La luce e il buio

[di Barbara Mazzoleni e Chiara Schiroli]

Mi chiamo Barbara Mazzoleni, sono nata nel 1968 evivo a Bergamo. Dal 1988 lavoro come illustratrice e graphic designerfreelance.
Dal 1991 progetto e conduco corsi di Digital Designper scuole ed enti e mi occupo di formazione e training personalizzatiper aziende editoriali e di pubblicità. Oltre alla formazione tecnicasui software, tengo corsi di avvicinamento alla computer grafica conapproccio creativo e sperimentale.
In ogni mio corso oworkshop è fondamentale per me far capire che il computer è un mezzocome un altro, e che sono la progettazione rigorosa e il pensierolaterale che fanno la differenza. Dal 2004 sono docente di VisualCommunication, Tecniche di Illustrazione Digitale e Graphic Design pressol'Istituto Marangoni di Milano, Scuola del Fumetto di Milano e ISGMDdi Lecco.
Sono anche l'ideatrice e curatrice del blog PatternPrintsJournal.com,dedicato al surface & textile design.
Tutta questa introduzione per farvi capire che da quasitrent'anni la mia vita professionale si basa sulle immaginie sulla comunicazione visuale.

Barbara Mazzoleni, La cosa piùimportante.


La mia specifica professionalità come docente, inoltre, èancor più orientata verso l'immagine che viene creata attraversodispositivi digitali, e che quindi spesso non ha neanche una suafisicità propria, perché in realtà è generata unicamente dallaLUCE.
Nonostante questo, nel 2011 ho vinto il primoconcorso nazionale di editoria tattile illustrata per l’infanzia Tocca aTe!, organizzato dalla FederazioneItaliana delle Istituzioni Prociechi, con il libro tattile Scopriamo le forme con ilditino? (premio come miglior libro assoluto e comemiglior libro didattico, che ha rappresentato l’Italia al concorsomondiale Typhlo& Tactus, Praga, novembre 2011). Nel 2013, alla secondaedizione del concorso, un altro mio libro tattile La cosa piùimportante è entrato nella selezione dei migliori dieci.

Barbara Mazzoleni, La cosa piùimportante.


A partire da queste esperienze ho avviato una attivitàdi divulgazione/educazione alla multisensorialità attraversola sperimentazione e la manipolazione dei materiali, progettandoe conducendo laboratori per bambini, e incontri di formazionespecifici sul libro tattile per adulti.
Per il blog deiTopipittori ho già scritto questi due post nel 2012 (che trovate qui e qui) nei quali ho raccontato il mio incontrocon i libri tattili.
Oggi vorrei parlarvi di una esperienzaintensa che ho vissuto nel 2013: ho avuto la fortuna di progettare econdurre alcune giornate di formazione per adulti sulla disabilitàvisiva e sui libri tattili come strumento e occasione di integrazione,in tandem con Chiara Schiroli; le giornate si sono tenute pressole biblioteche di Treviglio e di Brugherio.
Le personeintervenute a queste giornate hanno pensato che noi due lavorassimoinsieme da tanto tempo... in realtà la nostra collaborazione nataquasi in maniera casuale ha generato un feeling fortissimo tra noi,con effetti dirompenti sui partecipanti.

Barbara Mazzoleni, La cosa piùimportante.


Ecco chi èChiara.

Sono Chiara Schiroli, sono nata nel 1981 esono psicologa e psicoterapeuta. Sono non vedente dalla nascita eho sempre vissuto la mia vita nel modo migliore possibile.
Lavoro dal 2005 a Dialogo nel Buio inqualità di guida e di facilitatrice durante le formazioni aziendali.In qualità di psicoterapeuta sto avviando ora il lavoro in studioprivato, ma ho svolto vari corsi e seminari sfruttando l'esperienzamaturata a Dialogo nel Buio. Ho scoperto che ilBUIO è un grande catalizzatore di emozioni e attivatore di risorsepersonali. Quante volte arriva un momento nella vita nel qualeci sentiamo privi di energia? Quante volte non sappiamo propriocome fare a venire a capo di quel problema o di quella situazioneingarbugliata? Basta mettere in campo le nostre risorse personali! Nonè facile, spesso sono sopite, nascoste, o non sappiamo neanche diaverle. Stare al buio, invece, fa riscoprire lati di noi apparentementeinesistenti che, una volta emersi, possono essere estesi alla vitaquotidiana. È inutile dire che il buio, per associazione, fa pensarealla disabilità visiva, e quindi ecco un modo per illuminare lementi su questa condizione così apparentemente paurosa e difficileda vivere. I corsi che conduco hanno proprio lo scopo di aiutare lepersone a vivere meglio e a far loro riscoprire quante risorse potrebberoattivare.
Oltre a questo, ho partecipato a una conferenzasullo stress in azienda e, durante le varie esperienze di tirocinio,ho lavorato con anziani, alcolisti e tossicodipendenti.
Hocollaborato con la biblioteca di Treviglio proponendo l'esplorazionedi libri tattili al buio, facendo un intervento sull'importanza cheha per i non vedenti la lettura in Braille e accompagnando le personebendate a fare delle piccole passeggiate nelle vie della città.

È vero, il feeling tra me e Barbara è scattatosubito e sarà sicuramente il motore per creare altri progetti similia questo. È bello che il mondo del visivo, il suo, e del non visivo,il mio, si siano così egregiamente incontrati e completati. La giornatadi formazione che abbiamo progettato e poi condotto insieme è lungada descrivere nei particolari, e rischieremmo di annoiarvi. Sarebbemolto più bello che aveste voglia di provarla! Vi possiamo peròraccontare qualcosa di come si svolge.

Barbara Mazzoleni, La cosa piùimportante.

