell'immagine relativa a La casa gialla di Vincent van Gogh (1888), Amsterdam, Van Gogh Museum.
Quindi mi sono chiesta come rendere attraente il libro, come riuscire a fermare l’attenzione dei bambini e dei ragazzi che l’avrebbero avuto fra le mani. Volevo che fosse un libro insieme ludico, pedagogico, immediato e accessibile. Ovvero che proponesse attività facilmente realizzabili con pochi mezzi e nello stesso tempo efficaci nel far comprendere al lettore l’obiettivo degli artisti e il modo in cui usarono il colore.
In un secondo tempo ho dovuto reinterpretare le opere con il mio stile, ma in modo che fossero riconoscibili a colpo d’occhio, stando attenta che la tonalità di giallo usata di volta in volta fosse corretta, dato che il tema del libro è il giallo (eh eh eh). È stato a questo punto che ho cominciato a sudare freddo…
Se dovessi definirmi, direi che sono più disegnatrice che pittrice per cui per me affrontare il colore non è così semplice. Sono affascinata dal colore e lo sperimento spesso nei miei lavori, ma penso di non aver ancora trovato il mio modo di usarlo. Invece qui mi si chiedeva non solo di utilizzare il colore, ma di trovare le sfumature di giallo corrette, di restituire la loro luminosità, di non sporcarle e di renderle al massimo!
Così mi sono messa a osservare molto da vicino queste opere, e ogni volta i pigmenti mi hanno raccontato una storia diversa. Più li guardavo e più si agitavano e si moltiplicavano. In un quadro, un giorno il giallo si mostrava allegro, e il giorno dopo triste, tenero e potente al tempo stesso, esangue e acceso, acido e caldo. C’era qualcosa di inafferrabile. Di sublime. Di eccitante.
Questo lavoro ha cambiato il mio modo di guardare alla pittura in generale e al modo in cui si usano in colori in particolare. Mi ha offerto la sensazione magnifica di essere in una relazione di intimità con ogni opera e con il suo autore. Il tema sembra semplice, ma in effetti è vastissimo e credo sia difficile spiegare quanto sia bello e ricco.
Sylvie Bello: tavola definitiva relativa a La casa gialla di Vincent van Gogh (1888), Amsterdam, Van Gogh Museum.
Ho capito che il giallo è delicato e capriccioso. E che ognuno ha il colore che si merita.