Occhi aperti sul mondo

Ed eccoci alla quinta novità di questa primavera: Vagabonde! Guida pratica per piccoli botanici urbani di Marianna Merisi. Ovvero il secondo volume della collana Piccoli Naturalisti Osservatori, detta familiarmente PiNO, di cui lo scorso anno è uscito il primo volume Sei zampe e poco più di Geena Forrest, libro che è stato molto apprezzato e ha avuto notevole successo. Siamo abbastanza sicuri che questo successo si replicherà con questo libro. Il perché leggetelo in questo post. Il libro sarà presentato a Spazio BK, a Milano, in via Lambertenghi 20, giovedì 30 marzo, alle ore 19, alla presenza dell'autrice e degli editori. Vi aspettiamo!

Ho conosciuto Marianna Merisi, per caso, un pomeriggio, a un mercato di piante e fiori che si tiene ogni anno davanti alla chiesa di San Marco, a Milano. Vendeva delle piante bellissime per la cooperativa sociale Cascina Bollate, che opera all'interno del Carcere di Bollate il quale, fra le tante attività innovative promosse, ha anche quella di un bellissimo vivaio-giardino gestito da Susanna Magistretti. Marianna ci ha lavorato fino allo scorso anno, mentre da quest’anno gestisce un proprio studio di progettazione di spazi verdi.

Ci mettemmo a chiacchierare e per caso saltò fuori il nome di Topipittori. Lei ci conosceva bene e mi disse che i nostri libri le piacevano molto. La rincontrai poi a Spazio BK che nel 2014, organizzò Costellazioni, una straordinaria serie di incontri sugli artigiani contemporanei. Fu invitata anche Marianna Merisi a parlare del lavoro di chi sta in mezzo alle piante e le fa crescere. Ci andai e lì riconobbi la ragazza che avevo incontrato al mercato.

Marianna quella sera proiettò le immagini che aveva scattato durante la sua lunga ricerca sulle piante vagabonde, ispirata al lavoro di Gilles Clément, svolta in aree abbandonate di Milano e realizzata come tesi di laurea Piante pioniere: un progetto di riqualificazione urbana. Una ricerca avventurosa: entrava di nascosto in posti abbandonati, all’alba, per non essere disturbata e non essere vista, armata di scale a pioli, taccuini, macchina fotografica, contenitori...

Quelle fotografie, insieme al suo racconto, mi conquistarono immediatamente perché davano dignità e bellezza a panorami urbani difficili da osservare, vedere, comprendere. Portava alla ribalta un mondo vegetale fra i più sconosciuti e trascurati, eppure sotto gli occhi di tutti. Un mondo dove avvengono fatti incredibili, dove ci sono nomi e cognomi da imparare, strategie e abitudini da studiare, storie da conoscere, provenienze geografiche da identificare. E tutto questo grazie a piante cresciute fra un tombino e una crepa, su un cumulo di detriti o nella fessura di un marciapiede.

Quella sera scoprii anche che Marianna, oltre che paesaggista, architetto, esperta di piante, è anche un’eccellente disegnatrice: le sue magnifiche carte botaniche non solo sono precise e puntuali, ma hanno grande forza figurativa e grafica. 
Nacque in quell'occasione l’idea di una collaborazione per un libro illustrato che, proprio come la tesi di laurea di Marianna realizzata alcuni anni prima, raccontasse la storia di queste piante belle e avventurose. In quei giorni ancora non era nata la PiNO, la collana Piccoli Naturalisti Osservatori, ideata da Paolo Canton e dedicata alle scienze, su modello della PiPPo, la Piccola Pinacoteca Portatile, rivolta all’arte. 
Quando l’idea della collana prese forma e cominciammo a pianificarla, il libro di Marianna, Vagabonde! Guida pratica per piccoli botanici urbani, che intanto era entrato in fase progettuale, trovò la sua sede ideale e lì lo collocammo.

Costruire un libro di questo genere, che tenga insieme informazioni scientifiche, narrazione, indicazioni pratiche, disegno, grafica, non è semplice. Infatti c’è voluto tempo perché tutte le sue parti andassero a posto. L’impostazione voluta da Marianna fin da subito seguiva l’impianto grafico ed esplicativo della tesi: da una parte le piante, rappresentate attraverso silhouette monocromatiche; dall’altra gli ambienti urbani, resi attraverso la tecnica del frottage. La volontà di farne un libro divulgativo dedicato a lettori molto giovani impose naturalmente anche un lavoro di adattamento molto accurato, dal punto di vista sia delle immagini sia dei testi, e una messa a punto di contenuti in gran parte nuovi, come per esempio la parte che trova posto sulle alette interne del libro, dedicata all’osservazione sul campo e a indicazioni pratiche. Molto lavoro hanno richiesto le tavole delle ambientazioni urbane e quelle realizzate al tratto per mettere in luce alcuni dettagli ingranditi delle piante.

Una volta messo in quadro il libro, definito e ultimato ogni suo elemento, è arrivato il momento di impaginarlo. Come sempre se ne è occupata Anna Martinucci che ha saputo organizzare la complessità di tanti diversi aspetti in un equilibrio compositivo esemplare, dando compiutezza all'intero lavoro, fino ad arrivare alla forma finale di oggi, di cui tutti, autrice, grafica, editori, siamo molto soddisfatti. Anche perché Vagabonde! ci sembra un libro molto nuovo, non tanto nell'intento manualistico di indurre alla conoscenza delle piante, quanto nel modo in cui questo è proposto: attraverso una rappresentazione inconsueta, che, abbandonando l'illustrazione scientifica descrittiva tradizionale, opta per la sintesi grafica in funzione della riconoscibilità dei soggetti, forma visiva pensata anche per indurre i giovani lettori a munirsi di fogli e matite per avviare il proprio erbario urbano (o non) personale.

Finché un libro non lo vedi stampato, poi, non sai mai come sarà davvero. E a noi questo pare un secondo volume PiNO in grado di dare del filo da torcere al successo di Sei zampe e poco più di Geena Forrest, dedicato agli insetti, oggi alla sua seconda edizione.

Il libro è stato presentato in anteprima assoluta qualche giorno fa, alla Biblioteca di Soriano nel Cimino, davanti a una classe di scuola primaria, durante una delle attività programmate da Librimmaginari, rassegna annuale di promozione di arte e letteratura, per piccoli e grandi, ideata da Marcella Brancaforte e Marco Trulli. Ebbene, ci è stato riferito che i bambini sono stati conquistati dal libro e dai racconti, pianta per pianta. Ma quello che più li ha impressionati è stato il fatto, usciti dalla biblioteca, di trovare lì, nel giardino, per strada, nel cortile, proprio le piante di cui poco prima avevano sentito parlare. E poterle riconoscere, sapere le loro abitudini e il loro ciclo di vita. In sostanza scoprire improvvisamente che una cosa a loro vicinissima, di cui mai prima si erano accorti, ha un’importanza, un nome, una storia, è stata ed è oggetto di studio. Una lezione fondamentale che fa aprire gli occhi su quello che abbiamo intorno e fa riflettere. Non solo sulle piante, che già sarebbe tanto, ma sul mondo.

Di Marianna Merisi in questo blog abbiamo già parlato qui, a proposito di alcuni laboratori svolti all'Accademia dei Bambini di Fondazione Prada.