Chiara, cos'hai fattotu?
Vorrei premettere che il pubblico che hapartecipato alle nostre due giornate era molto eterogeneo: c’eranobibliotecari, educatori, ma anche fisioterapisti, insegnanti di sostegnoe genitori di bambini non vedenti e ipovedenti.
Nella parte“frontale” svoltasi durante la mattina, dopo essermi presentata, sonopartita da una serie di parole chiave chieste ai partecipanti riguardantila disabilità visiva e, usandole come stimolo, sono andata a ruotalibera per far conoscere il mondo di chi non vede e degli ipovedenti. Perforza di cose, nel mio discorso ho toccato anche argomenti delicati chehanno colpito emotivamente alcune persone. Ho chiesto, ad esempio, cosane pensassero del fatto che io stessi utilizzando il verbo vedere connaturalezza e alcune mamme mi hanno risposto di aver paura a utilizzarlocol figlio disabile. Ho spiegato loro, invece, che questo verbo vautilizzato assolutamente e sempre perché fa parte della lingua italianatanto quanto gli altri e che non rimanda solo ed esclusivamente allavista, ma alla percezione nel suo complesso.
Nel pomeriggioho lavorato al buio con un libro tattile da toccare. Un libro di questotipo è facilmente decodificabile da chi vede, ma bisogna imparare aguardarlo dal punto di vista dei veri e propri fruitori, i disabilivisivi. Ed ecco che, in cerchio, ognuno ha toccato con mano le figure,ha cercato di capire cosa potessero essere e, alla fine, abbiamo ripresoinsieme la storia in modo da verificare se la loro percezione era statacorretta o meno. Mentre avveniva l’esplorazione, io giravo tra lepersone per mostrare il modo più corretto di utilizzare il tatto.

Barbara Mazzoleni, La cosa piùimportante.


E tu, Barbara?
Almattino, dopo l'intervento di Chiara, anche io mi sono presentata,ho raccontato la mia storia e la mia esperienza proiettando leimmagini di miei libri tattili, e mostrandone molti altri dal vero,facendone una prima classificazione in base all'età dei destinatari eal tipo di funzione che ciascun libro si prefigge di avere (didattico,racconto ecc).
Nel pomeriggio ho analizzato, con campionied esempi alla mano, tutti gli aspetti tecnici e progettuali che vannoconsiderati per realizzare un libro veramente fruibile da chi non vedetotalmente o parzialmente. Le nozioni e i concetti da me spiegati,che ho raccolto in una piccola dispensa consegnata ai partecipanti,hanno trovato la loro immediata conferma nella lettura del libroal buio fatta insieme a Chiara.


Quante persone hanno partecipato?
Nella giornata di formazione di Treviglio poche, circa una decina:questo ha permesso di fare gli interventi stando sempre insieme anchenel pomeriggio, con molti spunti di riflessione e e complementarietà perentrambe. Si è creato un rapporto molto empatico sia tra noi due che colgruppetto.
Nell'altra giornata, a Brugherio, i partecipantierano circa sessanta, quindi al pomeriggio abbiamo dovuto creare duegruppi che hanno lavorato alternandosi un'ora con Chiara e un'ora conBarbara.
Per certi versi l'esperienza ha perso in qualità,ma per altri ci ha permesso di arrivare alle conclusioni finali dellagiornata avendo la riprova di quanto il nostro lavoro, se pur fatto indue momenti diversi, si completasse egregiamente.
Tutte lepersone che hanno partecipato si sono dette molto colpite da questo nostrofeeling, che è ancor più sorprendente se pensiamo che in realtà nasceda due punti di vista opposti o forse, sarebbe meglio dire, da un puntodi vista e da un NON punto di vista!

Barbara Mazzoleni, La cosa piùimportante.


Per concludere: Chiara, cosa ti ha colpito diBarbara?
È una persona solare, bella eintelligente. Mi è piaciuto come sia riuscita a declinare la suaattività squisitamente visiva in qualcosa di completamente opposto. Ètipico degli artisti andare oltre gli schemi e guardare il mondo dapunti di vista sempre diversi, nuovi e creativi. E poi è stupendocome sia riuscita a trasferire la sua famiglia nei caratteri deipersonaggi di uno dei suoi libri. Non a tutti piace, secondo me,parlare della propria famiglia in modo così aperto e limpido:lei ci è riuscita senza problemi!

Barbara Mazzoleni, La cosa piùimportante.


Barbara, cosa ti ha colpito di Chiara?
Chiara è una giovane donna che vive la sua vita in modo intenso epieno: è assolutamente contraria ai “patetismi” e questo la rendeirresistibile. Penso che lei sia il migliore esempio, per chi ha qualcunoin famiglia o è a contatto con disabili visivi, di come una personacieca possa essere padrona della sua vita e viverla in modo assolutamente“normale”, senza farsi troppe menate, e ancor meno farlo pesare aglialtri.
Adoro la sua schiettezza e il suo senso dell'umorismo:ai convegni ci siamo fatte un sacco di risate nel simulare situazionipotenzialmente imbarazzanti (ad esempio quando non si sa come comportarsicon un cieco), o nel leggere insieme qualche testo di libri tattili,alcuni acclamati a livello internazionale, che diventavano incredibilmentecomici grazie alla sua acutezza. D'altra parte, come potrebbe nonessere così una persona cieca che si chiama Chiara? Sicuramentequesto nome ha stupendamente segnato il suo carattere portandola avivere una vita “luminosa”, in grado di vincere sul buio.

Barbara Mazzoleni, La cosa piùimportante.


Per informazioni sul progetto Disabili visivie libri tattili: un'integrazione possibile:
Barbara Mazzoleni: barbara@birbaluna.com
ChiaraSchiroli: chiara.schiroli@libero.it

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