Nuove Frequenze: dare corpo a un mare di voci

Una premessa, come tante in questi giorni

[a cura di Associazione Hamelin]

Il disegno del fumettista Marino Neri per la prima edizione del festival Nuove Frequenze. Leggere Giovani.

Da settembre 2019 la Rete Biblioteche Venezia, capeggiata dalla Biblioteca Civica VEZ di Mestre, ha lanciato un progetto di formazione lungo un anno dedicato a giovani lettori e lettrici delle scuole superiori del territorio e ai loro insegnanti.

Nato in sincronia con il progetto di promozione della lettura Xanadu curato dall’associazione Hamelin, sarebbe culminato in un festival a maggio 2020. Se la situazione sanitaria non avesse costretto ad annullare l’evento, a Nuove Frequenze. Leggere giovani ragazzi e ragazze avrebbero finalmente incontrato gli autori che per un anno avevano letto: i fumettisti Néjib e Marino Neri, e due dei più importanti scrittori per adolescenti contemporanei, Frances Hardinge e David Almond.

Che fare?

L’emergenza sanitaria ha stravolto tutti i piani, lasciandosi dietro molte domande sul senso di fare promozione della lettura: che fare? Continuare il progetto? Trasferirlo online? Come accompagnare i ragazzi e le ragazze? Non una ma mille questioni aperte, che è necessario porsi ora, quando il ritorno alla cosiddetta normalità sembra ancora lontano: sono nodi che richiedono tempo, riflessioni e tentativi per essere sciolti. Nell’incertezza, però, un punto fermo c’è stato: limitarsi a spostare online un progetto di questo tipo non basta. Una volta sottratto il corpo alla lettura, non è così facile rimpiazzarlo. La rete apre molte possibilità, ma fatica a restituire la forza di un testo e a far sentire ai lettori la voce di un autore.

Da questo punto fermo è nato un esperimento: creare qualcosa che sfruttasse il medium per far sentire i libri e raccontarli attraverso uno sguardo diverso da quello di chi fa promozione della lettura ma anche da quello dei lettori. Lo sguardo di un’artista, insomma, capace di leggere l’arte degli altri.

Le sfumature dei libri

Beatrice Pucci è un’animatrice raffinata e potente. Dopo la Scuola del Libro di Urbino, dove ha frequentato il corso di Animazione, ha lavorato per quasi vent’anni in ambiti sempre diversi, dalla pubblicità al cinema passando per i grandi festival nazionali e internazionali, in un percorso che l’ha portata a giocare con varie tecniche, dalla stop-motion alla puppet animation.

È insieme a lei che è nata l’idea di trasformare Nuove Frequenze in una libreria di video animati, che trasformassero i libri letti in classe e il dialogo con gli autori in un oggetto con un’identità propria. Usare il digitale come un linguaggio, quindi, e non solo come un supporto.

Siamo partiti dalle nostre voci, che i ragazzi e le ragazze avevano già ascoltato durante gli incontri in classe prima del lockdown, per raccontare alcuni libri della bibliografia di Xanadu: Al di là del mare di Lauren Wolk (Salani), Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson (Adelphi), Alla fine del mondo di Geraldine McCaughrean (Mondadori), Lupa bianca lupo nero di Marie-Aude Murail (Giunti), Il diavolo nella bottiglia di Robert Louis Stevenson (Edizioni Dell’Asino) e Inutile Tentare Imprigionare Sogni di Cristiano Cavina (marcos y marcos).

Abbiamo scelto apposta storie diverse: atmosfere gotiche, racconti d’avventura, ritratti di adolescenze ribelli o sofferte, vissute in prima persona o guardate da lontano. Per ogni libro abbiamo registrato una traccia audio e video: la voce mette a fuoco la storia, mentre Beatrice Pucci risponde con la sfocatura delle animazioni, che restituiscono con l’uso di colori, stili e segni diversi l’atmosfera della narrazione. Tutto in poco tempo (undici video in un mese e mezzo) e con pochi mezzi: con tutti i negozi chiusi è stato difficile per Beatrice Pucci procurarsi i materiali per fare animazione. Così ha dovuto ingegnarsi, e ci ha raccontato con soddisfazione di aver trovato finalmente una nuova funzione a tutti quegli oggetti che si accumulano in casa, dai bottiglioni di vino da cinque litri alla terra finta.

Il risultato è una combinazione di strumenti analogici e digitali che rimette in gioco il corpo e la materia in un’attività, leggere, spesso considerata come distante dal mondo fisico.

