Io voglio stare qui. Con i libri.

Da qualche giorno leggo e rileggo il catalogo della mostra One hundred books famous in children's literature, in corso a New York, presso il Grolier Club. Si tratta della sesta "mostra dei cento" organizzata dalla più antica  prestigiosa associazione di bibliofili al mondo, fondata nel 1848 da Robert Hoe, grande collezionista e produttore di macchine da stampa. Le mostre di questa serie hanno sempre avuto una enorme importanza, mettendo in luce aspetti inediti o scarsamente considerati di intere branche del sapere libresco.

Mi sembra che anche questo caso non faccia eccezione, anche se ci ho impiegato parecchio tempo per capire esattamente perché la selezione di questi cento libri, operata da Chris Loker, libraia antiquaria e curatrice della mostra è, a mio avviso, problematica, nel senso che costringe a una riflessione sulla natura della letteratura per ragazzi e sulla sua evoluzione nel tempo.

La prima edizione di Histoire de Babar (celo!)

East of the sun and west of the moon di Kay Nielsen (manca!)

La Cinderella di Rackham (celo!)

Viene abbastanza automatico, di fronte a una selezione così severa, pensare a quel che c'è di troppo e a quel che manca. Non è questo un esercizio nel quale voglia indulgere più di tanto: mancano un sacco di cose legate alle evoluzioni più recenti della letteratura per ragazzi e, in particolare dell'albo illustrato; ci sono moltissimi libri di istruzione ed edificazione, che hanno caratterizzato la produzione editoriale dedicata ai piccoli per almeno tre secoli, dal Seicento in avanti.

La prima edizione di Madeline...

… e una illustrazione originale.

D'altra parte, è difficile criticare una scelta che si fonda su una realtà storica e sacrifica certamente la spettacolarità alla correttezza "scientifica": i libri per ragazzi hanno cominciato a voler "divertire" solo in tempi molto recenti. Direi che fino a buona parte dell'Ottocento, fino alla rivoluzione vittoriana che ha sconvolto l'idea stessa di libro per ragazzi, anche grazie all'evoluzione tecnologica che ha permesso di stampare economicamente a colori, l'obiettivo che si ponevano autori, editori e adulti in genere quando mettevano un libro in mano a un bambino (e ne mettevano più di quanti immaginiamo oggi, se si pensa alle tirature che certi libri raggiungevano anche in epoca storica) era istruirlo ed edificarlo.

In mostra, uno studio di Sendak per i mostri selvaggi…

…e l'esecutivo per il logo della Cotsen Children's Library di Princeton.

Per esempio, si legge nella scheda dedicata a A Token for Children di James Haneway e Cotton Mather (in mostra l'edizione del 1671; qui potete scaricarne una di cento anni dopo): scritto in un'epoca in cui il tasso di mortalità infantile esigeva un pedaggio emotivo e spirituale a tutte le famiglie, il Token riportava le testimonianze in articulo mortis di bambini e giovinetti, con effetti un tempo sicuramente edificanti, ma oggi assolutamente esilaranti. Queste biografie spirituali giovanili furono molto popolari su entrambe le sponde dell'Atlantico fino all'ultimo quarto del Diciannovesimo secolo (e sono state ripubblicate negli anni 1990 da un libraio cristiano americano (si veda qui).

La prima edizione di Mary Poppins

… e una illustrazione originale di Mary Shepard.

Una cosa che emerge con meritoria chiarezza dalla mostra e dal catalogo sono i due elementi che legano edificazione e divertimento. Le chiavi di un passaggio, di una trasformazione che ha avuto luogo in epoca vittoriana e che ha permesso alla letteratura per ragazzi, e in particolare a quella illustrata, di evolversi e articolarsi in maniera così varia e avvincente nell'ultimo secolo e mezzo sono state la fiaba e la filastrocca.

Un Robinson Crusoe d'antan...

...e uno novecentesco, con le illustrazioni di N.C. Wyeth.

A partire da Esopo (in mostra l'edizione di Croaxall del 1722; della tradizione di illustrazione delle Favole di Esopo ho scritto qui) e Perrault (1697), le narrazioni popolari raccolte e adattate sono da una parte strumenti di edificazione morale e di insegnamento di condotte di vita, ma, dall'altra, si rivelano talmente ricche di suggestioni e immagini da permettere - se non esigere - lo sviluppo di illustrazioni estremamente fantasiose e affascinanti, spesso quasi in contrasto con la severità e austerità dei testi. Al punto che viene il dubbio che proprio l'illustrazione abbia contribuito ad alimentare un recente processo di revisione dei testi, orientandoli a una maggiore leggerezza.

Dai libri per bambine: bambole (Raggedy Ann)...

… sagome di cartone (Piccole donne)…

… e giochi di società (Pollyanna).

La filastrocca, nata come strumento per facilitare la memorizzazione di sequenze alfabetiche e numeriche e presente nella letteratura per ragazzi fin dai primi Primer (in mostra il rarissimo The New-England Primer del 1690, ma qui potete scaricare un'edizione settecentesca), già con A Little Pretty Pocket Book di John Newbery (in mostra l'edizione del 1774) comincia a volgersi all'intrattenimento puro, associandosi a illustrazioni che tendono a raffigurare i bambini nel momento del gioco più che in quello dell'apprendimento.

La prima edizione di Pinocchio, in formato rivista, non poteva proprio mancare.

Accanto al bozzetto del frontespizio de Il vento fra i salici.

La mostra è organizzata per sezioni tematiche e, accanto ai libri propone una cinquantina di oggetti che sottolineano il legame fra questi libri famosi e la cultura del loro tempo: illustrazioni originali (fra queste, una di Walter Crane e una di William Blake), lettere autografe, manoscritti, ma anche giocattoli, bambole, giochi, horn-book e oggetti destinati all'infanzia.

Perrault...

...e Gulliver.

Alla mostra è presente anche una reading station: una piccola biblioteca nella quale sono messe a disposizione dei bambini copie attuali dei libri in mostra. Matia Burnett, sulle pagine di Publishers' Weekly, riferisce un divertente aneddoto avvenuto durante la sua visita: un bambino era talmente preso dalla lettura di questi libri che, quando il suo accompagnatore gli ha detto: «È tardi, ci aspettano in pasticceria», si è sentito rispondere: «Non voglio la pasticceria. Voglio stare qui. Con i libri.»

E albi illustrati di ogni epoca, da Caldecott...

… alla nevicata di  E. J. Keats del 1962.

[La pattuglia di illustratori italiani che si recherà a New York nei prossimi giorni per ricevere i dovuti onori alla propria arte presso la NYSOI è caldamente invitata a spendere qualche ora in questo luogo.]

[Ringraziamo Licia Pittarello per aver cortesemente fotografato la mostra e acquistato il catalogo per noi.]

[Altre foto della mostra sono state scattate dalla curatrice e sono disponibili qui.]

[Il catalogo della mostra può essere ordinato, a caro prezzo, da Oak Knoll.]