Al festival dovevano esserci gli autori, ma anche per loro abbiamo dovuto immaginare un modo diverso di essere presenti. Siamo partiti da un canovaccio di domande, nate dalle riflessioni fatte in classe dai ragazzi e dalle ragazze, a cui ogni autore ha riposto con brevi video letteralmente fatti in casa, durante la quarantena, poi passati a loro volta sotto le mani di Beatrice Pucci.

Niente disegni, questa volta: in video ci sono gli autori e le autrici coi loro corpi, le voci, il carisma; ci sono gli spazi intimi in cui scrivono o disegnano, che si offrono ai lettori come una ghiotta occasione (c’è chi lavora su una scrivania perfettamente ordinata, chi ha trasformato un ripostiglio in uno studio, chi disegna in cucina, chi si distrae guardando il panorama dalla finestra); e c’è il loro universo narrativo, una poetica da intuire. La punta dell’iceberg di cui far intravedere – in soli otto minuti – l’enorme potenziale letterario sotto il pelo dell’acqua. Beatrice Pucci ha costruito intorno alle interviste dei veri contrappunti per figure, in cui alla voce degli autori si intrecciano le immagini che ammiccano, rivelano, aprono porte su mondi possibili o danno corpo alle loro visioni.

In un’intervista uscita sulla rivista Frizzifrizzi, lei stessa dice: «Non mi interessa raccontare la realtà. Perché semplicemente già c’è, è lì, e viene raccontata con altri mezzi. Con l’animazione preferisco raccontare un mondo altro, del quale cerco di andare a scavare i punti oscuri: sotto il letto, dove di solito non vuole guardare nessuno».

Animazioni di Beatrice Pucci per il romanzo Al di là del mare, di Lauren Walk, Salani 2019.

Per scavare ha usato strumenti analogici, uno diverso per ogni autore. Non è solo un vezzo stilistico, ma un paio di occhiali che di volta in volta permettono di interpretare una poetica. Come se gli autori stessi avessero in qualche modo guidato la mano della disegnatrice, spostando l’animazione verso un territorio o un altro. Allora, quando Frances Hardinge parla del fantastico definendolo «un buon modo per fare un passo a lato della realtà e guardare il mondo da una prospettiva completamente diversa», Beatrice Pucci la prende alla lettera e le fa crescere intorno una foresta fiabesca di radici e rami, in cui i fantasmi dell’autrice prendono corpo, forti ed evanescenti come i suoi personaggi.

Le parole di David Almond sono – per citare Beatrice –  «impossibili da pensare senza materia», così attorno a lui danzano i pupazzi, una delle tecniche più care all’autrice (e che lei stessa costruisce per intero, dall'anima in metallo fino ai minuti dettagli esterni), insieme a personaggi di terra che si disfano sotto i nostri occhi, o fiori e foglie ritagliati nella carta che richiamano il lavoro dell’animatrice Lotte Reiniger, le cui illustrazioni per l'amatissimo Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda sono citate con entusiasmo dallo stesso Almond nell'intervista.

Ancora diverso è l’incontro del segno con il segno: mentre Marino Neri parla, gli fanno compagnia i suoi personaggi e gli eroi dei fumetti che leggeva da bambino. Qui Beatrice Pucci ragiona sul farsi delle figure usando la tecnica del rotoscopio per ricalcare la mano dell’artista mentre disegna, catturando così la nascita del fumetto.


 

La stessa tecnica, ma con una resa completamente diversa, accompagna il video del secondo fumettista, Néjib. Qui tutto parte da un errore: l’artista ha girato il video tenendo il telefono in verticale invece che in orizzontale. «L’errore è stato il mio grande maestro», dice Beatrice, che ha trasformato il vuoto verticale in un gemello dell’autore, ispirandosi ai colori del graphic novel Stupor Mundi (Coconino Press – Fandango), raffinata riflessione sul significato delle figure. Come uno specchio o un bambino dispettoso, il doppio di Néjib segue il filo dei pensieri, dei movimenti e delle parole del fumettista francese.

I video di Nuove Frequenze. Leggere giovani si trovano sul sito del progetto, dove rimarranno perché chiunque possa usarli in classe, in biblioteca o dovunque si faccia promozione della lettura.


Nuove Frequenze è un progetto organizzato da Biblioteca Civica VEZ e Rete Biblioteche Venezia, nell’ambito del Piano Giovani 2019/2020 per il Comune di Venezia finanziato da Regione del Veneto. Il progetto è curato in collaborazione con Hamelin Associazione Culturale. Per informazioni: www.culturavenezia.it